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Sara Renda, siciliana classe 1991, nominata étoile dell’Opéra National de Bordeaux il 15 dicembre 2015, è una di quelle persone per cui provi simpatia immediata. Tenera (l’occhio lucido c’era – il mio – mentre mi raccontava del trasferimento a 10 anni e mezzo da Palermo a Milano) e determinata allo stesso tempo, è l’esempio che tutte le aspiranti danzatrici dovrebbero seguire.

Quanto è stato difficile lasciare Alcamo (dove hai sempre vissuto) a nemmeno 11 anni per trasferirsi a Milano senza i genitori per studiare danza alla Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala?
È stata una decisione molto difficile soprattutto perché sono molto legata alla mia famiglia e separarmi dai miei genitori, che non sono potuti venire con me, è stato pesantissimo. Mia madre è potuta venire con me nel mese di prova necessario prima di essere ammessi ufficialmente all’anno accademico, ma una volta che sono stata ammessa lei è dovuta ripartire e io ho trovato una casa famiglia in cui vivere. Stavo molto bene ma ogni tanto piangevo (come è normale che sia) quindi lei, ogni due settimane circa, arrivava il venerdì per stare con me almeno il weekend.
Iniziare così presto è un’esperienza bellissima che ti fa entrare subito, anche se molto piccoli, nell’idea di cosa sia il mondo del lavoro, inoltre quando hai una passione così forte è tutto bellissimo e sembra semplice. Poi ovviamente con gli anni e le difficoltà è anche diventata dura, ero piccolissima quindi le difficoltà ci sono state, però era anche facile perché è la mia passione, ho sempre vissuto per questo.

Dal 2010 hai invece lasciato l’Italia, dopo il diploma con il massimo dei voti, e sei all’Opéra National de Bordeaux
Si, ho fatto un’audizione e da agosto 2010 ho iniziato a lavorare in Compagnia. Qui è stato difficile inizialmente ma soprattutto per la lingua. La danza ha termini uguali in ogni parte del mondo ma in Compagnia e quando dovevo rivolgermi ai colleghi o ai docenti mi sono trovata un po’ più in difficoltà. Capivo bene se mi parlavano piano ma non sempre riuscivo ad esprimermi al meglio. Però diciamo che dopo il primo anno di ansie per la lingua è andata sempre meglio e mi trovo benissimo!

A dicembre il grande passo: nominata étoile al termine della prima de La bella addormentata nel bosco. Te lo aspettavi?
È stata un’emozione grandissima e non me lo aspettavo per nulla! Pensa che mi rendo conto che solo adesso, a distanza di mesi, riesco a realizzare quello che è successo ma per i primi mesi ero davvero nel mondo dei sogni. Non mi sembrava possibile.

Ora cosa state preparando? In cosa ti vedremo?
Abbiamo concluso Giselle il mese scorso. È stato bellissimo, un’emozione grandissima.
Adesso invece stiamo preparando ‘Le Messie‘ una coreografia contemporanea; il coreografo è Mauricio Wainrot ed è bellissimo lavorare con il coro, la Compagnia e l’orchestra. È davvero un balletto bellissimo.

C’è un ruolo che ti piacerebbe particolarmente interpretare?
Un ruolo che sogno e ancora non ho fatto è sicuramente Kitri del Don Chisciotte, però ti posso dire sinceramente che avendo fatto Giselle è cambiato qualcosa in me… non credevo fosse così forte questo ruolo ed è uno dei miei preferiti. Non mi aspettavo di vivere così tante emozioni salendo sul palco.

Domanda nerd: da ‘nativa digitale’ che effetto fa avere già una pagina su Wikipedia?
(ride) È forte! È stata un’idea del mio fidanzato. È un po’ difficile averla perché richiedono davvero molto materiale prima di decidere se vale la pena ma poi hanno compreso l’importanza di essere nominata étoile a 24 anni e ora sono lì, vicino ai BIG! Bello!

ph. ©HkVisuals

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