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Il seguente articolo porta la firma di Massimiliano Claus, scrittore, saggista e docente di storia della danza e del balletto. Siamo molto felici di questa collaborazione e ci auguriamo che prosegua. La Direzione

Uno dei personaggi più estrosi dell’ottocento francese torna a far parlare di sé, soprattutto lo fa in punta di piedi. Forse non nell’accezione della discrezione, non propria dell’artista parigina, ma certamente nella trascrizione coreografica che si sta proponendo in questi tempi sui palcoscenici italiani. Spesso le figure di intellettuali ed artisti oltralpe hanno suscitato la curiosità e l’attenzione dei nostri coreografi ma su George Sand questa volta si è fatto un lavoro molto più intimo delle consuetudini. Del resto è facile strumentalizzare nomi e titoli ai fini commerciali ma qui Diana Ferrara prima, e Carmen Castiello poi, hanno reciso il sottile filo dell’approssimazione appannaggio della qualità a tutti i costi.

E così la città di Benevento, un tempo chiamata la città dei teatri, torna a riaprire un palcoscenico sulla danza a poche settimana di distanza dall’ultima rappresentazione di successo del “Romeo e Giulietta” all’anfiteatro romano. Quella era una serata di settembre, con un titolo che omaggiava William Shakespeare in occasione dei quattrocento anni dalla sua scomparsa. Oggi si cambia registro e la città si è risvegliata appassionata di Tersicore grazie all’ennesimo contributo di Carmen Castiello, direttrice artistica della compagnia del Balletto di Benevento, di nome e di fatto unico vessillo coreutico della città sannita. Ed in questa occasione ci si è lasciati alle spalle il Bardo per avventurarsi sul solco già tracciato dall’etoile Diana Ferrara, personaggio assai noto della danza che conta, nei meandri della vita intima e pubblica di George Sand. Eh sì, proprio George Sand. Già di per sé il personaggio è calamita di attenzioni di critica e pubblico per le controverse vicissitudini di Amantine Aurore Lucile Dupin che scelse lo pseudonimo maschile in un contesto storico parecchio complesso. Ed in onore di queste vicende il Balletto di Benevento ha sposato appieno la vocazione artistica dell’Astra Roma Ballet di Diana Ferrara e ha proposto questo titolo nella serata d’apertura della prima stagione di danza della città di Benevento di domenica 20 novembre 2016.

“George Sand uomo e libertà”, con le coreografie di Sabrina Massignani sugli spartiti di Ludwig Beethoven, Fryderyk Chopin e Robert Schumann, diventa l’apripista della nuova avventura sannita, affidato ai due protagonisti Odette Marucci ed Aldo Sancricca. La fusione della mente di Diana Ferrara e del braccio di Carmen Castiello conduce dunque George Sand al Teatro Massimo di Benevento, città avvezza alle streghe ma evidentemente alla scoperta di nuove sensazioni affidate alla penna introduttiva di questa coreografia. “Quest’artista spregiudicata scelse un nome maschile, fumava il sigaro e vestiva da uomo per la libertà dello spirito e per un maggior riconoscimento sociale. Un travestimento che rappresenta la sfrontatezza e la sfida di una donna insoddisfatta, tangibile nei suoi romanzi e trascritta in coreografia attraverso la leggerezza, la forza, il coraggio e la determinazione con momenti intensi e rappresentativi dei suoi più importanti e significativi amori: l’appassionata e tempestosa relazione con il poeta Alfred de Musset e la scandalosa ed angusta storia con il grande compositore Chopin, allora ventiseienne, che si definiva un uomo d’ordine mentre George Sand, di sei anni più grande, era una donna indipendente, separata dal marito, con un passato di numerose relazioni e tendenze rivoluzionarie. I due protagonisti si innamorarono perdutamente e vissero una storia d’amore travagliata in cui arte, letteratura e vita si fusero in un sodalizio unico e tormentato.” Fa effetto riscoprire questa donna con il suo personaggio sulle scene di Benevento, la città delle streghe. Chi ci impedisce di considerare l’artista parigina una strega moderna dell’Ottocento?

Nata nella capitale francese nel 1804, Amantine Aurore Lucile Dupin è stata una scrittrice e drammaturga che ha saputo scrivere la storia più affascinante proprio nelle corde della sua vita personale. E per questo Diana Ferrara l’ha catapultata fino ad oggi, nelle celebrazioni dei centoquarant’anni passati dalla sua morte a Nohant-Vic, accolte a piè pari da Carmen Castiello, direttrice artistica del Balletto di Benevento e della stagione di danza della sua città. Ma soprattutto anima pensante e pulsante di tutte le iniziative coreutiche del Sannio, concepite per risalire la china artistica e culturale di una città che vuole diventare motore di ricerca, formazione e produzione di danza e balletto. Carmen Castiello dalle “stregonerie” di George Sand ha tracciato il nuovo solco con la rappresentazione “Terra mia” del prossimo 4 gennaio, in collaborazione con l’Orchestra “I Filarmonici” di Benevento, in onore del compianto cantautore Pino Daniele e le coreografie della stessa Castiello per poi sperimentare le proprie contaminazioni con l’arte in “Dance Out. Dialogo tra il corpo e l’arte”, in scena il 25 marzo 2017, fino alla chiusura della rassegna in occasione della Giornata Mondiale della Danza del 29 aprile con “Swan Lake”, nuova produzione a metà tra classico e contemporaneo della compagnia Jas Art Ballet dell’etoile scaligera Sabrina Brazzo e del co-direttore dell’ensemble Andrea Volpintesta, con le coreografie di Giorgio Azzone e le immancabili musiche di Piotr Ilich Ciaikovskij.

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