Benjamin Millepied lascia l’Opéra de Paris. Questa è la notizia che il mondo della danza, ma non solo, apprende con un certo sconcerto.
C’è un poco di movimento quest’anno. Ritorni, addii, addii camuffati, nomine fresche fresche, inizi di nuovi incarichi, riconferme che vanno all’aria; fra tutto questo, le produzioni già firmate, perché onestamente tra un nome celebre e l’altro, potremmo tenere conto che c’è il lavoro dei Corpo di Ballo e c’è un pubblico che andrebbe considerato nella giusta proporzione.
Io capisco perfettamente che non sono quattro parole sui social o al caffè o a passeggio che cambiano il mondo della danza, ma senza un buon spettatore credo che un magnifico coreografo e un eccellente ballerino perdano parte del loro valore. Dovremo fare un bel sorriso, un bacio sulle guance a Benjamin (chi può!) e aspettare. Faremo così, tutti, come al cambio della guardia. Soltanto che un certo grado di sgomento invece c’è nei cuori di tanti.
La vecchia Europa non ce la fa proprio? L’America è un richiamo così forte, magnetico e conturbante come la bella Natalie? Torna in America per la meravigliosa moglie, Natalie Portman, che avrebbe piacere di rientrare negli USA, recuperare il suo ruolo di attrice, il suo mondo… Il volto di “Black Swan”, certo! L’amore scoppiato sul set. Così raccontano.
Eppure la scelta dell’anno passato, di Monsieur Millepied, un poco fuori dalle righe, sembrava poter andare bene. Gli americani hanno il russo Alexei Ratmansky, il nostro Ventriglia è dall’altra parte del Mondo, noi in Italia abbiamo Eleonora Abbagnato, Mauro Bigonzetti e Stephane Fournial, tutte nomine recenti che cercheranno credo di ravvivare le ceneri, in Teatri che stentano a esaltare il loro nome, purtroppo per mille motivi. In Inghilterra hanno di tutto, e Christopher Wheeldon! Parigi era qui a due passi, e Benjamin Millepied ci prometteva aria nuova con un ottimo avvio, ma aveva le valigie già pronte per tornare da dove era effettivamente arrivato?
Come è naturale ci sono opinioni contrastanti. Le voci, che dovranno comunque essere confermate, ammettono attriti fra le amministrazioni e un coreografo giovane (ha 38 anni), moderno, innovativo, protagonista (forse un po’ troppo trendy?). Dicono anche di un carattere un tantino ostico; ma sembrava dimostrare un’attenzione a scelte di diversa apertura di pensiero.
Nessuna conferma ufficiale, una quasi certezza e una conferenza stampa già annunciata.
Un sospetto, che tralascia simpatie o antipatie, e questioni burocratico-amministrative, corre nella mente di molti: essere un ottimo coreografo non vuol dire saper fare il direttore artistico, di una struttura complessa e numerosa come questa del Corpo di Ballo dell’Opéra parigina.
Invidie, attriti, contrasti e incomprensioni fanno presto a scaturire e a rompere equilibri difficili, come sottolineavo riferendomi anche alla realtà italiana, che ha molto di più di quello che riesce a offrire al pubblico.
Fortemente mediatico ha puntato su se stesso, la sua formazione americana, la tecnologia, una visibilità che ha dato fastidio. Forse anche lui si è trovato a disagio con aspetti del suo ruolo che non aveva valutato. Aveva bisogno o voleva maggiore libertà, anche personale (che lo portava a non essere sempre presente). Un genio, un creativo… non una guida?
Certamente c’è un bel po’ di subbuglio. Sarà interessante vedere come verranno condotte le trattative e la sostituzione alla direzione, se così dovrà essere.
Stefania Sanlorenzo