di Massimiliano Craus
La città di Benevento è ormai un virtuoso esempio di sinergia artistica e culturale a tutto tondo da anni, ovvero da quando la direttrice artistica del Balletto di Benevento Carmen Castiello ha preso in mano le redini del gioco della progettualità a medio e lungo termine.
Eh sì, niente di istituzionalizzato, per carità, ma la consuetudine di proporre e creare ha preso il sopravvento ed il pubblico dell’intera provincia e della regione non può che beneficiarne. A maggior ragione in questi mesi di pandemia e restrizioni varie che non stiamo qui a ricordare!
E proprio di questo Carmen Castiello ha voluto sottolineare lo sforzo profuso per difendere la danza e la cittadinanza attiva che non si è piegata al volere nefasto del virus. “Abbiamo allestito con il direttore dell’Area archeologica del Teatro Romano di Benevento Ferdinando Creta e l’Orchestra Filarmonica una serie di stagioni di grande successo – rivendica la tuttofarecoreutica – per riportare la gente a teatro e, soprattutto, nel nostro teatro. Un esempio di monumento come ce ne sono pochi in Italia che devono essere riempiti e valorizzati. Ed a questo proposito ci siamo rimboccati tutti le maniche per riportarlo alla luce originale con uno sforzo condiviso da tutti.” Ed i numeri hanno dato ragione allo sforzo.
La stagione estiva e pre-autunnale allestita per il popolo della danza, della musica e delle arti che non aspettava altro. E così sì è assistito ad un viaggio eterogeneo nelle arti a tutto tondo, passando con disinvoltura e qualità da George Gershwin al rossissimo tango, passando per “Apollon musagete”, “Sylvia” e la pirrica per giungere a Chopin, all’Eternità ed alla notte di San Lorenzo in una matrioska dalle infinite sfaccettature, proprio come nelle corde di Carmen Castiello e della sua compagine.
“Amore e piacere sono gli stimoli che spingono verso la conoscenza, che a sua volta nutre la sfera emotiva – aggiunge la coreografa – ogni momento del giorno coinvolge una diversa sfera emotiva: il malinconico tramonto attraverso le note di Chopin, il mistero della notte in cui liberiamo i nostri desideri più reconditi, la forza dell’alba in cui l’aurora si colora delle note del “Mattino” di Grieg aspettando il levare del sole.”
Allo stesso modo si è liberato dall’oblio il meraviglioso Teatro Romano oggi protagonista assoluto della cultura in città. Basti pensare alla Giornata europea dei siti archeologici andata in scena con la rappresentazione “Gli incantesimi della mitologia: dal divino al terreno”, proprio presso il Teatro Romano di Benevento il 26 settembre scorso. “I greci ritenevano che tutte le arti fossero basilari per la vita umana e nella loro religione le rappresentavano attraverso le nove muse – spiega ancora la cicerone Carmen Castiello – la cui rappresentazione ha aperto lo spettacolo, nella zona di accoglienza del teatro in cui il pubblico, accompagnato dall’aria di Maya Martini, ammirava la bellezza delle muse egregiamente dipinte con la meravigliosa arte del body painting curato da Donatella Formato.”
Allo stesso modo non si possono dimenticare le performance di musica, di danza e poesia che nei tre momenti del tramonto (ore 19,30), notte (ore 21,30) ed alba (ore 6,30) con la partecipazione al pianoforte di Giuseppe Granatello, al violino di Lorenza Maio, alle danze la Compagnia del Balletto di Benevento ed alle letture di Alba Parrella. Le coreografie di Giselle Marucci, Ilaria Mandato, Sara Scuderi con la collaborazione di Linda Ocone e la direzione artistica di Carmen Castiello nelle performance dei danzatori del Balletto di Benevento.
Un incredibile viaggio qua e là per il mondo dell’arte, ponendo al centro dell’universo il teatro e l’arte con un pubblico sempre più numeroso ed affamato, a maggior ragione nei tempi aridi del Covid. E’ proprio così che è stata vissuta la ripresa dopo la primavera pandemica, con uno sguardo ottimista teso al futuro che oggi è diventato un nuovo triste presente. Ma allora le premesse erano differenti! “È come se d’improvviso ci fossimo ritrovati tutti fermi, immobili – chiosava e chiosa tuttora Carmen Castiello – con la sola possibilità di guardare indietro…la magia dell’assenza…poi l’universo astratto della musica e quello tangibile della danza. Speravamo di tornare su un palco, ma non ci credevamo e invece siamo qui. Per questo ringrazio tutti voi che avete sostenuto il nostro progetto nato all’insegna della semplicità, ma ricco d’amore e di passione. Avevamo bisogno di ritrovarci qui con questo sentimento che ci appartiene”.
E la passione è stato il leit motiv di “ROSSO:Storie di tango” che sul palco ha visto la partecipazione dell’Orchestra Filarmonica di Benevento nell’ultimo appuntamento della rassegna estiva. Un saluto che purtroppo è tornato d’attualità e chissà quando si potrà tornare in scena, certi che il rinascimento beneventano della danza e delle arti non è tramontato.