Lo Spazio Diamante, spazio culturale polivalente nel quartiere multietnico Pigneto a Roma, ospita il progetto Percorsi Migranti, organizzato da Emanuela Rea per Sala Umberto srl in partnership con Angela Cocozza per Associazione ALI Onlus / Termini Underground, Associazione Romà Onlus, StreetUnivercity di Berlino grazie al contributo del MiBACT nell’ambito dell’avviso pubblico MigrArti e il supporto dell’Assessorato alle Politiche Sociali del Municipio Roma I Centro e dell’Assessorato alle Politiche Educative e Scolastiche, Cultura, Intergenerazionali del Municipio Roma V.
Percorsi Migranti è una riflessione attorno al tema dell’identità culturale attraverso lo sguardo dei giovani immigrati di seconda generazione, nel loro rapporto da un lato con le culture di provenienza, dall’altro con il Paese in cui crescono. Sfida del progetto è fornire non solo strumenti, ma anche suggestioni, spunti di riflessione, confronti affinché i ragazzi, tra i 15 e i 26 anni, si esprimano nel dialogo interculturale e diano spazio all’innovazione che nasce dal rapporto con il contesto metropolitano multietnico. I giovani che frequentano gli spazi di Termini Underground alla Stazione Termini di Roma gestiti dall’Associazione ALI Onlus (che coinvolge la comunità asiatica, africana e sud americana) integrati a loro volta con i ragazzi rom dell’Associazione Romà Onlus sono stati i protagonisti di vari percorsi laboratoriali (danza, musica, scrittura, teatro ) che li vogliono autori di contenuti, elaboratori di senso, portatori di un nuovo e diverso concetto di società.
Percorsi Migranti presenta ora i risultati di questi percorsi allo Spazio Diamante.
Date:
- 15 giugno ore 21.00
Mixed Culture Contest All Style
spettacolo di danza a cura di Angela Cocozza per Ass. ALI Onlus/Termini Underground
Con Woody Helen, Sonny Olumati, Shea 99
Presentano: Juru e Giò Di Sera / Street Univercity Berlin
e 50 ragazzi dei laboratori di danza
La sfida a colpi di danza è la modalità di incontro delle nuove generazioni. Una sfida pacifica in cui ci si confronta nella capacità di creare qualcosa di nuovo, di originale, mai visto prima e dalla sfida nascono contaminazioni, fusioni e soprattutto amicizia. Protagonisti sono 50 dei tanti ragazzi di ogni nazionalità che hanno frequentato i laboratori, in scena con una vera battle 2 vs 2 all style per dare la possibilità a tutti di esprimersi nella modalità che più preferiscono e un contest coreografico frutto del lavoro con i formatori di diverse provenienze geografiche. Presentatori d’eccezione il rapper ruandese Juru e Giò di Sera che ci faranno conoscere non solo i ragazzi ma anche i paesi da cui provengono le loro famiglie.
A loro si affianca un gruppo di artisti di diverse origini della StreetUnivercity di Berlino, partner di progetto, onlus pioniere di quel nomadismo culturale e cosmopolita che a Berlino ha trovato casa, che opera per tutti quei ragazzi, per lo più immigrati, che hanno abbandonato la scuola ma non hanno rinunciato al sogno di esprimere se stessi.
- 21 giugno ore 21.00 concerto inserito nell’ambito di Festa della Musica – INGRESSO GRATUITO
JURU & the FunkMessengers
Jean Hilaire Juru – voce
Lazy Cat – tastiere
Eugenio Saletti – chitarra e voce
Alessandro Nigi – batteria
Davide Nocera – basso e voce
Special guest: Valentino Agunu
Jean Hilaire Juru, di origine ruandese, rifugiato politico in Italia dall’età di due anni, è cresciuto artisticamente nei laboratori di Termini Underground come ballerino ricevendo anche una formazione drammaturgica grazie alla quale scopre un talento naturale per il free style. Nel 2014 partecipa, con un trio di giovanissimi musicisti italiani che si offrono di sostenerlo, al concorso musicale “Play Music Stop Violence” all’Auditorium Parco della Musica. La band in una sola settimana arrangia una base del compositore Funk “Lazy Cat” e con un testo scritto dallo stesso Juru vince il primo premio per la Categoria Autori e insieme alla crew di ballerini di Termini Underground anche il premio Best Show.
- 23 giugno ore 21.00
Fratelli IN Italia – Reality Sciò
a cura di Pascal La Delfa per Oltre le Parole onlus
E’ uno spettacolo teatrale che tratta in chiave surreale il tema della cittadinanza, argomento di discussioni e confusioni che a “ondate” ritorna nelle cronache politiche e sociali del nostro Paese.
