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Dap Festival chiude come da tradizione con un Gran Gala in Versiliana. E lo fa sabato, con una parata di stelle della danza contemporanea e classica. Fra i nomi di spicco che sigillano questa esplosiva terza edizione del festival che ha messo in relazione la danza contemporanea con il resto delle arti visive, l’americana Miriam Barbosa, l’etoile russa Maria Kochetkova, il giovane già affermato talento danese Sebastian Kloborg nonché coreografo del Royal Danish Theater, il coreografo francese Bruno Pradet, lo spagnolo Joaquìn De Luz, il norvegeseThomas Johansen, gli italiani Tamara Fragale e Giacomo Bavutti. A fare da contorno, calcheranno le tavole del palcoscenico di Marina di Pietrasanta i migliori allievi del Dap College, la scuola che in queste quattordici giornate di festival ha visto transitare future promesse della danza internazionale giunte in Versilia da America, Russia, Danimarca e Italia.

La serata intitolata Dap Festival Gran Gala si svolgerà nel teatro all’aperto del parco della Versiliana con inizio alle ore 21.30. Saranno sei i pezzi che la animeranno, interpretati da coreografi e danzatori d’eccezione. Ciascuno dei quali si esibirà con il proprio stile, la propria esperienza formativa, pescando ai quattro angoli del pianeta per portare a Pietrasanta le ultime novità di questa arte. Fra loro: l’americana Miriam Barbosa, esperta di danza aerea, chiamata a concludere la serata volteggiando con drappi che richiamano le sculture di Pablo Atchugarry, l’artista uruguaiano autore delle opere esposte in piazza Duomo e San’Agostino fino a fine settembre. Perché uno degli scopi della kermesse ideata e diretta da Adria Ferrali, è quello di integrare la danza alle altre arti: musica, scultura, fotografia, video.

“In queste due settimane di attività, il festival è iniziato il 16 giugno, coreografi e danzatori hanno vissuto lo spazio cittadino in una nuova visione globale dello spettacolo dal vivo – spiega la direttrice artistica Adria Ferrali – traendo ispirazione dalla mostra d’arte organizzata per l’estate. In questo caso quella del maestro Atchugarry”. Le loro attività sono sfociate in momenti di insegnamento, in spettacoli e soprattutto in un’originale produzione artistica finale che sabato vedremo sul palcoscenico della Versiliana.

Aprirà la serata il coreografo Bruno Pradet con i ragazzi del Dap College in “Banc d’Essai”, seguirà il “Grand Pas Classique Solo” interpretato da Maria Kochetkova su coreografia di Victor Gsovsky, quindi l’interpretazione intimista ed autobiografica di Sebastian Kloborg di “The Gust”, “Tribute” su coreografia di Igal Perry su musiche di Chopin da parte di Joaquin de Luz, di nuovo Maria Kochetkova questa volta in un passo a due con Sebastian Kloborg in una suggestiva interpretazione di “Credo: 1877” il viaggio in Italia del maestro August Bournonville, infine “Rhapsody in Blue” di e con Miriam Barbosa su musiche di George Gershwin affiancata dai talentuosi Tamara FragaleThomas JohansenGiacomo Bavutti e gli studenti del Dap College.

Di seguito i singoli pezzi.

BANC D’ESSAI
Coreografia: Bruno Pradet ­
Assistente coreografica: Loriane Wagner
Danzatori: Studenti del Dap College

Musica: Moby (Small room full mix) ­ Georg Friedrich Haendel “Trionfo del
tempo e del disinganno” remixed by Yoann Sanson

Banc d’essai vede protagonisti un gruppo di persone che ha passato insieme un brevissimo tempo, costruendo il proprio rituale, fatto di gesti semplici e ripetitivi, seguendo le intonazioni di un mix di musica barocca ed elettro-rock dove il loro connubio dà origine a diverse emozioni.

Alcuni ballerini sono molto giovani, altri hanno più esperienza. Ma non ha importanza… Dare fiducia agli altri per rafforzare il gruppo è il principale scopo di questa breve esperienza, ben oltre ogni dimostrazione tecnica. Banc d’essai è un’istantanea di una tribù fugace e piena di umanità.

GRAND PAS CLASSIQUE SOLO

Coreografia: Victor Gsovsky

Danzatrice: Maria Kochetkova

Musica: Daniel Auber

Ci vuole un po’ d’immaginazione per collegare l’abbagliante Grand Pas Classique, che si erge come un’epitome di purezza e precisione classica, con Victor Gsovsky. Un coreografo che si è ispirato alle tendenze artistiche dell’avanguardia degli anni ’20 e che ha introdotto un’innovazione decisiva per le tecniche classiche tradizionali. Tuttavia, al fine di innovare una certa tradizione, è necessario coglierne l’essenza. Viktor Gsovsky (1902-1974), ballerino di talento, coreografo inventivo e straordinario maestro di balletto, ha composto il suo virtuoso pas de deux sulla musica di Daniel Auber, il compositore francese del XIX secolo, come omaggio alla tradizione, nonostante il pensiero dovrebbe lasciare il posto a nuove forme di danza. Yvette Chauviré e Vladimir Skouratov hanno eseguito per la prima volta il Grand Pas Classique nel Theatre des Champs-Elysées nel 1949. Da allora, il pezzo ha guadagnato la reputazione di uno dei passaggi più difficili del repertorio classico contemporaneo. Tanto da venire eseguito in tutto il mondo. La coreografia di Gsovsky affascina continuamente il pubblico perché permette ai ballerini di dimostrare la loro energia, resistenza, musicalità ed eleganza insieme ad un senso della forma privo di articolazione. Queste qualità erano al centro del metodo pedagogico di Gsovsky.

