Il Boston Ballet ha riproposto, in apertura della Stagione 2015-2016, la coreografia del grande maestro John Neumeier, sulla Terza Sinfonia di Gustav Mahler.
L’interesse per questo balletto, che può raggiungere intensità notevoli, sta nel felice incontro fra la concezione della musica da parte del compositore (e parliamo degli anni 1893-1896) e la rielaborazione coreografica in un analogo sentire e percepire la musica, da parte del coreografo, per la prima volta nel 1975 per l’Hamburg Ballet a Venezia. Lavoro poi di repertorio per l’Opéra de Paris, che poteva garantire il necessario livello tecnico-artistico in una impostazione d’insieme molto potente.
Il primo movimento prevede ballerini in scena, tutti uomini, di cui 12 costruiscono una scultura umana in movimento, presentata anche all’interno di un progetto artistico che coinvolgeva la città di Boston (vedi foto).
Parlare di danza non è facile. Eppure ci sono peculiarità che possono essere evidenziate per coglierne il piacere estetico e dei sensi.
Stiamo visualizzando la genialità di due artisti uniti da una minuziosa attenzione ai particolari, da un simbolismo che poi magari rinnegano, ma che muove note e passi in chiavi di lettura che accostano o allontanano l’uomo alla e dalla sua essenza: la vita (natura, amore, desiderio, violenza, morte, viaggio…). L’arte può fare questo.
Gustav Mahler compose la Terza Sinfonia in molti anni, la prima esecuzione completa avvenne nel 1902. Aveva in mente una struttura suddivisa in due parti e sei movimenti.
La struttura originaria potrebbe essere sintetizzata così.
- estate (il risveglio della vita-natura verso una forza incontrollabile e violenta) (Tutta la prima parte)
- fiori
- animali
- uomo (la notte)
- angeli (le campane del mattino)
- amore
(Dal punto 2 al 6 tutta la seconda parte).
Il primo movimento è a se stante. Il secondo movimento fu il primo a venire eseguito, da solo.
La Sinfonia è ricercatissima nello studio stesso degli strumenti che introdotti sottolineano aspetti delle diverse parti (i cui titoli e sottotitoli furono omessi, benché ci fosse stata questa sorta di iniziale intento narrativo e strutturale sotteso all’opera, come uno scheletro mentale).
Che cosa ha fatto Neumeier? Permeato dello stesso cerebralismo del compositore, ha a sua volta composto sopra quelle note, i suoi passi. Ha risposto alle note personalmente, ha condiviso i “movimenti” della musica mutandoli in “movimenti danzati” perché l’opera avesse un respiro universale.
Come?
L’uomo compie un viaggio e le vie sono tante: ci si perde, ci si può ritrovare… c’è buio ma c’è anche luce; alla notte segue il risveglio delle campane.
In qualche modo la danza ha una sua universalità… un’eternità che è abisso e redenzione. Morte e rinascita.
La carica letteraria diventa molto forte, ripristinando una nuova struttura concettuale (che spazia tra Nietzsche e Goethe, ma non solo). I disegni geometrici della coreografia sono lo specchio della coralità della musica e delle voci nel canto.
A sua volta Neumeier ha mantenuto una divisione del balletto in diverse fasi, rileggendo solo in parte quanto aveva pensato Mahler, nel comporre. Scandisce i movimenti, che rimangono sei, nel significato coreografico.
Ieri
“E tutti i nostri ieri hanno illuminato stolti la via per la morte polverosa”, dal “Macbeth” di William Shakespeare.
Il viaggio ha inizio così. Nel silenzio di una vita che deve essere natura che vibra e si muove. La forza è anche violenta, segno che c’è un climax che porta alla distruzione; ma ci sono anche suoni che invitano l’uomo a respirare: l’anima è “psiche”, soffio vitale.
Estate
Nascono i fiori. Eppure vi è ancora contraddizione e contrasto fra bellezza naturale e desiderio sensuale, che andava crescendo nel primo movimento. Il ritmo diviene più fluido, ammorbidito nei passi a due.
Ecco che però segue la stagione delle foglie caducee.
Autunno
Ci sono le avvisaglie dei freddi addii. Delle fratture nelle relazioni. Dei fantasmi degli amanti.
Notte
Questo movimento ha una fama a sé. Tocca proprio il motivo della morte ma nella reciprocità, dell’uno verso l’altro.
Angelo
Il canto prevale nel suono cristallino e prepara al movimento finale dove l’amore può esprimere se stesso. E’ una nuova Ouverture.
Cosa l’Amore mi dice
Il tocco dell’Angelo unisce, crea quel contatto fra persone, fra corpi che si incontrano. Tutto è transitorio ma l’intensità è l’attimo che si coglie nella purezza che muove questo viaggio all’amore.
Il direttore musicale del Boston Ballet è Jonathan McPhee, a lui il merito del successo di una composizione tanto complessa.
La musica è tutto, Mahler ha calibrato il lavoro, poi ha demolito quella stessa struttura per lasciare la potenza alle sole note.
Neumeier ha rinominato i movimenti e ha narrato la musica, lasciandole comunque la scena, ma inserendola in una nuova struttura narrativa, letteraria e simbolica.
L’abilità tecnica e l’energia umana richiesta ai ballerini esprime, attraverso la dinamicità della danza, la forza della più lunga sinfonia di Mahler.
video by Ernesto Galan, per il Boston Ballet (coreografia di John Neumeier)
ph: arte visiva in movimento (artista, Janet Echelman) Boston Ballet on Greenway
Stefania Sanlorenzo