di Massimiliano Craus
Il tempo passa inesorabile per tutti ma evidentemente non per un festival di video-danza concepito, per sua stessa natura, per durare oltre i coreografi, gli strumenti tecnologici e le location. Un festival italiano, napoletano, che ha saputo scrivere nei suoi ventuno anni di storia la storia stessa degli artisti che vi hanno partecipato e di chi l’ha vinto. Ma anche di chi l’ha perso, sempre e soprattutto per la natura irreversibile della tecnologia ad uso e consumo dell’arte, proprio come l’ha voluto fortemente Marilena Riccio negli albori e ripreso due anni or sono dalla lungimirante direzione artistica di Laura Valente, peraltro già direttrice artistica del Positano Premia la Danza “Léonide Massine” e della sezione danza del Ravello Festival. Realizzare nel Museo MADRE di Napoli il Coreografo Elettronico – dice proprio Laura Valente – è per me motivo di orgoglio e obbliga a guardare al futuro puntando a nuovi traguardi. Oggi grazie alla solida rete di sinergie stabilite in questi due anni con la Fondazione Donnaregina, con l’Università la Sapienza e l’Accademia di Belle Arti di Napoli, si amplifica il processo di conoscenza e divulgazione della video arte applicata al movimento ed alla danza, percorso iniziato ventuno anni fa da una idea vincente di Marilena Riccio. Lavorare in rete con istituzioni culturali così prestigiose ha fatto sì che in poco tempo si recuperasse quel posizionamento internazionale che oggi ci consente di premiare affermate artiste straniere come Lee Yanor accanto alle eccellenze del nostro territorio come Emma Cianchi. Che la direttrice artistica volesse far spiccare il volo al suo “Coreografo Elettronico” lo si era già capito nell’edizione dello scorso anno. Ma quest’anno la natura sempre più collaborativa della sua creatura con le istituzioni accademiche ed universitarie ne ha definitivamente squarciato gli orizzonti, andando ben oltre i diciotto paesi rappresentati nella XXI edizione e gli oltre cento dieci partecipanti. Al Museo MADRE di Napoli lo scorso 15 dicembre si è focalizzata l’attenzione sull’uso e consumo tecnologico ad opera dei coreografi e degli artisti che si sono confrontati con risultati a dir poco straordinari. A cominciare da Pina Bausch! Eh sì, un omaggio alla madre tedesca del teatro-danza è stata l’opera più gettonata di questa XXI edizione con premio alla “Miglior opera straniera e percorso artistico” assegnato a Lee Yanor, video-artista, film maker e fotografa israeliana con l’opera “A coffee with Pina”. Gli artisti Cosimo Terlizzi ed Alessandro Sciarroni con “Aurora, un percorso di creazione” ed il pugliese Lorenzo Zitoli con “Too Late” si sono aggiudicati i Premi “Opera Italiana”. Il “Premio alla Regia & Dance in the City” è stato invece assegnato alla coreografa e regista cubana Laura Aguero con “Circunloquio”. Poi sono stati premiati i cortometraggi del francese Philippe Decouflé (“Le P’tit Bal”) e dello spagnolo Ikér Gomez (“The Swan Beauty”), oltre alla coreografa napoletana Emma Cianchi nella sezione “Speciale tendenze” che, con Gilles Dubroca e Dario Casillo, ha realizzato “Caos del 5”. Senza dimenticare la menzione speciale riservata al documentario di Graziano Graziani ed Ilaria Scarpa “Danze nel presente. Robero Castello 1993-2013”. Infine il Premio “Ricerca e Formazione” attribuito a Vito di Bernardi con “Immaginare la danza. Corpi e visioni nell’era digitale”. La peculiarità del “Coreografo Elettronico” sta, tuttavia, nel rendere sempre vive le opere premiate di volta in volta, proprio per la loro natura digitale, filmica o similare. Come accaduto per il coreografo albanese Angelin Preljocaij, vincitore dell’edizione del 1993, ed in questi giorni tornato ad essere ammirato a Napoli attraverso la sua opera di quella vittoria “Un trait d’union”, catalogata e digitalizzata con l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. A dimostrazione che Tersicore può lavorare fianco a fianco con le istituzioni accademiche universitarie. Basta dare un’occhiata alla giuria composta per il secondo anno consecutivo da Vito Di Bernardi (Università degli Studi di Roma “La Sapienza”), Lea Mattarella (“La Repubblica”), Mariella Pandolfi (Università di Montreal), Elina Pellegrini (C.R.E.S.C.O.), Marilena Riccio (fondatrice del “Coreografo Elettronico”), Roberta Scorranese (“Corriere della Sera”), Andrea Villani (Museo MADRE) e Giulia Poli (curatrice Teatro Danza Centro per l’arte contemporanea “Luigi Pecci” di Prato). In attesa della XXII edizione del premio e del primo triennio griffato da Laura Valente.