THE GUST

Coreografia: Sebastian Kloborg

Danzatori: Fatima Cerqueira e Sebastian Kloborg

Musica: 1900 – Den modernitet som aldrig kom

Il coreografo Sebastian Kloborg per la composizione di The Gust si ispira alla memoria dei suoi nonni, con i quali da bambino effettuava molte passeggiate, e adesso che non sono più in vita, può solo conservare il loro ricordo.

TRIBUTE

Coreografia: Igal Perry

Danzatore: Joaquin de Luz

Musica: Frederic Chopin

Igal Perry, fondatore e direttore artistico di Peridance Capezio Center e Peridance Contemporary Dance Company, è un coreografo di fama mondiale, un maestro di danza e un educatore di danza. Nato in Israele, Igal Perry ha iniziato la sua carriera di ballerino con Karmon, una compagnia di danza popolare. In seguito si è unito alla Bat-Dor Dance Company, dove ha lavorato con importanti maestri e coreografi tra cui Alvin Ailey, Benjamin Harkarvy, John Butler, Rudi Van Dantzig, Inesse Alexandrov, Paul Sanasardo e Lar Lubovitch. Arrivato negli Stati Uniti, il signor Perry si unì ai Dancers di Dennis Wayne come maestro di ballo e coreografo. Durante questo periodo, ha messo in scena il lavoro di John Butler per l’Opera di New York, l’Opera di Monaco, Caracas Ballet e il Teatro Alla Scala di Milano, dove ha anche diretto la prima mondiale dell’opera di Krzysztof Penderecki, Paradise Lost. Dal 1981 al 1982, Perry ha diretto il dipartimento di danza al Jacob’s Pillow. Nel 1983, ha lanciato la sua scuola di danza, Peridance Capezio Centre, ora una delle principali istituzioni di danza di New York. Un anno dopo, fondò la Peridance Contemporary Dance Company, per la quale ha coreografato oltre 50 opere, con esibizioni al BAM, al Joyce Theatre e al City Center. Oltre alla sua lezione quotidiana a Peridance, Perry è docente e coreografo ospite al Jacob’s Pillow Festival, The Ailey School e Marymount Manhattan College e The Juilliard School, dove ha messo in scena le sue Voci intime e la canzone del dolore. I suoi impegni internazionali di insegnamento comprendono: Scapino Ballet e Het National Ballet (Olanda), il National Ballet (Praga), Architanz (Tokyo), Il Royal Ballet of Sweden e Balettakademien (Svezia), il National Ballet of China e il Kwang-Ju City Ballet Company (Corea). Nel 2007 è stato inserito nella Dance Library of Israel Hall of Fame.

CREDO: 1877

Coreografie: Sebastian Kloborg

Danzatori: Maria Kochetkova & Sebastian Kloborg

Musica: H. C. Lumbye

Testo: August Bournonville

Voce: Jim Sohm

Credo: 1877 racconta il viaggio in Italia del 1841di August Bournonville. Bournonville è il fondatore dello stile di ballo danese in cui, contrariamente alla tendenza del balletto romantico dell’epoca, non mette in secondo piano la figura maschile bensì gli dà la stessa importanza della ballerina. Tendenza che ha fatto sì che la scuola danese acquisisse fama di formare grandi interpreti maschili. Il suo stile e la coreografia del suo Credo è un’ode al significato dell’arte e della danza nel mondo.

RHAPSODY IN BLUE

Coreografie: Miriam Barbosa

Danzatori: Miriam Barbosa, Tamara Fragale, Thomas Johansen, Giacomo Bavutti e gli studenti del Dap College

Musica: George Gershwin

Costumi: Mirko Tomei

La coreografa si ispira ai movimenti delle sculture di Pablo Atchugarry ricreandoli sul palco attraverso i tessuti utilizzati per la danza aerea di cui l’americana Miriam Barbosa è una grande esperta ed interprete. Le opere del maestro uruguaiano – autore della mostra in piazza Duomo e Sant’Agostino, a Pietrasanta fino a fine settembre – richiamano emozioni molteplici che si identificano a partire dalle linee astratte come sintetizzazione di elementi naturali e umani. La scelta dei colori delle opere di Atchugarry si riflette nei colori delle stoffe utilizzate dalla coreografa che si fondono con la colonna sonora di Gershwin. La coreografa utilizza i tessuti per creare dimensioni sensoriali portando alla vita le opere del maestro.

Info e programma: www.dapfestival.com

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