Sono stato un subacqueo, un paracadutista e ora faccio il grafico/designer; nella mia esistenza la cosa più vicina alla Danza era una puntata di Amici… (Ok! RabbRRRRRividiamo).
Poi nella mia vita arriva Nami, mia figlia, che praticamente vive in un musical. A circa due anni e mezzo già conosce a memoria mosse e movenze di Elsa in Frozen e Rapunzel, credo anche che averli visti 2 volte al giorno per un anno l’abbia aiutata, ma è solo un’ipotesi.
Poi un giorno mentre è vestita da fatina fashion con un gonnellino di tulle, fa una piroetta nell’ intento di far alzare la gonna e ci riesce.
“Nami senti, a settembre vorresti andare a danza?” non risponde, dice solo “Evviva!” e si mette a ballare. La madre mi guarda e dice: “Vai tu a iscriverla?”
Ed eccomi qui, in un attimo mi ritrovo unico padre nel gruppo whatsapp “Danza Creativa 2015”.
A gennaio appare la parola Saggio, forse è il caso di alzare la soglia dell’attenzione; infatti oltre a Saggio ci sono calze, scarpette, prova generale…
Ad Aprile compro il body le scarpette e le calze da Danza. Dopo l’approvazione dell’insegnate, come da consiglio le mettiamo da parte in modo che siano nuove e ben conservate per la sera del saggio.
Lunedì 13 giugno come da ordini superiori prova con foto, ma le calze non vanno bene: sono rosa acceso e dovrebbero essere bianche… Non capisco andavano bene ma effettivamente sono diverse da tutte le altre, faccio pure la figura del padre/uomo che non sa distinguere i colori, io che faccio il grafico, capito!?
Ok, cerchiamo di essere pragmatici, le ricompro.
In maniera ultra gentile una mamma mi presta le calze di una compagna di Nami, non le andavano più, sia come campione colore sia come misura.
Vado al negozio portandole entrambe, spiego il problema e la padrona mi chiede: “Ma dove le hai comprate?” (Au* meglio mi sento… Rifaccio la figura del padre/uomo che non sa distinguere i colori… Farei sempre il grafico io…)
E io: “Qui…”
Lei: “Impossibile io non le vendo queste, vedrai te le hanno scambiate nello spogliatoio”.
A un certo punto realizzo che effettivamente ad aprile le calze andavano bene… Ma quale spogliatoio!
Lo so chi le ha scambiate domenica sera…
La mi moglie** … Che non mi fa mettere le mani nei cassetti che altrimenti le faccio casino. (Ma vi giuro sono cose brutte da dire e mi dissocio anni luce da questa affermazione).
Erano in un altro cassetto.
Cioè, mi sono lanciato con una squadra di 7 brenne*** sulla periferia di Addiss Abeba per un’operazione di para- soccorso che vi assicuro non è proprio come ciucciare una “Golia”, ma questo è l’inferno!!! Ahahah
MORALE DELLA FAVOLA:
Il Debole si vendica.
Il Forte perdona
Il Saggio….. IL SAGGIO è a Giugno….
Gabriele Rossi l’uomo/padre di Nami, la ballerina
note di approfondimento linguistico per chi non vive in Maremma:
Au* : sillaba che in maremma si pronunzia a fine discorso, sia per affermare che per negare. Esprime empatia, potenzia tutti gli altri sentimenti e accadimenti umani.
La mi’ moglie**: la donna con la quale sono sposato
Brenne***: cavalli ronzini, goffi, non atti alle gare o corse
( e questa me l’ha spiegata il Rossi perché non c’è neanche su Wikipedia)
Ho scovato Gabriele Rossi su Fb, aveva pubblicato un video e delle foto in cui faceva uno chignon perfetto alla sua figlioletta. Questo lo ha fatto schizzare istantaneamente al primo posto della mia personale classifica di “genitori fantastici e altre creature mitologiche con cui un’insegnante di danza dovrebbe sempre confrontarsi”.
E’ un grafico- designer che fa cose pregevolissime con il legno e vi invito a visitare il suo profilo per scoprirne il talento e l’inventiva. Consigliatissimi sono i post di spiegazione della lingua maremmana che denotano bene lo spirito e la sagacia dei suoi abitanti.
Margherita Mana