Nello studio tv di una sorta di “reality show televisivo”, sulla falsa riga delle decine di format che da qualche anno hanno invaso i nostri schermi, i concorrenti si sfidano con le proprie performance per conquistare l’ambito premio: non fama, non denaro, non contratti per idilliaci tour, bensì ottenere l’agognata cittadinanza italiana. Un presentatore “sopra le righe” introduce degli “italianissimi” giudici dello show, che saranno testimoni delle esibizioni degli artisti, di origini, lingue e religioni diverse. Una sfida che spazia dalle ritmiche hip hop a quelle di musiche tradizionali, ma anche domande di storia, geografia e letteratura, con l’obiettivo di assegnare l’ambito premio a chi dimostrerà non solo di avere talento, ma anche di conoscere a fondo la nostra Italia. Sembrerebbe solo un ennesimo discutibile spettacolo televisivo, peraltro non così inverosimile: ma un imprevedibile colpo di scena ribalterà il senso della storia e porterà i protagonisti (e il pubblico) a una riflessione sul tema principale.
Lo stile:
Una struttura narrativa prevalentemente teatrale, realizzata però in uno spazio non convenzionale (Spazio Diamante), dove la musica e la danza sono le protagoniste assieme al testo realizzato da Pascal La Delfa grazie ai contributi dei ragazzi stessi che hanno frequentato il corso.
Protagonisti sono i ragazzi di Termini Underground, integrati con altri volontari che frequentano il laboratorio teatrale, provenienti dal Corso per Operatori di Teatro nel Sociale dell’ass. Oltre le Parole onlus.
- 4 luglio ore 21.00
Orchestra di Famiglia
performance a cura di Muta Imago
La performance “Orchestra di famiglia” è l’esito di un percorso a carattere laboratoriale che la compagnia Muta Imago ha rivolto a giovani immigrati di seconda generazione, ai loro padri e alle loro madri.
Il progetto parte da una domanda iniziale: che cosa è familiare? In una famiglia, cosa è familiare per la madre o il padre e cosa invece per la figlia o il figlio? Uno stesso gesto significa la stessa cosa per entrambi? Il mondo sonoro di riferimento è lo stesso? In che modo la cultura in cui si è cresciuti modifica quella di appartenenza? Come cambia lo sguardo e l’ascolto nel passaggio da un luogo a un altro?
Sul palco diverse coppie di figli e genitori metteranno a confronto i loro mondi sonori e gestuali di riferimento: di fronte a una serie di microfoni comporranno una partitura che parla di loro stessi e dei loro mondi di provenienza: evocheranno suoni che appartengono alla propria intimità e riprodurranno i gesti che utilizzano per entrare in relazione con il mondo; canteranno le ninne nanne della loro infanzia e le canzoni dell’adolescenza, si chiederanno che verso fa una gallina o che suono produce l’acqua di un fiume, faranno ascoltare le suonerie dei loro cellulari e a gesti ci diranno che “va tutto bene”.
L’esito avrà tutta la forma di una piccola orchestra, dove al posto degli strumenti, ci saranno frammenti di testi, canzoni, dialoghi, spezzoni di film, suoni legati alle vite di queste due generazioni, che pur appartenendo alla stessa famiglia, provengono da mondi incredibilmente lontani.
- 9 luglio ore 21.00
I canti e le musiche del Mediterraneo
a cura di Stefano Saletti, Barbara Eramo e Banda Ikona
Da anni presenti sulla scena italiana e internazionale nell’ambito della musica world, etnica e della canzone popolare con la Banda Ikona, il polistrumentista Stefano Saletti e la cantante tarantina Barbara Eramo continuano la loro esplorazione tra i canti e le musiche del Mediterraneo. Una peculiarità del lavoro di Stefano Saletti e Barbara Eramo è proprio quella di cercare di far emergere le connessioni e i punti di contatto delle tante tradizioni dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, dalla tradizione popolare del nostro Sud alle melodie balcaniche, da quella greca a quella araba e sefardita, fino ad arrivare al recupero dell’antica lingua del mare, il Sabir che rappresentava la lingua del dialogo e dell’incontro tra la sponda nord e sud del Mare nostrum.
In questo concerto presentano i brani che hanno insegnato durante il laboratorio musicale realizzato con i migranti che frequentano la scuola di lingua e cultura italiana della Comunità di Sant’Egidio. Un percorso di apprendimento che ha visto cantare e suonare insieme bambini, ragazzi e adulti provenienti da Paesi differenti, che si sono confrontati con la ricchezza del patrimonio musicale italiano e mediterraneo, attraverso il canto e l’utilizzo di strumenti delle varie tradizioni, come l’oud arabo, il bouzouki greco, la chitarra e le percussioni.
in collaborazione con Comunità di Sant’Egidio che ha ospitato il laboratorio
Via Prenestina 230B, Roma
Ingresso 4 euro
Prevendita presso il botteghino del Teatro Brancaccio: Via Merulana 244 – Roma; tel. 06 80687231