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Venerdì 24 febbraio, presso il Padiglione Cavaniglia della Fortezza da Basso a Firenze, all’interno della kermesse Danza In Fiera, si è tenuta la prima edizione di “Musical: il concorso”, organizzato dalla ‘Professione Musical’ di Parma; per l’occasione abbiamo intervistato Francesca Taverni, direttrice artistica della scuola, qui in veste di Presidente di Giuria, e Renata Fusco, performer.

Francesca, cosa stiamo per vedere e cosa ci si aspetta dal concorso?
Francesca: Dunque, saranno 14 partecipanti divisi in gruppi, solisti e duetti, junior, senior e allievi quindi le età sono molto varie. I pezzi saranno molti e diversificati a seconda delle età, principalmente. E’ stata fatta precedentemente una selezione tramite video e sono già stati selezionati rispetto ad una serie di persone che si sono iscritte. Io non so niente, volontariamente, sto aspettando di vederli. Nonostante sia la presidente di giuria e sia direttrice artistica di Professione Musical, coloro i quali organizzano il concorso, non ho visto tutta la preselezione, anche per non farmi influenzare.

La pre selezione da chi è stata dunque effettuata?
Francesca: Dai direttori della scuola che sono Lucia Giuffrida e Francesco Frola e credo anche vi sia stata la collaborazione di Barbara Cocconi, altra collaboratrice della scuola. Hanno ricevuto tutto il materiale che è arrivato per posta con scadenza entro gennaio e hanno provveduto a visionare i video e a farne una scrematura.

Sappiamo che i premi non saranno a livello monetario. Quali saranno?
Francesca: Borse di studio. Tutti i giurati presenti hanno donato una borsa di studio per la propria scuola. Non sono premi fissati perché a seconda di chi troviamo essere più o meno meritevole può essere un premio annuale o a tempo determinato; a seconda di quello che i direttori delle scuole che donano vorranno fare. Le scuole sono: ‘Professione Musical di Parma’, ‘Berstein School of musical di Bologna’ e ‘MTS di Milano’. Faranno in modo che questi ragazzi, ancora in età abbastanza giovane, e che si presuppone abbiamo voglia di darsi da fare e di studiare, possano andare in quelle che in questo momento sono l’eccellenza delle scuole di Musical in Italia.

A prescindere da questo concorso: come vedete i nostri ragazzi nel ‘panorama musical’, qui in Italia?
Francesca: Rispetto all’estero purtroppo siamo molto indietro. Insegnando anche nelle scuole troviamo davvero poco fuoco sacro, poca curiosità, e questo viene anche da quello che la televisione ci propone. Se da una parte ha aperto gli occhi su discipline che prima non erano contemplate, specialmente per i maschi, e ha aperto le porte alle scuole di danza e musical ad un pubblico sempre più giovane, di contro crea questo miraggio che in tre/quattro mesi di scuola si diventi famosi. Magari lo sono ma grazie ad un veicolo ‘media’ piuttosto che per quello che studiano veramente e per l’impegno che mettono.
Si studia la propria materia e basta. La peculiarità del musical è invece quella che tutte queste discipline devono lavorare in sinergia senza mai prescindere l’una dall’altra.
Ripeto: vedo che questi ragazzi sono poco curiosi; lo vedo durante le audizioni, probabilmente perché hanno avuto tutto un po’ troppo semplice. Ai nostri tempi invece ce lo siamo praticamente inventato. Ricordo che per andare da una parte all’altra di Roma per fare lezione di canto danza e recitazione, dovevo attraversare la città intera, con dispendio di energia e di soldi notevolissimo.

Renata: Vorrei dire una cosa a questi ragazzi, una cosa che mi viene dal cuore, la dico sempre ai miei ragazzi all’accademia di recitazione: abbiate pazienza, studiate tanto e non confondete mai questo concetto del successo. Oggi il successo è quello che ti fa firmare gli autografi, invece no! Andando avanti col tempo ti rendi conto che il successo è quello che ti consente di vivere del tuo lavoro tutti i giorni, ad altissimi livelli, di fare ciò che ami.
Auguro quindi a questi ragazzi di fare nella vita ciò che amano, ciò per cui magari hanno sacrificato una gioventù intera, perché, voglio dire, la danza è dura; i loro genitori si svenano per accompagnarli ovunque.

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