fbpx


Il balletto La Bella Addormentata, coreografia di Fredy Franzutti, e caposaldo del repertorio del Balletto del Sud, non perde negli anni il suo intrinseco significato, che la porta a tramandare uno dei balletti più complessi del repertorio accademico classico, senza declinare a una lettura deformante, piuttosto mostrando una scelta stilistica chiara e coerente, inserita nel contesto che infine le è proprio: luoghi dell’Italia del Sud.

In questo modo il maestro Franzutti sfrutta la sua nota capacità di rilettura della cultura e della storia, creando un balletto nel balletto.

La prossima data per vederli in scena, sarà il 14 febbraio 2016, ore 18:30 al Teatro Team di Bari. Il balletto su musiche di Caikovskij, è in due atti. Scene di Francesco Palma.

https://youtu.be/iLHBvgPzG-A Nel link promozionale sono presentati gli interpreti principali, cui si affiancano i ballerini della Compagnia.

https://youtu.be/aVyQOELwuDA Nel secondo link si possono assaporare alcuni momenti in più della messinscena di questo balletto la cui produzione risale al 2000.

La sua fortuna è stata sicuramente nel colpo di genio di Fredy Franzutti di rifarsi alla fiaba di Basile, 1634, da una raccolta tutta in dialetto napoletano (rispetto alla più nota di C. Perrault, 1697), tradotta in italiano solo nel 1747; questa lettura gli ha permesso di riambientare la storia di Aurora e la leggenda del suo sonno incantato, qui predetto da una strega, nel meridione italiano. Così personaggi, tempo, costumi e vicende prendono decisamente un altro taglio narrativo e danno un senso tecnico all’interpretazione molto dissimile dal balletto originale (“La Bella Addormentata nel bosco” è considerato stilisticamente e per le difficoltà dei passi e l’interpretazione tematica degli stessi, il più difficile e rigoroso delle famosa trilogia).

Aurora è una leggiadra giovinetta di un paesino del sud Italia, la strega aveva predetto la sua morte per la puntura di una tessitrice, al compimento del 16esimo anno. Nessuno aveva pensato a un ragno, la tarantola salentina, e che sarebbe stato il suo morso il mezzo per far avverare il maleficio. La zingara, che pratica in antitesi la magia bianca, cambia il destino e avvolge nel sonno tutti. Così trascorrono 50 anni e la curiosità scientifica e la natura dei suoi studi spingono un giovane antropologo, impegnato nella regione, a svolgere il proprio lavoro, a cercare la villa leggendaria e a scoprire cosa ci sia dietro a questo misterioso caso di “tarantismo”.

Nel senso fiabesco, come dicevo, c’è una sorta di inclusione fra i due balletti, che terminano felicemente con il risveglio e le nozze.

Recuperare le prime versioni delle fiabe è una ricerca complessa ma piena di fascino arcano. 

Bisogna avere un gusto particolare per questo tipo di approccio letterario e storico, che Fredy Franzutti ha più e più volte dimostrato anche nelle nuove produzioni. E che va apprezzato e sottolineato nella giusta misura per comprendere il lavoro complessivo della sua Compagnia.

Una piccola postilla, la fiaba originale di Basile è lontana da quella che viene narrata, ma si sa che le prime versioni erano piuttosto crude e talvolta terribilmente crudeli, con il tempo poi molto edulcorate.

Questa, resa in balletto, è certamente molto originale.

Stefania Sanlorenzo

Related Posts