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Unico, travolgente… DIVINO! Per la prima volta arriva al Teatro Brancaccio dal 10 dicembre SISTER ACT – il Musical, tratto dall’omonimo film del ’92 che consacrò Whoopi Goldberg nell’indimenticabile ruolo di Deloris, “una svitata in abito da suora”.
Alessandro Longobardi, direttore artistico dello storico teatro romano, dopo il successo ottenuto con RAPUNZEL – il Musical, avvia questo nuovo progetto firmato da Viola Produzioni in collaborazione con la Compagnia della Rancia, per realizzare uno degli spettacoli più attesi della stagione, già grande successo a Broadway.

Abbiamo intervistato per voi Rita Pivano, coreografa del musical.

Innanzitutto una domanda generica sulle sue esperienze come coreografa. Negli anni si è occupata di musical come di programmi televisivi. Ha una preferenza sulla tipologia di lavori?
È vero, mi sono occupata di tv e di teatro, due dimensioni molto diverse fra loro ma ugualmente affascinanti. Non ho una preferenza, ogni mondo porta a lavorare in modo differente (più “registico” in tv, più “globale” e al servizio dello spettacolo nel suo complesso in teatro), avere la possibilità di sperimentarli entrambi è sicuramente un’opportunità per cogliere da ogni esperienza qualcosa di nuovo e fare sempre del mio meglio.

Da coreografa come ha visto cambiare in questi anni il ruolo del musical in Italia?
La mia prima esperienza nel musical è stata come assistente di Franco Miseria nella prima edizione di “Grease” nel 1997, con Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia: uno spettacolo che ha aperto una strada in Italia e ha dato il là a una tendenza. Proprio nella scorsa stagione sono tornata a lavorare con Lorella in “Rapunzel”, una bellissima esperienza piena di soddisfazioni e la conferma che il musical nel nostro paese oggi è una realtà radicata e in continua evoluzione.

Molti ballerini e performer si trasferiscono in America o in Inghilterra alla ricerca del proprio sogno, spesso anche perchè in Italia il mestiere di “performer” non è riconosciuto nè tanto meno tutelato da un sindacato come in altri luoghi. Cosa ne pensa di questa situazione e qual è nella media il livello dei nostri ragazzi che rimangono?
Studiare all’estero o fare un’esperienza fuori dai confini è certamente una bellissima e importante possibilità per chi vuole fare questo mestiere. Mi sento però di spezzare una lancia per l’Italia: grazie a formazione specializzata, studio e serietà, negli anni il livello si è alzato tantissimo – basti vedere il numero e la qualità degli aspiranti performer alle audizioni, spesso c’è l’imbarazzo della scelta per noi che siamo chiamati a comporre un cast – e si sono moltiplicate anche le occasioni di lavoro in tante produzioni che portano sui palcoscenici spettacoli di qualità.

A livello di coreografie come si presenterà Sister Act? Sarà una versione più moderna o si rifarà alle coreografie anni ’70?
Il regista Saverio Marconi ha scelto di spostare l’ambientazione dalla fine degli anni ’80 agli anni ’70. Non dimentichiamo che in un musical le coreografie rappresentano una continuazione della narrazione… Questa nuova atmosfera infatti pervade tutto lo spettacolo, dal punto di vista musicale ma anche naturalmente coreografico: la disco music fa da padrona nelle scene ambientate nel night-club e alcune contaminazioni emergono anche nelle scene corali delle suore nel convento; non mancano però contaminazioni con stili più moderni, in una scena c’è anche dell’hip-hop!
Ci tengo a sottolineare infine l’enorme e prezioso contributo del mio assistente, davvero insostituibile, Francesco Spizzirri.

 

Insomma, una grande coreografa per una grande produzione che vi consigliamo di non perdere assolutamente.

Giulia Toselli

 

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