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di Margherita Mana

Il momento che dall’inizio dell’anno temo come la denuncia dei redditi è giunto; intendiamoci non sono un evasore fiscale e dunque non ho paura di ripercussioni o di pagare più del dovuto, ma semplicemente di sbagliare qualcosa; tipo su che documenti presentare oppure data dell’appuntamento o affini, beccandomi una quintalata di biasimo dalla signorina del CAAF. Mi sono sempre ritenuta una persona non convenzionale che poco ascolta il giudizio degli altri, ma le commercialiste, che possano anche lontanamente insinuare che io, per dabbenaggine tenti una truffa allo stato, mi mettono profonda insicurezza. All’incirca mi sento così nel momento in cui l’I.C.A. (Il Corpo Anarchico, un collettivo rivoluzionario che lotta perché la danza abbia il giusto spazio merenda all’interno delle lezioni e altre problematiche di egual spessore), si trovi nella perigliosa situazione di dover preparare il saggio. Per la fredda cronaca devo informarvi che non è la prima volta che questo succede… Hanno già affrontato parecchie prove coreutiche all’interno di spettacoli di fine anno e addirittura vinto brillantemente un concorso con un pezzo di denunzia sociale contro l’avanzata delle stufe a pellet chiamata “PINOCCHI e FATINE”. Già, ma ora mi pregio di tenerle con me un’ora a settimana per un laboratorio creativo e dovremo produrre una creazione, per l’appunto.
Scusa se mi introduco fra te e l’ I.C.A., Marghe! Tra l’altro mossa che richiede del coraggio; ma non tutti i nostri lettori hanno memoria del gruppo delle “piccole della Propedeutica” e forse non tutti hanno sperimentato il piacere glorioso di insegnare danza alla Propedeutica in particolare (diciamo 4/6 anni per dare uno dei parametri; io ho bambine di tre anni…. si può arrivare fino ai 7, dipende).
Va bene, Stef, prendo la questione di petto in tutti i sensi e vi aggiorno a cominciare dalla prima parte della lezione denominata “il dibattito”. Comincio a sondare il terreno che come sempre è fertile per innovazione e sentimento.
Esponendo il problema attraversiamo gradi di tono e umore che posso riassumere così:
BLINK: occhioni sbarrati simultaneamente alla parola “performance”, poi fuori unisono ciglia che sbattono di partecipazione e comprensione approfondita della questione.
FALSA PARTENZA: le bocche che si aprono mostrando solo denti appena nati e seghettati quando ci sono, per poi richiudersi subito come se non fosse ancora pronto il concetto giusto da servire al mondo. Rumore di rotelle a pieno regime.
L’IDEA: “I caniiiiii, facciamo un balletto su Mork, il mio cane che l’altra settimana mi ha morso un occhio”. Empatia generale verso la compagna ferita e dimostrazione di vicinanza con diretta sulle varie ferite che la vita quotidianamente infligge, non ultimo l’apparecchio ortodontico ( si ritorna sempre sul problema più sentito). Approvazione generale sul tema proposto di stampo squisitamente animalista; detto tra noi farebbero solo i passi con nomi fauneschi: pas de cheval, pas de chat, etc…
– Si ma scusate, non abbiamo fatto i gatti per il laboratorio di Natale? – Mi tocca precisarlo, perché qui si finisce a ornitorinchi…
Faccine deluse ma concordi che una ripetizione costerebbe loro in credibilità, soprattutto in un momento storico indelicato e gramo come questo in cui la danza viene concepita e divulgata dai talent televisivi. Sì, perché l’I.C.A. non la freghi con quei programmi! Rendiamoci conto che questo è un collettivo anarchico contro questo sistema: la ferrea disciplina della rivoluzione è il supporto alla loro capacità di danzare al meglio cosa “cavolovieneloroinmente”, e guardate che non è mica sbagliato. La danza è passione e partecipazione; è come fai il percorso e le persone con le quali lo affronti. La danza è migliorare per fare cose più difficili, perché lì sta il divertimento. La rivoluzione nella danza sta nella libertà che una si conquista con la determinazione, con pane e marmellata o il gelato al pistacchio. Ah, certo che no, non ci provate a ingannare Il Corpo Anarchico!
Quest’anno al saggio si porta un brano tratto da “Il carnevale degli animali” di Camille Saint Saens; ci si occuperà di mettere in risalto il problema ambientalista dei mari gravemente inquinati e delle zuppe cinesi ( ma solo quella che ha un saporaccio insopportabile) con un pezzo intitolato: “LE ALGHE”.
Approvato all’unanimità, grande gaudio, canzoncina, balletto e corsetta per la sala ballo…
Domandina finale: “Ci mettiamo anche il mio cane Mork sott’acqua?”.
Mah, forse un pesciolino rosso ci starebbe meglio!!! Io rischierei nel dirlo… Personalmente ho delle “Farfalle” convinte che i “Fiori” abbiano un tutù più bello e delle “Lancette di Orologio” che dissentono sull’ora legale. Allo stato attuale, la ‘mia Elisa’, sindacalista nell’animo, ha difficoltà perché può usare un braccio soltanto, essendo l’altro ingessato.

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