fbpx


Dopo aver letto molto del progetto “Leggere per… ballare” abbiamo incontrato l’ideatrice, Rosanna Pasi, nella cornice di Fortezza dal Basso (Firenze) in occasione di Danzainfiera dove, da lì a poco, avrebbe presentato il progetto di fonte ad un nutrito pubblico di interessati.

Rosanna Pasi, insegnante di Lettere in pensione, è ad oggi Presidente della Federazione Nazionale delle Associazioni di Scuole di Danza (F.N.A.S.D.) e la sua è un’idea davvero interessante, e non solamente dal nostro punto di vista.

Da cosa deriva il desiderio di creare un progetto come “Leggere per…ballare” e come è nato?

Io sono un’insegnante di lettere in pensione e mi occupo di scuole di danza perché mi interessa la danza come linguaggio della formazione. E mi interessano non solo la danza ma tutti i linguaggi performativi, la musica, la danza, la pittura e fra le scuole di danza ho introdotto questo progetto. Si tratta di uno spettacolo di danza per il teatro dei ragazzi fatto dai ragazzi che parte sempre dalla lettura di un libro. La novità è che il libro deve essere sempre condiviso con l’insegnante della scuola istituzionale, questo perché desideriamo unire attività che sono sempre state pensate separate.
Lo facciamo per interagire con la scuola, che è quella che frequentano i bambini la mattina, dal momento che molte insegnanti non vogliono che i bambini al pomeriggio vadano a danza perché sostengono che perdano solo del tempo; per riuscire ad interagire con questo mondo io ho preso lo strumento che la scuola riconosce: il libro.
Le insegnanti lo devono leggere con le loro discipline, noi lo leggiamo con l’aiuto delle scuole di danza e ne nasce uno spettacolo di danza ben riconoscibile dai bambini che vengono a teatro perché hanno letto libro a scuola quindi non una cosa campata in aria ma che fa parte della loro programmazione.
Tutto questo ci ha consentito di avere un protocollo di intesa con il Ministero a cui andiamo bene perché partiamo dalla lettura (che riguarda l’istruzione) e cerchiamo di mettere in collegamento la scuola del mattino con la scuola del pomeriggio. Il concetto è ovviamente la comunità educante che non è composta da chi fa tutto ma da chi interagisce con gli altri per un obiettivo comune, cioè la formazione dei giovani. Inoltre siamo apprezzati dal Ministero anche perché creiamo occasioni per frequentare il teatro che è un luogo di comunicazione straordinario, non solo per chi sta in palcoscenico ma anche per chi li guarda dalla platea.

E questo progetto si sviluppa ormai in tutte le parti d’Italia?

Si, in tutte le regioni e in tante città laddove si è realizzata la condizione necessaria e fondamentale: la collaborazione della rete delle scuole di danza del territorio. Ovviamente non possiamo iniziare il progetto con una scuola sola ma è la rete delle scuole del territorio che ne consente la partenza ed è la cosa più difficile perché dopo trovare gli insegnanti che a scuola leggano il libro è facilissimo.
Per quanto riguarda le scuole non vi sono problemi, tutte le insegnanti accettano, quello che ci serve è far capire invece alle insegnanti di danza che è necessario che ciascuna faccia un passo indietro per se stesse per farne due avanti per la loro attività e per i ragazzi e non è facilissimo. Purtroppo c’è molta competizione tra le scuole ma è difficile anche per un altro motivo: queste insegnanti non sono riconosciute da nessuno quindi loro si devono fare largo a gomitate sul territorio; allora io con la mia Regione, l’Emilia Romagna, sto avviando un percorso che è quello dell’inserimento nel repertorio delle qualifiche professionali della qualifica di “maestro di danza” e con questo progetto siamo nella fase preparatoria. Io ho fatto una domanda, la regione ha accettato di introdurre questa qualifica, ora andiamo avanti per costruire i contenuti e dopo di che arriverà l’approvazione del Consiglio Regionale e quindi diventerà Legge Regionale, poi attraverso una serie di rapporti tra Regioni questa cosa potrebbe essere prototipo per le altre Regioni; è un lavoro lungo perché per essere inseriti nelle qualifiche europee ci sono dei parametri ben precisi entro i quali stare.

Ovviamente per fare questo si è rivolta alla politica

Certo, mi sono avvalsa del mondo politica. Tra coloro che mi hanno molto aiutato c’è anche Giulia Gibertoni, capogruppo Movimento 5 Stelle della Regione Emilia Romagna (presente anche lei a Danzainfiera in occasione della conferenze. n.d.r.) la quale ha fatto una grande opera di collegamento tra Assessorato della Formazione e quello alla Cultura in maniera molto intelligente, preparando una risoluzione che è stata approvata dal Consiglio e adesso stiamo andando avanti partendo da quel dato lì.
Il mio obiettivo è che quando una persona si reca dal Sindaco e dice di voler aprire una scuola di danza il Sindaco possa controllarne i requisiti, cosa che adesso non accade. È vero che nel nostro Paese abbiamo solamente l’Accademia Nazionale di Danza ad avere diplomi riconosciuti ma nemmeno lei ha potere per il Sindaco di turno, quindi è come se non ci fosse.
Oggi le qualifiche non possono essere controllate perché non c’è un profilo professionale ben definito allora noi vogliamo arrivare lì, è una questioni di dignità, non solo per gli insegnanti di danza ma anche per i genitori che portano figli a scuola di danza e che hanno il diritto di sapere che qualcuno sa chi c’è dentro. Lo so che non serve un diploma per esser bravi, ma intanto iniziamo a dire che deve esserci.

Prossimi step?

Il prossimo iter è cominciare a verificare chi ha questa professionalità, che può essere raggiunta tramite anni di praticantato, corsi che si sono fatti, ecc. però io qui non c’entro più. Io non mi occupo di danza ma di un iter politico e burocratico specifico e preparatorio a quello che le insegnanti di danza devono dimostrare perché se vogliono parlare di formazione ci sono cose che tutte devono conoscere: l’anatomia, la psicologia, la pedagogia, la didattica, e avere una cultura generale riconosciuta.
Non sono d’accordo con quelli che dicono che le scuole di danza private non hanno bisogno di nulla, secondo me la professionalità va sempre reperita! È fondamentale!

Per informazioni vi invitiamo a seguire la pagina Facebook Leggereperballare

Giulia Toselli

Related Posts