Per il progetto “Danza: superiamo gli ostacoli del corpo e della mente”, ideato da iodanzo.com insieme a Danzainfiera2019, per voi abbiamo intervistato Elena Cerruto, coreografa e danzaterapeuta.
L’originalità del suo Metodo: Danzaterapia tra Oriente e Occidente (Franco Angeli 2008/2018), nasce da una ricerca tra quotidiano e simbolico. La danza come flusso continuo, nutrito da gesti percepiti e vissuti con le persone che danzano per guarire. Elena ha compiuto ricerca approfondita sugli effetti della musica nella persona sia in campo coreografico che nella pratica con le diverse utenze. Fall and Recovery, tema fondamentale dello stile Humphrey Limon é fonte di ispirazione continua.
Un grande interesse per il vissuto simbolico la porta a integrare le pratiche di consapevolezza dell’Oriente (yoga, meditazione zen, shiatsu) con le tecniche occidentali di espressione corporea. Le esperienze rielaborate nei soggiorni di studio e ricerca in Giappone, Turchia, Argentina e India ispirano costantemente una ricerca che si vuole ponte tra Oriente e Occidente.
Ha diretto e creato scuole di formazione in DMT a Barcellona e a Sao Paulo, Brasil. Responsabile scientifica e docente Scuola di Formazione in DMT SARABANDA riconosciuta APID. (danzaterapiasarabanda.it).
Innanzitutto, come approda alla danzaterapia?
Iniziai molto presto a insegnare Danza e più mi dedicavo alle persone, più mi rendevo conto che dell’importanza di tenere conto dei loro bisogni, del loro desiderio di cambiamento, anche dei loro pensieri sul mondo. Già la Modern Dance (che studiai a Parigi nelle Scuole di formazione che frequentai 1976/1980 e poi in Messico sulle orme di José Limon) rispondeva grandemente alle esigenze espressive dell’essere umano. Le persone nel lavoro di caduta e recupero caratteristico dello stile Humphrey Limon trovavano occasioni di resilienza, a livello pratico e simbolico. Ma poco a poco mi resi conto che stavo dando qualcosa di diverso, qualcosa che poteva servire ad affrontare la vita di tutti i giorni… Utilizzavo le mie esperienze con lo yoga (che scoprii a 13 anni! Correva l’anno 1969 e di Oriente si parlava poco. Scoprii che applicando i principi di unità mente/corpo attraverso la pratica del respiro potevo trovare nella danza un equilibrio che mi permetteva di radicarmi e quindi… volare meglio anche… sulle punte!). Oltre allo yoga mi dedicai allo Zen e allo studio dello Shiatsu e della Medicina Tradizionale Cinese. Trovai sorgenti inesauribili a cui tuttora faccio riferimento.
Le persone si “aprivano” nelle mie lezioni e portavano nella danza episodi di vita che prendevano forma in una danza in cui loro stesse trovavano i passi e le forme…
Nel frattempo gli studi di psicologia occidentale mi davano conferme che tutto ciò che in Oriente da millenni era spiritualmente e sensibilmente Uno, iniziava a chiamarsi unità mente corpo, piuttosto che embodiment, radicamento. L’Empatia non era più solo legata all’intuizione ma entrava a far parte di una pratica di presenza che va in un certo senso educata per diventare ascolto autentico. Il ponte Oriente-Occidente permetteva una nuova visione del mondo! La parola integrazione, tanto usata in danzaterapia divenne per me anche integrazione tra le culture.
Da lì alla Danzaterapia mancava solo un’ammissione o forse il coraggio di dire che… la mia pratica si chiamava Danzaterapia! E fu proprio lei, Maria Fux a dirmelo!
Mi guardò danzare e sentì che lei stava facendo lo stesso che io facevo con i miei utenti: lei guardava me e… sentiva ciò che provavo! Ritrovai una mia lacrima nei suoi occhi. Mi chiese di portarle un video del mio lavoro… passai la notte a montarlo!
Fu molto pratica: “Elena, questa è danzaterapia! Non nasconderti più! Io ti riconosco!” Andai in Argentina nella sua Scuola e ottenni il Diploma di Danzaterapeuta e, dal 1995 sono autorizzata a insegnare il Metodo Fux.
