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di Roberto Russo

Come la musica, sua sorella la danza nasce dal silenzio. La danza non fa rumore nemmeno a livello mediatico, perché è un tipo di spettacolo di solito destinato ad un pubblico d’élite. Tuttavia, la danza è la più “sociale” delle arti, perché pur essendo un percorso squisitamente individuale, si fonda sulla costante interazione tra il singolo e il gruppo coreutico. La danza reca in sé il seme della fraternità e dell’unità tra corpo e spirito. Danzare e amare sono sinonimi. Danzando, impariamo a riconoscere il valore della diversità e ad apprezzare le tante affinità che ci rendono simili agli altri. La danza è forte come i fiori che nascono tra le pietre: più forte delle avversità ambientali, essa si ostina a portare il proprio messaggio di speranza e di pace anche dove la pace non c’è mai stata. La danza sceglie i suoi messaggeri e li invia per il mondo, e a volte li sceglie anche all’interno della stessa famiglia. Così è accaduto per Nicola, Ernesto e Isabella Valenzano. Nati tutti e tre tra gli antichi e popolari dedali del centro storico di Bari, Nicola, il più anziano, prenderà per primo il volo sulle orme del grande coreografo Roland Petit, e dopo un periodo trascorso a Parigi, si ritroverà a Roma all’inizio degli anni ’80, dove per trent’anni lavorerà come regista e attore insieme a grandi nomi dello spettacolo, prima di fare ritorno nella sua amata Puglia. Oltre a lavorare in Italia, Nicola Valenzano intratterrà alcuni rapporti professionali con il Medio Oriente, che lo ispireranno per la creazione di alcuni progetti artistici di ampio respiro. Nel 2000, infatti, fonda la compagnia BaDaTea (Bari Teatro Danza), e nel 2016, in un locale di famiglia, crea il “Sitara Teatro” (sitara significa sipario in arabo), un intimo spazio scenico nel centro storico di Bari, aperto alla sperimentazione e all’innovazione.
Uomo del sud dall’animo cosmopolita e con una naturale inclinazione verso le culture mediterranee, Nicola conosce l’arabo e insegna discipline dello spettacolo in due università della Giordania. All’interno di queste esperienze professionali si colloca la sua partecipazione a diverse edizioni del Festival dei Popoli (organizzato annualmente dalla Regione Puglia) e, nelle vesti di direttore artistico, all’Arts Carnival-Civilisation Forum tenutosi ad Amman nel maggio 2018. A quest’ultimo evento, il maestro Nicola Valenzano e la compagnia Badatea hanno presentato la prima internazionale dello spettacolo “Hijra”, titolo che in arabo significa “Emigrazione”, un intreccio di musica, danza e parole che racconta la tragedia di chi è costretto a sradicarsi dalla propria terra per necessità e trova la morte durante il viaggio o, se sopravvive, sarà molto probabilmente destinato a sentirsi straniero e indesiderato in un paese sconosciuto e ostile.
Dopo aver debuttato in Giordania, lo spettacolo è andato in scena per la prima volta in Italia il 1° giugno, nello Spazio 13 di Bari, all’interno della rassegna “Orizzonti”.
Protagonisti di questo viaggio sulle drammatiche rotte dell’emigrazione, Carla Bavaro, Daniele Ciavarella, Ugo Maurino, Marika Masconi, Marilisa Sasanelli, Anna Maria Vivacqua, Enrico Zambrini ed Ernesto Valenzano.
Ernesto, che in “Hijra” interpreta due ruoli, è un coreografo noto ai lettori di Iodanzo.com. Con un carattere forgiato dalle arti marziali prima di consacrarsi totalmente alla danza, fondamentale è stata per lui la formazione giovanile in Svizzera con il grande Maurice Béjart che, oltre alla tecnica, gli insegnerà l’importanza del lavoro introspettivo che ogni danzatore deve fare su stesso per farsi strumento perfetto delle emozioni che esprime e dell’insegnamento che trasmette.
I numerosi allievi e allieve che fino ad oggi hanno seguito le indicazioni di Ernesto Valenzano, hanno vinto borse di studio nelle più prestigiose accademie italiane e straniere. Un bravo maestro non è solo un semplice istruttore, ma una guida per i suoi allievi, e questo Ernesto lo fa senza mai risparmiarsi.
Ma l’«effetto Valenzano» non finisce qui: Isabella, sorella di Ernesto, è una talentuosa e affascinante danzatrice, specializzata nella Pole Dance, una disciplina in cui l’atletica e la danza si fondono magnificamente con sorprendenti risultati estetici.
Isabella, nel cui lavoro confluisce in parte l’esperienza pluriennale di Ernesto, insegna dal 2011 Classic Pole Dance nella sua scuola di Bari, in cui regna un clima di grande sintonia e affiatamento tra le allieve e la loro splendida insegnante.
Dalla famiglia al mondo, questa è la danza che unisce persone e popoli diversi in nome dell’umanità che li accomuna al di là di ogni barriera sociale, culturale e linguistica.

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