Le innovazioni portate da Eleonora Abbagnato all’Opera di Roma a quanto pare sono plurime e davvero importanti, dal cartellone alle migliorie riguardanti le condizioni di lavoro passando dalla ristrutturazione di sale e camerini rese più confortevoli per i suoi amati ballerini, ma questa volta vorremmo portare la vostra attenzione su Rebecca Bianchi, la giovane ballerina che porterà in scena il personaggio di Giselle il 25 e il 27 ottobre 2015, in coppia con Claudio Coviello, primo ballerino del Teatro alla Scala.
Abbiamo parlato con Rebecca (classe 1990) mentre andava alle prove e tra un racconto dei suoi anni alla Scala di Milano, dove ha capito che danzare sarebbe stato il suo destino, e un racconto sui suoi splendidi bambini abbiamo voluto sapere come ci si sente ad essere Giselle.
“E’ una grandissima opportunità per me, ed una grande soddisfazione soprattutto a nemmeno un anno dalla mia ultima gravidanza; la direttrice ha creduto nelle mie potenzialità vedendo in me una possibile Giselle.
Questo è sicuramente uno dei balletti più belli di tutto il repertorio classico, sia per la sua storia che per l’intreccio di musica e personaggi che creano una spettacolo senza paragoni”
E chissà come deve essere lavorare accanto ad una grande coreografa come Patricia Rouanne…
“Patricia Rouanne mi ha arricchita moltissimo in questi mesi; è da maggio che provo con lei tra uno spettacolo e l’altro. All’inizio forse non l’ho compresa subito ma quando capisci cosa è importante per lei non puoi non trovartici bene. Per lei è fondamentale che ogni ballerino tiri fuori il proprio personaggio dal primo all’ultimo passo, da quando Giselle apre la porta fino a quando si chiude il sipario.
Alla prima prova desiderava fortemente che le mostrassimo il perché avrebbe dovuto sceglierci per interpretare questo balletto, dovevamo convincerla. La sua attenzione verso i passaggi, la pantomima, i dettagli e perfino gli sguardi è impareggiabile. Di solito non possiamo sapere se il pubblico lo vedrà, se vedrà queste intenzioni, ma dopo un lavoro così sono sicura che la differenza verrà notata.”
E i cambiamenti alla direzione? Come vivete questa rivoluzione che sembrerebbe in atto.
“Benissimo, davvero! Da quando è arrivata Eleonora Abbagnato sono cambiate moltissime cose. Per quanto mi riguarda sono felicissima della particolare attenzione che vi è verso di noi… siamo ballerini da curare, da osservare, da stimolare continuamente, il nostro lavoro di tutti i giorni va apprezzato, anche se con una critica. Lei è sempre presente, ha uno staff che ci cura da mattina a sera, professionisti dell’Operà di Parigi e del Royal Ballet che sono sempre presenti alle prove. Questo è molto stimolante e non ti fa mai abbassare la guardia, ti porta a migliorare costantemente.
Per quanto mi riguarda mi ha dato tanta fiducia e la grande esperienza che trasmette mi da molta sicurezza e forza.
Poi un’altra miglioria è quella di avere i fisioterapisti a teatro ogni giorno insieme a noi. A volte era davvero un problema dover prendere la metro e andare dal proprio fisioterapista che magari si trovava dall’altra parte di Roma invece il fatto di averli sempre presenti è una cosa fondamentale, è una sicurezza e previene infortuni e dolori veri.”
E come concili il fatto di essere ballerina e mamma di due splendidi bambini?
“È bello perché entrambi ti danno la forza di fare l’altra cosa. Quando torni a casa la gioia che ti arriva dai bimbi, la loro energia, la loro vitalità e positività non ti fanno mai abbattere. Averli vicino poi ti alleggerisce tutto e ridimensiona anche i valori e le preoccupazioni. La stessa cosa con il lavoro: se è stimolante uno si allontana dalla famiglia non senza preoccupazione ma sapendo che fa qualcosa che lo rende felice e che porterà gioia in casa”
Dopo Giselle di Patricia Rouanne e Coppelia di Roland Petit, la stagione si apre a dicembre con un nuovo Schiaccianoci di Giulian
Giulia Toselli