La musica da Camera di un vero genio di ogni epoca, MOZART, attraverso il Quartetto e i Solisti dell’Orchestra del Teatro alla Scala, dà vita alla nuova creazione coreografica di Massimiliano Volpini.
Nelle serate dal 9 aprile (debutto in Prima Assoluta) vedremo “Il Giardino degli Amanti”, fino al 19 aprile 2016 al Teatro alla Scala.
Roberto Bolle sarà interprete in scena, con la ballerina Nicoletta Manni, nelle date: 12, 13, 14, 16, 17 di aprile.
Non hanno mai ballato su questo palcoscenico in coppia, ma sono partner nella danza già da diverso tempo; perciò l’affiatamento c’è, come c’è con Massimiliano Volpini al montaggio del pezzo, completamente nuovo.
Questo è stimolante per gli interpreti e per il pubblico che ha bisogno di comprendere come la danza possa esprimersi in una infinita varietà di produzioni: anche inventando una storia.
“Finché esisteva la musica, poteva vivere in qualsiasi mondo” (cit. quarta di copertina, di un libro che probabilmente ho letto solo io: IL SIGNOR MOZART SI E’ SVEGLIATO, di Eva Baronsky. Edizione italiana luglio 2010); la frase si riferisce proprio a lui, Wolfgang Amadeus Mozart, che si risveglia ai giorni nostri, in un sovrapporsi dell’attimo in cui la sua vita fugge via, in un sospiro sul letto di morte…. lasciando in sospeso il famosissimo Requiem (Vienna 5 dicembre 1791) e la sua stessa dipartita in uno slittamento irreale (nel testo il 2006).
Ebbene la musica di Mozart rivive in questi giorni al Teatro alla Scala, trasportando i ballerini fra le note dei quartetti e dei quintetti cosicché sia il mondo di Mozart questa volta a raggiungere noi spettatori attraverso la danza dei ballerini scaligeri.
In una villa barocca, scene e costumi sono messi in risalto per confondere oggi con ieri. Un labirinto di siepi, ovviamente segna il passaggio fra realtà e irrealtà, fra illusione e vero; ma anche una possibilità di incontro fra due atmosfere festaiole: personaggi leggiadri e ironici intessono schermaglie amorose a passo di danza, fra i personaggi mozartiani del ‘700 e gli invitati alla festa dei nostri giorni.
I passi sono studiati per rendere palpabile il divertimento e il virtuosismo che ammicca a se stesso. Si aprono le danze in vivaci e mutevoli cambi coreografici, come a confonderci in una allegra fantasia dove tutto è un sogno che il labirinto ha risvegliato e tornerà a inglobare in sé: Massimiliano Volpini ha creato una coreografia su musica da camera, e questo è già un piacevole diversivo, e poi ha scritto una storia, perché i personaggi delle Opere di Mozart che noi vediamo coinvolti in questa magia surreale, non hanno un legame con la trama dell’Opera da cui provengono, ma solo con la propria identità, che via via riaffiora.
La musica è veramente l’elemento che unisce danza, fiaba e Mozart.
Perciò in questo giardino gli amanti giocano sulle sue note e gaiezza e spensieratezza fra fiati e archi riecheggiano nell’onirico vegetativo di un palcoscenico illustre.
https://youtu.be/iQOCK1de8qY (Intervista a Bolle e Manni)
(ph: Teatro alla Scala) Questa fotografia è stata condivisa dalla stessa ballerina Nicoletta Manni. Su di essa è caduta la mia scelta, proprio per questo motivo: siamo all’inizio e lei balla scalza, ci avete fatto caso?
Grazie
Stefania Sanlorenzo