Rassegna di danza italiana – 16° Edizione Settembre-Novembre 2013
Direzione Artistica Maria Teresa DAL MEDICO e Renato GRECO
Teatro Greco di Roma (00199 – Via R. Leoncavallo 10)
Lunedì 14 ottobre – ore 21.00
Direzione artistica e regia Martin Dvořák
Coreografia Martin Dvořák and Isira Makuloluwe
Musiche Leoš Janáček e Miloslav Ištvan
Costumi Jindra Rychlá e Martin Dvořák
Disegno luci Martin Dvořák, Isira Makuloluwe
Musica live Graffe Quartet
Interpreti Irene Bauer, Martin Dvořák, Alena Pajasová,
Mirka Prokešová e Robin Sobek
Tutto inizia nel 1889, quando Leo Tolstoy compone la novella Sonata a Kreutzer sull’omonima sonata in A Maggiore per piano e violino di Beethoven.
Trentaquattro anni dopo, questa sensuale e “scandalosa” novella ispira il quartetto n. 1 di Leos Janáček. Nel 2011 Martin Dvořák prenderà spunto da questi tre lavori per creare un progetto unitario di teatro, danza e musica intitolato “String Quartets”. Il lavoro si ispira al quartetto n. 1 e n. 2 di Janáček – le “lettere intime”, l’ultima delle quali scritta l’anno della sua morte.
Aprirà la serata del 14 ottobre al Teatro Greco “Sonata a Kreutzer”, seguita dal secondo quartetto di Janáček dedicato alla musa della sua vita, Kamila Stosslova. Motivo ispiratore di questo secondo momento non è l’appassionata storia d’amore di Janáček con una donna sposata, ma soprattutto le dolorose memorie della moglie Zdenka, scritte da Maria Trkonova nei primi anni’30.
E’ il contrasto dei sentimenti e delle emozioni la vera forza creativa di questo lavoro coreografico, che non si risolve mai in un puro esercizio narrativo o in un movimento astratto. Ad accompagnare la serata, sottolineandone i momenti più emozionanti, la musica dal vivo del quartetto d’archi Graffe di Brno.
L’autore della terza parte è il coreografo Isira Makuloluwe, che reinterpreta in modo del tutto originale e innovativo la tradizione musicale Ceca ispirandosi ad un breve racconto ottocentesco dello scrittore praghese Jan Neruda. Makuloluwe trasforma la narrazione in un puro movimento astratto, senza tuttavia tralasciare le emozioni degli interpreti, che sono il principale mezzo di comunicazione con il pubblico.
Tutte le componenti letterarie, musicali e coreografiche dello spettacolo sono state create in epoche e circostanze diverse. L’obiettivo di questo lavoro consiste nel trovare il trait d’union fra questi diversi momenti.
Il pubblico non assisterà ad una storia lineare, con un inizio e una fine ben definiti, ma neppure assisterà a tre diversi progetti autonomi. Solo l’immaginazione aiuterà lo spettatore a svelare i richiami e le assonanze della storia. Una cosa sola è certa: l’esistenza di queste associazioni simili a corde di violino. Queste corde legano insieme emozioni, pensieri ed energie di persone che hanno vissuto ed operato in epoche diverse, creando un immaginario ciclo di energia creativa che soltanto il tempo potrà trasformare in un’eternità terrena e in una eredità artistica “permanente”.