La storia del crudele Barbablù e delle sue mogli, dal gusto noir e senza alcuna componente magica, non ha mai smesso di catturare l’attenzione dei grandi e piccini aprendosi ad una molteplicità di significati e chiavi di lettura sempre diverse e singolari. E’ stata infatti oggetto di interesse per registi, musicisti e coreografi, nonché baluardo di innumerevoli campagne sociali per la violenza sulle donne. Per Francesca La Cava e il suo Gruppo E-Motion, IL CASTELLO DI BARBABLÙ rappresenta un pretesto narrativo dove le tante mogli trovano aderenza e/o similitudine in “Donne che corrono coi lupi” di Clarissa Pinkola Éstes, una storia sulla donna che si apre al suo mondo interiore e da vittima attraversa e apprende la conoscenza di sé per mezzo di una metaforica chiave, che, a sua volta, la conduce alla scoperta delle sue potenzialità e identità racchiuse nella sua primitiva forza creatrice. La storia di questo Barbablù si muove su due piani: quello dell’accettazione e quello nel quale la chiave e l’apertura della porta conducono verso la consapevolezza e la riscoperta della donna selvaggia. Nel libro Clarissa paragona, la donna selvaggia al lupo: piena di energia, capace di dare vita, pronta a difendere il territorio e i cuccioli, inventiva, leale ed errante. La creazione è un viaggio nin questo mondo femminile nel quale le protagoniste sono invitate a “seguire le dieci regole dei lupi per conoscere il territorio della vita: mangiare, riposare, vagabondare, mostrare lealtà, amare i piccoli, cavillare al chiaro di luna, accordare le orecchie, occuparsi delle ossa, fare l’amore e ululare spesso”.
La creazione si dota di un supporto multimediale di particolare impiego che gioca sul rapporto acustico del suono prodotto dal movimento, conferendo allo spettacolo un effetto coinvolgente ed estraniante. Si tratta dell’uso di pedane interattive dal nome Terpsiphonè, in cui Terpsì è un richiamo a Tersicore, musa delle arti coreutiche e fa riferimento al ruolo centrale che il corpo e il movimento hanno all’interno dell’esperienza; Phonè invece allude al suono con l’accezione più ampia della voce/corpo, nella quale il suono stesso non ha più soltanto una valenza fisiologica o comunicativa, ma riscopre, insieme al gesto, l’imprevedibilità. Quando ho ascoltato i suoni che poteva emettere Terpsiphonè, il pavimento interattivo presente nella creazione e ideato da Concetta Cucchiarelli, subito mi è tornata alla mente la storia di Barbablù ma soprattutto la rilettura che ne fa Clarissa Pinkola Estes nel suo libro “Donne che corrono con i lupi”. Ho visto la possibilità di creare attraverso i suoni di Terpsiphonè, un percorso verso la consapevolezza e la creatività, un luogo di ricerca e di rinascita della donna nel quale era possibile prestare ascolto alla voce interiore.
Video promo: https://vimeo.com/148203414
Prezzi dei biglietti: Intero € 12,00; Ridotto € 10,00; Ridotto Cral € 5,00
WORKSHOP
27 settembre, dalle 13:00 alle 15:00, tenuto da Francesca La Cava e da Metapherein Collective (Concetta Cucchiarelli e Stefano Di Pietro)
costo di € 8,00 oltre al prezzo del biglietto di ingresso
“Il workshop darà la possibilità ai partecipanti di entrare nel concreto del lavoro svolto dai danzatori della compagnia nella realizzazione dello spettacolo Barbablù. Utilizzando di persona l’interfaccia interattiva in condizioni che richiamano quelle dello spettacolo, i partecipanti avranno modo di sperimentare alcune problematiche legate all’utilizzo delle nuove tecnologie con una funzione drammaturgica, in uno spettacolo di teatro-danza, sia da un punto di vista coreografico che esecutivo e musicale. Sarà, inoltre, un modo per entrare in maniera più consapevole nello spettacolo, restando la partecipazione il livello più spontaneo di comprensione, soprattutto nell’arte contemporanea. Il workshop è aperto anche ad uditori interessati ai temi in questione.”