Il film nella sua particolarità: un coreografo contemporaneo quale Sidi Larbi Cherkaoui oppure il balletto di Boris Eifman? Come si riscopre l’universalmente riconosciuta genialità di Tolstoj, oggi?
Il film del 2012, uscito l’anno successivo in Italia, che ha acceso meno cuori di cosa si aspettasse: cast importante, ottima idea scenografica, deludente in certi momenti la recitazione, “Anna Karenina”, è stato diretto da Joe Wright e interpretato da Keira Knightley, Jude Law, Aaron Taylor-Johnson e Kelly Macdonald.
I personaggi di Lev Tolstoj (romanzo del 1877) hanno uno spessore drammatico tale da rendere difficile anche a prestigiosi attori protagonisti una vera immedesimazione, perdendo in carica poetica e tragica.
La storia si affievolisce in una modernizzazione di una vicenda amorosa che rimane collocata nel contesto storico originale.
Tuttavia a mio parere ci sono due elementi peculiari a favore di questa produzione della Universal Pictures International; due chiavi importantissime da mettere in risalto.
La scelta dell’impostazione teatrale di Wright, con la sceneggiatura di Tom Stoppard.
La scelta di dare intensità coreografica alla scena del ballo (e non solo), con le coreografie di Sidi Larbi Cherkaoui.
Quest’ultima decisione è nella mia valutazione la carta vincente; quella che conferisce l’originalità della nuova lettura del classico russo.
Il ritmo e la musica devono combinarsi per dare espressività alle riprese, ha spiegato Joe Wright e Sidi Larbi Cherkaoui, coreografo residente del Sadler’s Wells di Londra, ha perfettamente intuito la necessità che le riprese e le coreografie delle parti danzate avessero una loro studiata affinità. E forse non solo le scene del ballo, sicuramente complesse e artisticamente molto curate. Diversi momenti del film offrono una visione ‘da balletto’.
Il movimento sostituisce le parole, raccoglie emozioni, fa esplodere la questione amorosa al centro della storia.
“Anna Karenina” è pensato già come un balletto nella sua rappresentazione teatrale a quadri, ad apertura e chiusura di sipario. Tutto ruota sulla musica e la fisicità dell’amore è la stessa della danza.
Ogni coreografia è curata a se stante e poi nel gioco d’insieme: qui la cinepresa deve avvicinarsi e allontanarsi in un continuo spostamento voluto dalle danze.
Io credo ci sia un curioso e meritevole lavoro che forse non è stato valutato e apprezzato nella giusta lettura, se ristretta alla valutazione cinematografica.
Tra l’altro agli attori stessi è stata richiesta una preparazione molto faticosa; alcuni personaggi in verità, circa 50, erano già stati scelti perché sapevano ballare.
Alla rigidità di Jude Law ha supplito la flessibilità di Keira, per quando all’inizio l’attrice fosse poco entusiasta del tanto lavoro su di un versante artistico mai preso in considerazione, a differenza del caso degli altri due personaggi protagonisti, per esempio.
Mentre comprendiamo la visione di Wright e Larbi, fortemente scenica, volutamente ricercata nella sua rilettura teatrale: di un teatro nel teatro (ma siamo su di un set cinematografico) dove il momento coreografico diventa il nuovo linguaggio per un film, anche a scapito dello spessore tragico dei personaggi, con il coreografo russo Boris Eifman tutto muta e il balletto (del 2005, ma riproposto anche in Italia, al San Carlo di Napoli, più recentemente, e a Toronto: vedi link) si impossessa di una rilettura psicoanalitica dei tratti peculiari della sua protagonista: “Anna Karenina” non è soltanto studio approfondito del mondo interiore della sua eroina, ma una vera rivelazione psico-erotica della sua personalità. Commenta lo stesso coreografo.
Questo balletto va visto. La bravura dei danzatori ha qualcosa di straordinario, tecnicamente e drammaturgicamente. E la complessità scenica della coreografia meritatamente porta la firma di Eifman.
Due genialità a confronto, senza dubbio ma…
Davanti alla spettacolarità del balletto, il cui virtuosismo è ammaliante, che cosa vi coinvolge di più? Alla fine quale Anna Karenina di Tolstoj vedete ‘risorgere’ nella sua unicità?
Quale coreografia assorbe i vostri sensi e vi riproietta là, dove il grande tragico russo era partito?
Stefania Sanlorenzo