Non è Natale senza Lo Schiaccianoci ma, si sa, non è Natale solo dove splende la luce.
La rilettura del più classico dei classici, ideata dal coreografo scaligero, ribalta l’ambientazione originale del primo atto, sostituendo all’enorme casa borghese in festa la strada di un’immaginaria periferia
metropolitana: qui, abitanti senzatetto e ribelli senza fortuna vivono come comunità d’invisibili, adattandosi agli stenti della quotidianità e agli scarti della città. Un muro imponente separa due
strati di società, chiudendo fisicamente e idealmente una fetta d’umanità disagiata in un angolo di
vita separata e nascosta.
Nessun pupazzo o soldatino, ma solo un principe, il Fuggitivo, e la sua amata: i due giovani temerari tenteranno il grande salto oltre il muro e affronteranno bande di uomini oscuri, vigilanti di rivoluzionari
tumulti.
La tradizionale ‘battaglia dei topi’ si trasformerà in un cruento scontro di strada il cui esito sarà l’evasione
del Fuggitivo e la salvezza di Clara.
Attraverso il coraggioso passaggio a un’altra dimensione – il viaggio immaginario di Clara è tutto ciò che avviene nella testa della giovane un attimo prima di decidere se seguire o no il suo eroe verso luoghi ignoti – la coppia di avventurosi inizierà una nuova vita, non bella e fantasiosa come quella immaginata, ma
pur sempre fiduciosa verso il futuro.
Il secondo atto riaggancia ambientazioni e personaggi della tradizione, in un viaggio tra danze del mondo e personaggi bizzarri, un incanto che cancellerà per un attimo gli incubi grigi di una vita nell’ombra. La magia non durerà tuttavia per sempre e sul finale Clara, pur tentando davvero la fuga da quel luogo, tornerà ad osservare il muro della sua prigionia con la consapevolezza di un’impossibile liberazione: dall’altra parte continueranno a vivere gli invisibili, estranei al suo nuovo mondo come pezzi mancanti di un’umanità irrisolta.
Ma cosa rappresenta davvero la festività nella contemporaneità? Volpini l’ha voluta immaginare come una Pandora dei tempi moderni, sorpresa a scoperchiare un grande vaso di verità. Sorpresa.
Proprio così è l’effetto che il vetro, la plastica, il legno, la carta e il cartone – materiali molto preziosi recuperati e riutilizzati grazie al riciclo creativo – hanno dato vita nei costumi e nelle scenografie di questo originale Schiaccianoci del Balletto di Roma. Il passo verso una riflessione sul tema ecologico è breve, un contesto avvertito ormai come una vera e propria necessità di riscoperta del sé.
È tramite un processo giocoso e naturale che Lo Schiaccianoci svela pezzi di tela, cartone, plastica e quant’altro disponibile alla fantasia, inventando nuovi mondi e dimensioni che strappano questi oggetti dal rischio di trasformarsi in un semplice “rifiuto”.
Un’attenta analisi delle caratteristiche dei materiali, dimenticata la loro funzione iniziale, ha aiutato a dare agli oggetti una nuova vita, una nuova storia, sfruttandone potenzialità e caratteristiche specifiche, in
una corroborante e creativa fase di studio e progettazione. Così una vecchia scatola di cartone dimenticata in soffitta si scompone in tante divertenti sagome da appendere a un albero di Natale fatto di bottiglie di plastica e una manciata di vecchi bottoni spaiati o di tappi colorati potrà rappresentare una fantasiosa alternativa a perline per bijoux. Lo Schiaccianoci di Volpini è uno stimolo ecologico a riflettere anche sulla condizione delle persone – rifiuto, sullo smarrimento d’identità sociale e sui mille volti del nostro “essere”; se ci si arrende all’idea che questa entità sia unica e immutabile, infatti, si rischia di “ammalarsi” di noia, insoddisfazione e apatia.
Quest’opera fa pensare che in tutti noi si possa sempre nascondere una piacevole sorpresa e che è importante coltivare i sogni custoditi in fondo ai cassetti perché potrebbero rivelarsi meravigliosi progetti di vita nuova, troppo spesso offuscati dalla paura e dall’incapacità di affrontare una svolta decisiva: imparare a “riciclarsi” con la stessa gioia e facilità con cui da bambini giocavamo con un pezzo di carta.
Sulle note di Pëtr Il’ič Čajkovskij Massimiliano Volpini porta in scena, attraverso una danza fresca e attuale, una riflessione lucida e insieme poetica sul classico natalizio che tutti conosciamo, stimolando lo spettatore a osservare la fiaba da più punti di vista.
Pur nella conservazione del binomio realtà/sogno, questo Schiaccianoci scopre i risvolti terreni e umani di una società contemporanea piena di contraddizioni.
Una rilettura carica di emozioni positive, che ci fa assaporare una prospettiva di trasformazione continua,
delle persone e delle cose.
Credits
Nuova ideazione, drammaturgia e coreografia Massimiliano Volpini
Musica Pëtr Il’ič Čajkovskij
Scene e costumi Erika Carretta
Assistente alle coreografie Viola Vicini
Light designer Emanuele De Maria
Realizzazione scene ONE OFF Industreal s.r.l.
–
Milano
Realizzazione costumi D’Inzillo Sweet Mode s.r.l.
–
Roma
Produzione Balletto di Roma
Presentazione a cura di Francesca Magnini
Tour 2017/2018
01 Dicembre 2017, Montalto di Castro, Teatro Lea Padovani
07 Dicembre 2017, Cormons, Teatro Comunale
08 Dicembre2017, Chioggia, Auditorium San Nicolò
09 Dicembre 2017, Zero Branco, Teatro Comisso
10 Dicembre 2017, San Marino, Teatro La Dogana
13 Dicembre 2017, Montecchio Maggiore, Teatro Sant’Antonio
14 Dicembre 2017, Jesolo, Teatro Vivaldi
15 Dicembre 2017, Carpi, Teatro Comunale
16 Dicembre 2017, Bologna, Teatro Duse
19 Dicembre 2017, Vignola, Teatro Fabbri
20 Dicembre 2017, Piombino, Teatro Metropolitan
21 Dicembre 2017, Massa, Teatro Guglielmi
22 Dicembre 2017, La Spezia, Teatro Civico
30/31 Dicembre 2017 – 01/02 Gennaio 2018, Milano, Teatro Carcano
05/06 Gennaio 2018, Cesena, Teatro Bonci
10 Gennaio Paulilatino, Teatro Grazia Deledda
11 Gennaio Tempio, Teatro del Carmine
12 Gennaio San Gavino Monreale, Teatro Comunale
13 Gennaio Carbonia, Teatro Centrale
14 Gennaio Alghero, Teatro Civico
19 Gennaio 2018, Padova, Teatro Verdi