Il vernissage: “Au delà des scènes”, avrà inizio il 12, fino al 28 febbraio 2016 al Teatro Carlo Felice di Genova, alle ore 18.00; mentre sarà possibile ascoltare il maestro Christophe Ferrari in viva voce alla radio su FCMR il 7 febbraio alle ore 12.00, per qualche piacevole anticipazione.
L’allestimento della mostra fotografica è stato curato da Francesca Camponero in un elegante gioco di sovrapposizione fra danza e immagine, nell’esaltare il senso artistico di atmosfere legate alla danza, come alla storia dei teatri (vissuti nel foyer) o, altra peculirità dell’artista, della purezza dell’ambiente naturale (si veda anche la prima mostra fotografica di Ferrari); ma si tratta anche di un incontro di eventi, sempre a passo di danza, per la messinscena del “Romeo e Giulietta” nella coreografia di Preljocaj, in programmazione proprio dal 12 al 16 febbraio 2016.
Il ballerino e coreografo Ferrari possiamo definirlo un maestro d’arte, così da racchiudere in sé un significato di poliedricità delle sue capacità: spesso chi eccelle in una disciplina in qualche modo ne intreccia un’altra, omologa talvolta, come in questo caso.
Il maestro Ferrari è un talento per la danza che si è evidenziato molto presto, all’età di 18 anni, e una eccellente carriera lo definiscono, come purtroppo il grave incidente al ginocchio (1996), che ha determinato l’angosciosa fine della stessa.
Eppure nulla va perduto nelle esperienze della vita e talvolta viene restituito per il piacere e la condivisione.
Un incidente in prova ha segnato drammaticamente la sua carriera di ballerino, egli continua come co-direttore artistico, come insegnate e come coreografo.
Poi scopre la fotografia, che in generale è strettamente legata alla danza.
Danza è movimento; ma una fotografia ferma sempre un momento (che sia un istante casuale o una ricercatissima posa), o quel particolare attimo che, come un teatro all’alzare del sipario, apre lo spettatore a una visione emozionale, che finisce per esprimere un suo dinamismo.
In questa seconda mostra, il soggetto del mare è sostituito da quello della danza, inserita in un contesto artistico che guarda all’architettura dei luoghi come per le atmosfere dei boschi o delle acque. Sono emozioni impulsive (non determinate dalla costanza e dalla fatica di anni di studi e sacrifici, come era stato per la danza) queste che scaturiscono negli scatti di Ferrari; per cui il senso estetico affinato si confonde con uno slancio emotivo carico di una ricerca di una forte tranquillità.
In modo particolare “Au delà des scènes” riporta la danza, la esalta non sul palcoscenico.
Qui in realtà sceglie un bello architettonico, strutturato, quelle zone del teatro dove la danza non esprime se stessa nella sua dinamicità dei passi coreografici, ma nella staticità di un fermo immagine puro.
La danza come emozione fuori scena.
Stefania Sanlorenzo