IL TEATRO SOSPESO. Dancing locked-down è il risultato di un progetto ideato ed elaborato tra il 2020 e il 2021, in piena pandemia, dal fotografo Damiano Mongelli: dopo quasi due anni dalle prime chiusure dei luoghi di spettacolo, un libro e una mostra fotografica svelano gli angoli più segreti del Teatro dell’Opera di Roma. Ventiseiesimo libro edito da GRAFFITI, il volume raccoglie più di 100 immagini catturate durante i mesi di sospensione dell’attività di spettacolo, tra spazi interni ed esterni del Teatro Costanzi, insieme a scene d’attesa e di quotidianità, di immobilità e di ripartenze. Profondo conoscitore del Teatro dell’Opera di Roma e del balletto, in quanto ballerino e insegnante di danza egli stesso, l’autore, dal suo punto di vista privilegiato, ci conduce all’interno di questo mondo e ci mostra le difficoltà di gestione, tra sanificazione dei locali e adeguamento alle nuove norme, e di produzione degli spettacoli, comunque sempre realizzati, che hanno caratterizzato il duro periodo del Covid.
Accendendo i riflettori su un “teatro sospeso”, Damiano Mongelli ci offre un momento di riflessione, mostrandoci un luogo privo del suo pubblico ma comunque attivo. Dalle immagini appaiono sedie vuote e transennate, corridoi deserti, operatori della sanificazione con le loro tute bianche, prove di spettacoli con distanziamento, ballerine e ballerini con mascherine. Ma il suo sguardo non è mai privo di speranza, anzi sembra essere lì proprio per sottolineare lo straordinario impegno di tutti, lo spirito vitale comunque presente sul palco, nei camerini, nella sartoria, tra i musicisti, gli attrezzisti, nel personale e nella dirigenza. Ci ricorda che una forma d’arte così raffinata non dovrebbe mai conoscere sosta né luci spente. Oltre 100 fotografie a colori e in bianco e nero mostrano le geometrie, le linee e le curve dei luoghi, gli arredi di un luogo storico così prestigioso. Evidenziano la grazia e l’eleganza delle ballerine e dei ballerini fermati, sospesi, come per magia, dall’otturatore della macchina fotografica all’apice dell’espressività del loro gesto. Ma anche semplicemente ritratti avvolti nella luce o posti in ombra, pochi, pochissimi elementi a comporre l’immagine ma in grado comunque di emozionare l’osservatore.
Sei gli spettacoli raccontati in un’altra sezione del libro, realizzati in luoghi prestigiosi, storici come l’Ara Pacis e il Circo Massimo, ma anche nella moderna Nuvola di Fuksas. Il teatro sospeso cattura inoltre attimi di “straordinaria quotidianità” tra le sale della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma, uno dei più importanti centri di formazione professionale in Italia: Mongelli svela i volti di una generazione in formazione che, con coraggio e costanza, lentamente si riappropria dei luoghi della giovinezza e della danza. Tra le pagine del libro, infine, la ‘mappa’ di un viaggio virtuale attraverso le risorse online del Teatro dell’Opera di Roma: un invito – attraverso appositi QR Code – a scoprire gli spettacoli di danza presentati in streaming tra il 2020 e l’inizio del 2021, insieme alle fotografie del backstage e ad una rassegna stampa recente. La testimonianza di un teatro vivo e presente che, trasformandosi, resiste.
La presentazione del libro, martedì 14 dicembre 2021, è stata accompagnata dall’allestimento di una Mostra fotografica presso il Foyer di I piano del Teatro Costanzi, inaugurata alla presenza di Eleonora Abbagnato, direttrice del Corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma – che insieme al sovrintendente Carlo Fuortes ha firmato la prefazione del libro – e di Gianni Pinnizzotto, direttore di GRAFFITI. L’esposizione è stata aperta al pubblico dell’Opera di Roma fino al 2 gennaio 2022.
“Il Teatro Sospeso è un progetto fotografico del nostro tempo; – sottolinea Damiano Mongelli – definito ‘servizio non essenziale’, il teatro con fatica ha cercato di sopravvivere, trovando nuove forme di spettacolo. Inevitabilmente, l’assenza di pubblico e le regole di distanziamento sociale hanno creato, negli artisti e negli addetti ai lavori, vuoti difficili da riempire. Il Teatro Sospeso espone un anno di fotogrammi, con una visione personale che cerca di confermare – citando Antoine de Saint-Exupéry – che ‘l’essenziale è invisibile agli occhi’”.