di Margherita Mana
“Approfondimento socio-culturale su quelle che comunemente sono le lezioni di PROPEDEUTICA E/O EDUCAZIONE AL MOVIMENTO e PROPRIOCEZIONE”
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Sono tesa. Oggi do lezione alle rivoluzionarie dell’I.C.A (il corpo anarchico). Il consiglio direttivo ha un corso che si tiene dopo la scuola o la materna con divisa rosa e ghigno. Un nucleo irriducibile di 5/6 bambine dai 5 ai 7 anni PUCCIOSISSIME, che si batte per una seria e ponderata riforma della danza, per concedere a tutti la libertà di scelta sulla gamba atta a cominciare a saltellare per il mondo a seconda di cosa dice in quel momento il sentimento e/o per una necessaria esportazione delle pizzette di pasta foglia in tutta la penisola Scandinava. Come potrete capire, sono questioni spinose e di schiacciante attualità.
Sono ovviamente tenuta in disparte e guardata con sospetto, nonostante l’elezione a loro portavoce ufficiale e addetta alle comunicazioni con i media. Non mi illudo che abbiano visto in me doti eccezionali, a parte il fatto che so scrivere e che distinguo con disinvoltura (quasi) sempre il verbo essere da una congiunzione, ai loro occhi risulta un virtuosismo tecnico rilevante; io ovviamente lo faccio pesare tantissimo, lucidandomi le unghie nella felpa che reca la scritta “Se io sarei la Pavlova”.
Le notizie che trapelano e che divulgo con pignoleria, sui social, sono effettivamente ciò che loro mi dicono di dirvi e, benché il senso mi sfugga, sono qui che compio il mio dovere stoicamente. In realtà vivo sotto minaccia: se non facessi cosa mi dicono di fare, potrebbero hackerarmi il telecomando bloccandolo su Boing. Francamente preferisco eseguire senza questionare.
Ecco. Allora io tengo con loro un laboratorio, avrei un’ora alla settimana; non vi dico bene cosa si fa perché anche io ho i miei segreti professionali e di solito do loro delle opzioni che variano a seconda del sentimento (appunto), dico solo che alla proposta degli argomenti segue:
– breve discussione su come decidere cosa fare
– votazione per alzata di mano segreta e spesso con le mani di altri per ingannare gli avversari politici
– scrutinio pubblico con forze dell’ordine (io) a evitare sommosse eventuali
– pausa merenda, acqua, pipì, coda di cavallo, corsettina per la sala ballo, due bacini se hanno un po’ litigato
– il ricreativo, dove in genere parte narrazione tragica di soprusi perpetuati da mamme crudeli che alle 21, senza alcuna delicatezza, esigono il lavaggio super noioso, addirittura con spazzolino, dei denti (quelli disponibili al momento).
Dopo di che, piccolo riassunto e comincia la mezz’ora di lezione rimasta. Se qualcuna non è proprio molto convinta, si fa la conta e buonanotte al secchio!
Io chiaramente sto scherzando, adoro queste bimbe con gli occhi spalancati che cercano con un impegno ammirevole di fare quello che chiedo loro, e credo che in quegli occhioni lì, nei corpi ingovernabili ci sia davvero una profonda vena di anarchia. Loro stesse non si “comandano”. Credo sia lo scoglio più grande la propriocezione, il gradino più alto da salire a tutte le età, figuriamoci durante l’infanzia. Credete sia possibile insegnare loro a “sentirsi” senza dare esercizi preconfezionati, dando modo di fare ciò che suggerisce il corpo? Forse la propriocezione è esattamente l’archiviazione di queste esperienze unite a degli schemi che abbiamo innati, i riflessi per intenderci. Quindi è vero che noi istintivamente se cadiamo mettiamo prima le mani anche da piccoli, come è altrettanto vero che devo dare come regola che se scendo di livello, da in piedi a sdraiata per esempio, sarà bene che io pieghi prima le gambe invece di schiantarmi come un tronco. Oppure trovare un modo organico per fare la strada inversa. Non insegnare una sequenza di movimenti belli o brutti, agili o goffi, bensì funzionali e organizzati. Praticamente spiego loro la gravità e come prenderla in giro. Ecco poche e semplici regole che l’I.C.A. affronta con slancio e passione, convinte che la liberazione del gesto passi attraverso l’organizzazione dei corpi e le girelle al cioccolato (essenziali come le patatine d’altronde). Oggi abbiamo fatto un insetto, tutte insieme abbiamo fatto un grosso animalone semovente, ma senza struttura gerarchica perché la monarchia è dura da digerire anche in un collettivo pieno di principesse.
Una cellula appena entrata nel collettivo mi abbraccia, si stacca e molto stupita, mi dice: “Maestra, tu profumi!!” Chi l’avrebbe mai detto eh?? Preparo il ciclostile da dare alla stampa, perché questo mi pare uno scoop.