Mi rendo conto che più ci si inoltra nel percorso che avvicina alla danza contemporanea, oggi, più il coreografo diventa l’elemento distintivo di quanto si andrà a vedere. Non nel modo un poco stereotipato che si ha quando siamo difronte al “repertorio”, sia classico sia moderno e post moderno o neoclassico che dir si voglia (alcuni giovani coreografi di oggi odiano questo termine…), e che rappresentano un riferimento preciso di tecnica e di sensibilità artistica o di scelte innovative (pensiamo a quante “innovazioni” del secolo scorso tornano più che mai adesso: Cunningham, Limon, per citarne due recentemente andati in scena), ma intendo piuttosto il perno, perciò qualcosa che ruota, in una sorta di ricerca e sperimentazione che è parte del lavoro di crescita sia personale sia espressiva del soggeto.
Sono spesso giovani danzatori che si approcciano alla creazione coreografica, o sono stati grandi interpreti che proseguono il cammino del loro essere ‘impregnati di danza’ attraverso lo strumento coreografico.
Marco De Alteriis sembra poter rientrare nel gruppo di cui parlo in generale, seguendo i percorsi stilistici di alcuni dei nomi che emergono in Italia e all’estero, accanto agli artisti di fama internazionale.
“In Chopin” è la sua nuovissima creazione.
De Alteriis, che troviamo presso il BTT (Balletto Teatro di Torino, diretto da Loredana Furno), diplomato all’Accademia Nazionale di Danza, con esperienza formativa con la spagnola Dantzaz Konpaina, è ormai da due anni a Torino, supportato e coltivato presso La Lavanderia a Vapore di Collegno, sede del BTT, per essere coreografo residente emergente. In questi termini si esprime anche il famoso autore, Itzik Galili, a oggi ospite della compagnia.
Si esibisce lui stesso, De Alteriis, in scena con Kristin Furnes, Daniel Flores Pardo, Manolo Perazzi, Silvia Sisto e Viola Scaglione, in questo tour del BTT
La musica è dunque del grande e sensibile Chopin, morto a soli 39 anni, con contaminazioni di Concetta Cucchiarelli; i costumi dei ballerini sono firmati da Marta Teresa Grilli.
Questa coreografia è danza contemporanea su musica classica: due canoni diversi che danno spazio all’immaginario. Il movimento della musica stessa di Chopin è libero nei suoi alternarsi di toni, ossia nell’interpretazione della sua “dimensione”. Il musicista e compositore Daniel Barenboim spiega che la musica di Chopin ha diversa ampiezza e ritiene che la danza nella sua fisicità segua entrambi i casi e colmi i silenzi, o lasci spazio alla soavità e alla delicatezza delle note.
Ecco perché “In Chopin”: perché De Alteriis non usa la musica parallelamente alla danza; nè la danza per dar corpo alla musica. Entra nella dimensione chopiniana e la trasforma in qualcosa che trascende pubblico o artisti, e vive la propria essenzialità.
Affascinante!
(ph by Roberto Poli)
Stefania Sanlorenzo