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di Riccardo Mari

Sono seduto al volante della mia auto percorrendo le strade provinciali che solcano il Chianti con i suoi vigneti e uliveti, il sole di taglio crea ombre e accende le foglie autunnali di rossi e gialli intensi, bado alla strada ma con quello sguardo sognante, vigile e perso allo stesso tempo quando, nella corsia opposta, arriva una macchina con alla guida una donna (non è sessista ma solo una constatazione in percentuale) in età avanzata incollata con il petto al volante e i suoi occhiali, che si affacciano appena sopra la linea del cruscotto, al parabrezza; imposta la curva segando con un bel taglio netto quel segmento bianco immaginario, che divide armoniosamente le due corsie, quella linea che separa gli spazi democraticamente (parola in disuso), che permette all’aurea della mia vettura di non cozzare contro la sua. Dopo una sequela di imprecazioni che fanno arrossire anche le foglie gialle, mi ritrovo a pensare a quanto quell’attimo abbia spostato i miei equilibri, quanto mi abbia messo in una condizione di fuori peso.
FUORI PESO?
Ma che cacchio vuol dire fuori peso?
Ah già, è l’espressione della Mana.
Fuori peso per me è l’espressione che indica un’immediato ricorso ad una dieta maniacale: “Ommadonninasanta sono fuori peso devo perdere almeno dieci chili mangio ancora questa fetta di crostata alla crema e da domani solo foglie di lattuga che rubo alla tartaruga domestica semmai.”
Ma la Mana no, quando parla di fuori peso, pensa alla danza.
Io le dico che sta benissimo com’è e lei mi guarda come si guarderebbe un mentecatto ignorante.
Lo sono, per quanto riguarda la danza (e per mille altri argomenti) lo sono, me ne assumo tutta la responsabilità. Lei come una maestrina paziente mi spiega il concetto.
Quando danzi, per lei devi volare, cadere, spostare l’equilibrio, rialzarti per cadere di nuovo, dall’altra parte magari, questo crea un movimento interessante e degno della sua attenzione.
Mi mostra dei video, commenta: “Noooo, non così, guarda, vedi cosa c’è che non va?” e io aggrotto le sopracciglia nella tipica espressione di rimbrotto e dico sicuro: “E certo, manca il fuori peso”
Pfiuuu, l’ho scampata!!!
Quando non siamo insieme vado a cercare dei filmati di balletti su YouTube, per capire meglio e mi ritrovo ad apprezzare cose che lei trova deplorevoli o quanto meno scontate o già viste, trite e ritrite. La sua vasta e approfondita cultura storica, la sua esperienza sul campo, l’aver volteggiato con e per le star della danza, le hanno inevitabilmente tolto l’ingenuità del bambino che vede per la prima volta.
Io mi godo l’emozione che mi da la mia mancanza di storia, senza dirglielo però perché se c’è una cosa che la manda in bestia è la parola “emozione” rivolta alla danza.
Ho fatto il musicista per anni e mi sono sempre rifiutato di conoscere la “storia” prima di aver sviluppato un linguaggio personale, proprio per non farmi indottrinare e ammaliare dalla tecnica, lasciando che fossero i miei sensi a giudicare, le mie emozioni a prevalere (mi odierà lo so).
Non visito una città sapendo cosa vedere, conoscendo il suo passato, la visito con gli occhi, con il naso, con le orecchie, con le papille e le mani, solo in un secondo momento mi informo, mi istruisco. La prima visita la lascio alla riverenza dell’ignoranza. Così faccio con un quadro, con una foto, con un libro, con una persona.
Con l’età ho imparato ad andare oltre se non mi interessa per dedicare più tempo a ciò che per me, e sottolineo per me, vale veramente la pena.
Non leggo tutto un libro anche se non mi piace, non mi soffermo su ogni quadro in una galleria se non mi attira per qualche motivo, passo oltre ma non con distrazione al contrario, con i sensi ben allertati.
Questo è il mio modus operandi, per qualcuno sbagliato, per altri superficiale probabilmente ma è
quello che ho perseguito, affinato e sperimentato in anni e certo non mi farò abbindolare dalla
prima ballerina che passa, mancoseffosselamiafidanzata. Ahhh!!!
“No vabbeh amore, ti ascolto… si certo non lo dico più,… no dai… si ho capito bisogna andare
fuori peso, va bene,… come vuoi tu. Stasera mangiamo una pizza vegetariana, ok… e guardiamo quel film che ti sembra carino dal titolo, va bene, decidi tu.”
Un’altra orrenda commedia.
VODKA!!!

*Nota di Stef
“Essere fuori peso” non ha niente a che vedere con l’essere o meno in buona forma fisica. Ha assunto, direi, un significato concettuale che nella rubrica viene periodicamente spalmato come il burro sul pane tostato caldo. Se ci aggiungiamo la marmellata è perché ci sono OSPITI.
Gli ‘ospiti di Marghe&Stef’ arriveranno ogni tanto per l’ora del tè e ciò dovrebbe ampliare e diversificare il nostro intento divulgativo. Chiacchierare con chi in qualche modo voglia trovare un punto di contatto con la danza. Non necessariamente deve appartenere al mondo della danza, anzi, si mette in gioco trasversalmente per raccontarcelo. E proprio per questo, gentilmente RICCARDO MARI è il nostro primo ospite. Lo ringrazio e vi consiglio di seguirne quel carisma celato dagli occhiali tondi che non lasciano trapelare ciò che sta guardando. Singole realtà in sé compiute (non necessariamente complete), ma assorbite nella unicità che potrebbe volgere a un insieme più complesso come in un “POLIMERO”, che è il suo LIBRO DI ESORDIO, in uscita a fine Novembre 2017.

Grazie

 

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