Invitai Fux nella mia Scuola per molti anni in modo che la mia Scuola di formazione in DanzaMovimentoTerapia (Sarabanda) potesse beneficiare della sua Supervisione e di tutte le sue proposte. Continuiamo ancora così, a proporre le basi del suo Metodo e le sue possibilità di integrazione. Maria ora ha 97 anni, e da una decina d’anni non viene più in Italia anche se danza e vola ancora leggera ma è difficile volare fino in Europa! Certo, la sua energia si fa sempre sentire! La si ritrova ogni volta che ci si dedica alle diverse utenze! Fa parte della persona, di ogni persona. La ricerca continua sia nella pratica del suo Metodo, sia nella pratica della Danzaterapia tra Oriente e Occidente che è una sintesi della mia ricerca con le sue tre essenziali radici: Oriente, Modern Dance e Maria Fux.
La Danza è tutto! E’ il nostro radicamento nel qui e ora ed è la possibilità di essere attivi e in movimento, creativi e sensibili… E’ la possibilità di non camminare soltanto la nostra vita ma correre, saltare, cadere, rotolare, abbracciare con le diverse qualità di movimento che ci rendono espressivi e vivi!
Fondamentalmente la Danzaterapia si fa in gruppo, essendo una terapia relazionale ma talvolta si propongono alcuni incontri individuali, su richieste specifiche.
Chi è Maria Fux e in che cosa consiste la sua metodologia?
Riporto quanto scrivo di lei nel mio ultimo libro (FrancoAngeli 2108)
No, tutti possono muoversi interiormente e esteriormente con la Danzaterapia. Lo stesso terapeuta è consapevole che non tutto ciò che vede è l’esistente. c’è molto di più, che spesso va oltre la nostra percezione. A volte la Danza si muove in persone quasi paralizzate. Si muove nei loro occhi e nel loro cuore. Ma anche chi fa una vita”normale” può sentire dentro di sé di avere simboli chiusi, parti dimenticate che necessitano di venire alla luce. Con cura, pazienza e attenzione ma soprattutto attraverso il piacere del movimento che è possibile sempre.
E’ facile rispondere a tutti, facile perché è vero ma sta al danzaterapeuta usare gli stimoli adatti ad ognuno e sapere quando è il tempo giusto per ogni persona. Integrazione è parola potente e vibrante, non va usata alla leggera. Ognuno nel gruppo deve sentire accoglienza e lavorare con il suo limite e con le sue possibilità creative. La danza è presente in ogni essere, per quanto malato o confuso possa essere, frase pronunciata da Trudy Schoop, un’altra grande pioniera della Danzaterapia ma che molti danzaterapeuti pronunciano ogni giorno, con grande fiducia e passione!Ci può dunque definire il suo Metodo “La Danzaterapia tra Occidente e Oriente”?
Il Metodo DMT tra Oriente e Occidente integra le scoperte dell’Occidente nel campo della neuro-fenomenologia e delle neuro-scienze e la dimensione cosmologica relativa alla Medicina Cinese. Inserito nel contesto della Dmt italiana (APID) il Metodo è esposto nelle numerose pubblicazioni tra cui:
- Metodologia e pratica della Danza Terapeutica. Danzamovimentoterapia tra Oriente e Occidente”. FrancoAngeli Ed. Marzo 2008. Nuova Edizione aggiornata: novembre 2018.
- La danza degli Elementi Danzaterapia tra Oriente e Occidente RED Edizioni. (2017).
- A ritmo di cuore, la Danza Terapeutica, XENIA Ed. (1994), presentato al Circolo della Stampa di Milano con una conferenza sulla danzaterapia, con dimostrazioni e coreografia sulla danzaterapia.
- Nell’ottobre 2009 pubblicato in Brasile: No ritmo do coraçao. PHORTE Ed. Sao Paulo.
La Danzaterapia tra Oriente e Occidente ritualizza momenti diversi del quotidiano, spesso in relazione al ciclo della vita e delle stagioni, secondo l’ottica mondo esterno-mondo interno. Ciò che avviene nel macrocosmo risuona profondamente nella psiche e nella vita quotidiana e le emozioni sono profondamente organiche. La Danza ci permette di riconoscerle e dare loro forma in movimento (Tutto è mutamento dicono i grandi testi della Medicina Cinese!)
Qual è il percorso corretto per un danzaterapeuta?
L’APID, associazione professionale DanzaMovimentoTerapia, di cui faccio parte dalla formazione ha definito i criteri delle Scuole di formazione. Scuole triennali post Laurea con 1200 ore di formazione tra pratica, teoria e tirocinio. Sarabanda, la Scuola da me fondata (1999), fu una delle prime Scuole ad avere il riconoscimento.