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di Massimiliano Craus

“La mia vita d’artista. Storie d’ordinaria e straordinaria dislessia” è un titolo che è tutto un programma. E’ al contempo una coreografia nel mondo della danza, a cura di Giorgio Azzone, Joe Lampugnani, Margarita Smirnova, Giulia Staccioli, Andrea Volpintesta e Max Volpini, ed un’idea a cura di Salvo Manganaro e Micaela Masella nei meandri della vita artistica e personale di Sabrina Brazzo, étoile scaligera amata in lungo e largo per il repertorio. A cornice di questa esperienza umana e coreografica, in scena lo scorso 25 maggio al Teatro Carcano di Milano, abbiamo scovato anche Kataklò e Jumpin Joe e Friends con special guest la JAS Art Ballet. La storia a tinte dislessiche di questa meravigliosa idea è stata mutuata in scena con la regia di Valentina Colorni e la drammaturgia di Riccardo Mini, con un’equipe di primissimo piano per griffare la presenza in scena di Sabrina Brazzo nella duplice veste di interprete e donna. Eh sì, “la mia vita d’artista” narra il percorso formativo di una danzatrice che, partendo dalla preparazione di base classica, cerca di arricchire le proprie capacità espressive attraverso lo studio di altre tecniche. Con onestà e coraggio, Sabrina Brazzo mette in scena la propria difficile condizione di artista dislessica. In questi termini le testimonianze di Micaela Masella ed Andrea Volpintesta ci aiutano oltremodo ad entrare nei meandri della vita artistica di Sabrina Brazzo, al di qua e soprattutto al di là del palcoscenico di una vita, a braccetto con Tersicore in ogni dove. E qui emerge proprio una Sabrina Brazzo che apre il proprio cuore e che racconta tante cose di sé, condividendo le difficoltà che ha incontrato per via della sua dislessia nel percorso ad ostacoli della danza. La nostra etoile ha poi realizzato grandissime cose e questo vuol essere uno spettacolo di incoraggiamento per tutti, specialmente rivolto ai giovani affinché pensino che nella vita tutto è possibile, lavorando per superare le difficoltà che la vita pone ad ognuno di noi. In questo progetto la JAS Ballet ed il Teatro Totale mirano altresì a valorizzare giovani talenti, accompagnandoli per mano nel mondo del professionismo. E proprio Andrea Volpintesta, marito d’arte di Sabrina Brazzo e protagonista indiscusso della danza scaligera, chiarisce obiettivi didattici e finalità educative della propria compagnia e di quest’ultimo progetto a più mani: come ensemble vogliamo che la danza sia utile a far scoprire ed a parlare di tematiche che sono molto importanti nella nostra società. la danza possiede la massima sensibilità per poterlo fare, comunicando in maniera diversa, con i movimento e le espressioni del viso. D’altro canto la protagonista di questa vita d’artista non si è mai nascosta, riuscendo a dare ancora maggiore peso specifico alle proprie interpretazioni ed al proprio successo su scala planetaria. E lei stessa si racconta, riconoscendo che l’arte in questo caso è veramente il cuore pensante. Può mandare avanti il mondo anche in maniera migliore. E’ giusto sognare ma poi i sogni devono realizzarsi. Se avete un grande sogno dovete seguirlo ed essere ancora più convinti che quello può non essere solo un sogno. Le belle parole ed il grande impegno in scena trovano infine il giusto riconoscimento istituzionale nella fattiva collaborazione de “la mia vita d’artista” con l’associazione “Dislessia 360” che promuove e sensibilizza nel mondo scolastico le diagnosi precoci sui disturbi dell’apprendimento. Basterebbe che la società fosse un po’ più attenta – chiude Andrea Volpintesta – con l’invito a non generalizzare, non trattare tutti in una maniera standard, nella danza come nella vita, perché ogni persona è un mondo a sé e ha bisogno di esprimersi con le sue modalità. Sabrina ne ha trovato uno e ha fatto tutto da sola. Uno dei nostri progetti futuri è proprio realizzare un corso speciale per i ragazzi con disturbi nell’apprendimento che vogliano avvicinarsi al mondo della danza. Progetti e palcoscenico figli della sensibilità di una coppia che ha scritto pagine tra le più significative del Piermarini e che oggi, con la nuova realtà JAS Art Ballet, intende ripartire con un progetto lungimirante e solidale. Del resto la musa Tersicore avrebbe volentieri accolto a sé i suoi discepoli più svantaggiati ed in un contesto di inclusione più detto che fatto ci piace sottolineare ancora una volta il coraggio e l’onestà intellettuale dell’etoile più amata ed appassionata. La sua vita d’artista ha potuto incoraggiare le vite altrui di potenziali artisti.  

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