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Sì, ecco la domanda che tutte noi ci facciamo una volta emancipate dalle mamme, che ci hanno vestite in fogge che anche a un disegnatore manga non sarebbero MAI venute in mente, (ovviamente come forma sotterranea e subdola di ritorsione: tu non lo sai perché, ma loro si!). Ora possiamo gestire il nostro look a secondo del nostro umore come ben ci suggeriscono gli spot o le commesse dei negozi di abbigliamento.
A zonzo con le amiche, care le mie ‘Zakharove’, a LEZIONE CERTO CHE NO!
Cioè potete se l’insegnante ha assunto droghe oppure è dal callista.
L’abbigliamento che portate a lezione deve aiutare voi e la docente; non gli stilisti a comprare casa a Cortina.
Cosa significa aiutare? Per esempio non dare noia, cose che calzano bene, ma non stringano. Cose non troppo larghe che comunque impediscano, spenzolando, i movimenti. Indumenti che vi permettano di osservare le vostre linee allo specchio e diano la possibilità alla vostra cara “teacher” di vedere se siete dritte; e se tutto è, dove dovrebbe trovarsi (spalle giù, anche sulla stessa linea e bacino in asse, per esempio…).

bimba in tutù
Scendiamo squisitamente nei particolari:
IL BODY: alcuni sono bellissimi; spalline incrociate, tessuti elasticizzati, scoprono schiene, allungano le gambe grazie a belle sgambature.
Una prece: cercate di mettere d’accordo tutte le vostre compagne di corso; una classe molto colorata, (fucsia, giallo canarino, verde fluo, grigio catrame, azzurrino-rosa-pallido) è faticosa da guardare. Almeno lavorate sulle sfumature. Vi prego, vi prego vi prego.
LE CALZE : non mi importa se le mettete sotto o sopra il body. Nella stessa misura in cui non mi importa voi mettiate le mutande sopra i pantaloni. La gente è bizzarra e ne ho preso atto da tempo. Ma, per favore, mettetele!!! Danno una bella linea, vi tengono caldo (sì okay, non tanto, ma un po’…). Considerate che poi dovrebbero avere (anche loro) un colore congruo. Non rosa porcello, non bianco gesso (che porta pure malissimo!!! Ah!).
Non color camoscio del Gran Paradiso, come i gambaletti della nonna, #santissiminumi!
IL GONNELLINO: ve lo spiego, bene! Quel diminutivo non è una convenzione stilistica. Deve essere corto. Si dovrebbero vedere gran parte delle cosce. Non aggiungo altro.
Questa è l’uniforme.
Non le magliette, se non ci sono problemi di temperatura tipo meno 20°.
Non magliette con scritte tipo “AMO LA DANZA” o “PRIMABALLERINANELMIOCONDOMINIO” se poi vi fa fatica far due volte l’esercizio eh?!
No paillettes, strass, lustrini … Uffa, mi annoio da sola.
No scaldamuscoli, cioè sì, prima della lezione, vi scaldate e poi via tutto.
No mutandoni che fanno sudare, se lavorate sudate comunque.
No ai calzini sopra le scarpe.
No alle scarpe troppo piccole o troppo grandi. Mamme prima che cresca loro il piede le bucheranno! Speriamo…
VENITE PETTINATE BENE. I capelli danno veramente fastidio molte volte, dunque fate un bello CHIGNON PIATTO fugando ogni dubbio che quello sia o meno un bernoccolo. No! Dai, veramente, a punta no! Dai, per favore, no!

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Indossate cose che vi facciano sentire comode e carine, non abbiate paura di vedere nello specchio qualcosa che non vi piace, giacché ci sarà.
Ci sarà un ginocchio non steso, un piede a “banana”, o le spalle alle orecchie. E’ NORMALE, siete lì per imparare; osservando, sia voi sia la vostra pungolatric… ehm maestra, potrete notare ciò che non va e migliorare.
Solo così si diventa… #PRIMEBALLERINEDELPROPRIOCONDOMINIO.
Almeno.

Margherita Mana

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