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di Margherita Mana

 

#maestri
Nelle settimane precedenti abbiamo parlato di Polina; vi ricordate il fumetto che parlava della vita e carriera di una ragazza russa e del rapporto speciale col proprio maestro? Ecco oggi parleremo un po’ di queste figure leggendarie che sono i maestri che ci rimangono nel cuore, o sullo stomaco; che ci spronano ad avere fegato e a usare il cervello. Insomma loro: #maestrimaestri!!!
Per prima cosa devo sottolineare che troviamo un maestro specializzato per ogni tappa della nostra danza; questo dipende non solo dalla sua preparazione professionale, ma anche dalla naturale predisposizione. Il famoso maestro Maestrovich potrebbe non voler avere a che fare con una classe di creature polemiche e tutte da impostare, che si fermano e bisbigliano o cambiano gli esercizi, scherzano e ridacchiano, magari preferirebbe dei bambini!! (ndr: Questa è una nota scherzosa rivolta ai professionisti, ah ah! Fine) Dunque potremmo dire che tutte le stagioni della danza presentano delle difficoltà da qualunque lato della sbarra tu sia.

 

La prima è la maestra che ti svela il segreto.
E’ quella che ti prende da piccola e che ti rende chiaro il senso dei tuoi desideri, che dà vita all’incanto ordinandolo in un gomitolo di sospiri leggeri come il tulle. Infatti con lei metti il primo tutù, più grande che andrà bene anche l’anno successivo, con qualche applicazione colorata, e le prime punte. La persona che ti spiega che la strada è dura ma che se lavori con la testa e con uno chignon da competizione, tu hai le gambe per percorrerla. Colei che ti spinge a indagare la differenza tra le tecniche che probabilmente capirai cinque anni più tardi, ma le studi perché vuoi sapere tutto e parlare tutte le lingue del corpo esistenti. Rimane per te una figura ineguagliabile; la mia è come se fosse mia sorella maggiore, c’è sempre stata e non posso immaginare il mio percorso artistico e umano senza di lei.

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Poi c’è l’insegnante che ti sceglie, ti seleziona tra tante e ti cura. Ti trasmette tutto quello che sa, compresi i trucchi segreti e sei a un passo dal poter diventare una danzatrice, ma il bagaglio delle cose da sapere è ancora piccino come una ventiquattrore. La tua mentore porta con sé il fascino di una carriera sovietica nei grandi teatri; è apparentemente distaccata , severa e conosce tutti nel mondo della danza, te li presenta mentre tu arrossisci nel tuo body nero e nell’imbarazzo che non hai ancora imparato a indossare con disinvoltura. Ti manca la fiducia nelle tue capacità e non so dirvi a che punto arrivi. Onestamente non lo so. Ti fidi della tua maestra, ma molto meno di te. Generalmente aver a che fare con tutto questo malloppo del “saper fare e dimostrarlo” coincide all’adolescenza e rimane per tutti una bella gatta da pelare. Ma si può fare.
Poi, se gli astri sono allineati, se il PIL regge, non nevica porcospini e non ti chiudono il corpo di ballo, può essere che entri in una compagnia. Lì il maestro è qualcuno che provvede al training quotidiano, in genere ce n’è uno stabile che fa anche da ripetitore per i pezzi coreografici e poi una rosa di insegnanti ospiti che si alternano. E’ importantissimo per un professionista cambiare la lezione a seconda del repertorio che deve affrontare; un buon direttore di compagnia chiama i vari maestri a seconda del tipo di lezione che propongono, essa deve aiutare i danzatori nel raggiungere la forma migliore per il balletto da portare in scena.
I maestri ospiti vorrei raccontarveli includendoli in maxi sistemi tipo così:
Il MOTIVATORE: è quello che sente particolarmente vicino il ruolo di coach da football americano. Ti sprona con grandi urla e fa una lezione super atletica. Per le persone che hanno la capacità di concentrazione di un kiwi, come me per esempio, si consiglia di studiare azionando la modalità “mute“, guardando solo le figure.
Il FILOSOFO: tutto ha una corrispondenza con la vita; ti dà gli esercizi dietro ai quali, neanche troppo velatamente, risiede un pensiero lungo e complesso non meno dell’esercizio stesso. TROPPO! Aspetti la ricreazione come a scuola e ti scappa spesso la pipì.
La MATRIGNA: può essere anche un uomo, non è una questione di genere, è l’atteggiamento. E’ quell’insegnante che pare gentilissimo, ma che diventa una mezza belva se sbagli, ti toglie il saluto per un lustro andando a dire in giro che sei pigra! Io sono pigra veramente.
Il RAGIONIERE: la lezione è matematica, deve tornare tutto, la musica, le direzioni, i gruppi di tre, le sbarre non devono cigolare, silenzio assoluto, insieme perfetto, pianista con cravatta. CURATI, PERO’!!
Il METAFORICO: come il FILOSOFO, ma fissato con una sola immagine, nel mio caso automobilistico. Quindi ballare è “come guidare una macchina”, se sei stanco “hai finito la benzina”, se sbagli il port des bras ” Sei come un vigileurbano”, se hai la postura sbagliata devi “posteggiare le tue scapole” and so on… Non ho mai avuto cuore di dirgli che non ho la patente.
La COMEMAI: queste sono perlopiù donne… Ti chiedono perché hai sbagliato, perché hai fatto due giri invece di tre, perché eri fuori musica, perché sei caduta e perché mai ti sei rotta un malleolo, eh???!! Abbassi gli occhi, non è consigliato rispondere! E’ un trabocchetto, ti chiederebbe perché le rispondi!!!
La MAESTRA: perfetta. Ti scaldi, ti imposti, fai cose pazzesche, ti diverti: lei è sorridente e ti corregge nel momento giusto per aiutarti. Dà tre lezioni alla compagnia e non viene mai più. E’ ai Caraibi con il fidanzato venticinquenne a bere margaritas.
Il CANTANTERUMORISTA: generalmente uomo, mette un pizzico di humor nelle lezioni (si annoia anche lui pover’uomo dopo trentacinque anni di insegnamento, potrebbe dare lezione mentre fa un sudoku nuotando a dorso), lui canta o emette suoni buffi mentre mostra le legazioni, un po’ come se fossero le ossa o i muscoli stessi a sonorizzare la dinamica dei passi. Quindi un esercizio potrebbe fare: criiiick croki, craaaaaaaaack. La conseguenza diretta è la depressione repentina del pianista che si sente irrimediabilmente inutile .
Sì ok, li ho presi un po’ in giro ma vi assicuro che ci sono delle personalità multiformi e soprattutto buffissime; le lezioni sono lo specchio diretto del loro credo artistico e tecnico. NON ESISTE LA LEZIONE PERFETTA PER TUTTI! Ogni danzatore ha un corpo e studi diversi, delle capacità particolari e un gusto personale, sono cose che bisogna tenere sempre di conto quando si affronta una lezione mai provata e ricordarsi che alle volte il frutto del lavoro si vede dopo un po’ di tempo, quasi mai nell’immediato.
Devo per onestà intellettuale sottolineare che la forma fisica di un ballerino dipende in primis da se stesso: studiare sempre anche con qualche dolore, applicarsi e conoscersi, credo che sia la maniera migliore per tutelarsi e portare a buon fine il lavoro da fare. Per il resto ringraziate la vostra famiglia per le doti fisiche e anche il maestro dopo ogni lezione, ricordando che:
“Se il maestro vi corregge è perché crede in voi. Sì, ma soprattutto perché state facendo un casino”…

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