fbpx

La quarantesima edizione della Giornata Mondiale della Danza si concluderà con la “Serata in Danza” al Teatro Politeama di Napoli, in scena sabato 30 aprile 2022 alle ore 21, con diciotto danzatori, tre coreografi e due titoli.
Un evento a matriosca, dunque, voluto fortemente da Paola Guma e Valerio Basciano, rispettivamente dirigente e referente del progetto “Danza e laboratori creativi tra teatro e multimedialità”, finanziato dal Ministero dell’Istruzione attraverso il Piano delle arti 2021/2022.

Lo spettacolo costituisce, stando alle dichiarazioni della dirigente Guma, “il coronamento di un percorso di condivisione stimolante e produttivo, svolto in grande sinergia dagli studenti delle scuole coinvolte che hanno sperimentato cosa significa lavorare in modo professionale all’interno di una compagnia di danza rispettando le regole, i tempi e le modalità di lavoro, al fine di perseguire un obiettivo comune riconoscibile da un lato nel prodotto artistico, dall’altro nella proficua esperienza umana”.

Ma andiamo con ordine. Napoli quest’anno ha voluto festeggiare la cifra tonda della Giornata Mondiale della Danza in onore di Noverre con due coreografie inedite ed un lungo percorso di formazione mirata alla scena a conclusione della residenza coreografica dei tre artisti ospiti Domenico Di Dato, già danzatore del Teatro di San Carlo di Napoli, Alessandra Veronetti, già prima ballerina dello stesso Teatro, e Mariella Celia, danzatrice, autrice ed educatrice del movimento somatico, che hanno lavorato durante il mese di aprile per la creazione dei due brani coreografici “La Cura” e “Cell”. Alla realizzazione dello spettacolo hanno collaborato l’Accademia di Belle Arti di Catania, l’IP Servizi culturali e di spettacolo – Audiovisivo dell’Istituto “O. Conti” di Aversa e la sezione Design del libro e della grafica editoriale dell’ISIS Boccioni-Palizzi di Napoli. I diciotti interpreti sono stati seguiti pedissequamente dai docenti di danza dei licei coinvolti Alessandro Amoroso, Giovanna Caldarella, Pierluigi De Santis, Annamaria Di Maio, Chiara Giacobone, Annarita Pasculli, Amanda Vinciguerra per la realizzazione delle due inedite coreografie, cominciando dalla prima in scaletta “La Cura”, ideata a quattro mani da Domenico Di Dato ed Alessandra Veronetti, sulle musiche varie di Bach, Delibes, Mozart e Vivaldi. “La Cura” è una coreografia astratta, senza pretese narrative, è un percorso ricco di suggestioni, anche musicali, volto a restituire luce alla necessità comune di libertà di movimento, di condivisione. Cura è l’impegno profuso dagli studenti e dalla Scuola coinvolti in un progetto che si sviluppa fra passato, presente e futuro, che mira al coinvolgimento, all’apertura, alla comunicazione. E infine Cura è lo sguardo attento e amorevole, la spinta propulsiva in avanti che come coreografi abbiamo provato a trasferire in questa esperienza e verso i giovani che ne hanno fatto parte. Il secondo titolo “Cell” è invece a cura di  Mariella Celia sulle musiche di Monolake ed Ivan Macera. “Cell” è l’abbreviazione con cui spesso nominiamo i nostri smartphone. La coreografia osserva in una chiave esasperata ed esasperante la centralità che questi apparecchi hanno assunto nel nostro tempo. Ma “Cell” è anche cellula in lingua inglese. L’unità vitale, il principio di tutto ciò che siamo, l’elemento essenziale, l’esperienza diretta. In questo lavoro diciotto giovani e talentuosi danzatori si muovono in scena a partire da una dimensione esterna, esteriore, multimediale, fino a giungere alla più intima carnalità. In un profondo ascolto di se stessi trovano una nuova relazione con l’altro, un virtuoso contagio. “Esprimo la mia soddisfazione e gratitudine – chiude il referente Valerio Basciano – per la passione con cui dirigenti, docenti, coreografi e studenti delle scuole coinvolte si sono adoperati per la riuscita di un progetto nato con l’obiettivo di fare rete per promuovere la cultura coreutica e potenziare le competenze pratiche e artistiche dei giovani danzatori”. Non ci resta che festeggiare con un occhio al passato settecentesco di Noverre ed un altro al futuro delle nuovissime generazioni danzanti.

Related Posts