Dal 2 al 4 febbraio lo SpazioKörper di Napoli, Centro Nazionale di Produzione della Danza, ospita la compagnia Fattoria Vittadini, collettivo artistico impegnato dal 2009 nella produzione e nella ricerca in ambito performativo, con particolare attenzione al multidisciplinare. La stagione 2024 dello spazio teatrale situato in Via Vannella Gaetani 27, prosegue con i lavori della pluripremiata compagnia di danza milanese, presentando le ultime creazioni delle performer Maura Di Vietri e Chiara Ameglio.
Si inizia venerdì 2 febbraio con l’anteprima nazionale di Flux – Full Experience di Maura di Vietri, una short performance che fonde danza e universi digitali attraverso l’uso di visori VR (Ore 18:30, 19:00 e 19:30. Ogni replica ha una durata di 20 minuti circa e l’accesso è riservato a un massimo di otto spettatori per turno). La stessa giornata prevede il coinvolgimento di alcuni studenti e studentesse del Liceo Coreutico Palizzi di Napoli, una preziosa opportunità rivolta alle giovani generazioni per affrontare il tema dell’utilizzo delle nuove tecnologie in ambito performativo. Sabato 3 febbraio (ore 18:00) va in scena Lingua di Chiara Ameglio, un dialogo tra performer e pubblico in cui il corpo diventa linguaggio, strumento e significato; la danzatrice presenta inoltre il suo ultimo lavoro dedicato al tema della schiavitù contemporanea: Please, Come!, spettacolo di Fattoria Vittadini realizzato in coproduzione con il Festival Danza in Rete – Teatro della Tosse, in programma domenica 4 febbraio (ore 18:00).
La ricerca del collettivo Fattoria Vittadini propone sul palcoscenico di SpazioKörper tre lavori molto diversi fra loro, con un’identità ben delineata e una linea artistica volta alla sperimentazione di nuovi linguaggi. Flux – Full Experience della danzatrice, coreografa e formatrice Maura Di Vietri, è una performance immersiva che prevede l’uso del visore VR e che permette allo spettatore di essere al centro dell’azione: un’esperienza a 360° del proprio corpo e di quello della performer, nell’ambiente digitale e poi nello spazio reale. L’installazione performativa di Fattoria Vittadini, realizzata in collaborazione con la Scuola Mohole di Milano, propone al pubblico una duplice esperienza: da un lato l’immersione in uno spazio virtuale, all’interno del quale è possibile osservare l’avatar della performer – riprodotto attraverso la tecnica del motion capture – dall’altro la percezione dello spazio fisico in cui agisce la danzatrice, avvertendo in maniera distinta le differenze tra esperienza in VR e visione dal vivo.
Lo spettacolo si ispira al cosiddetto Fluxus, movimento internazionale di alcuni artisti degli anni 60’ e manifesto di una visione antidogmatica dell’arte. «Flux può essere visto come un sogno lucido, un viaggio nel mondo sotterraneo che fa riferimento alla cosmologia dei Cheyenne e alle caverne degli animali – dichiara la coreografa Maura di Vietri – una full experience che va alla ricerca dell’essenza vitale e lo fa approfondendo la relazione tra umano e animale, concepita come un insieme di forme ed entità che possono dialogare, fondersi, scambiarsi, trasformarsi» (Venerdì 2 febbraio – ore 18:30, 19:00 e 19:30).
La componente digitale si contrappone in questo caso alla reale immediatezza della coreografa e interprete Chiara Ameglio che con la performance Lingua ribalta il tacito accordo che si instaura fra performer e pubblico in sala, sovvertendo il filo invisibile tra azione performativa e punto d’osservazione. La danzatrice invita gli spettatori a scrivere sulla sua pelle, donandosi come una tela sulla quale depositare i propri segni e le proprie tracce. Il suo corpo si fa così caverna, ventre gravido di una lingua che si insinua, strumento di traduzione di parole non dicibili, eco di micromovimenti e memorie collettive, portatore di un’identità singola e comune, un incontro in cui il segno lasciato, lo sguardo, l’immobilità, il respiro diventano grammatica comunicativa amplificata. Lingua riflette dunque sui concetti di intimità, vicinanza, empatia, linguaggio interrogando il tempo presente e rivendicando il ruolo del corpo e dell’atto performativo: essere ponte, strumento di interazione, di tessitura di legami, di incontro con l’altro. (Sabato 3 febbraio – ore 18:00).
Dopo il debutto al Teatro della Tosse di Genova, nell’ambito rassegna Resistere e Creare, Chiara Ameglio presenta anche Please, Come!, una creazione nata dal desiderio di interrogare alcuni concetti intorno al fenomeno della schiavitù contemporanea: la richiesta di aiuto, l’iperallerta, l’isolamento, la sorveglianza, la resistenza, la dissociazione, il concetto di “morto sociale” e di “corpo scarto”. La schiavitù esiste ancora oggi per almeno 40 milioni di persone, è una pratica che ha radici profonde ed è un disegno di oppressione che lega il passato al presente, spaventosamente implacabile e complesso. Please, Come!, è un invito per il pubblico a entrare e testimoniare l’atto di liberazione di un corpo che nell’abbandono, disarmato e dominato, diventa simbolo di lotta e resistenza.
«Il tentativo è quello di creare un’esperienza capace di attivare uno sguardo e un sentire empatico – aggiunge la coreografa Chiara Ameglio – un percorso capace di riconoscere come le dinamiche di potere influenzano i corpi, le loro funzionalità, posture, condizioni, e ne determinino il valore sociale. Il nostro sguardo miope è insufficiente. È necessario agire nello spazio della distanza, inteso come spazio di riflessione. Che distanza è necessaria per comprendere? Quali lenti indossiamo per guardare una parte della realtà? Non sarà semplice rispondere a tali quesiti».
PER INFO E PRENOTAZIONI
081.245.74.15 – 335.70.46.743
Biglietti disponibili su www.korper.it
La performance FLUX prevede l’uso dei visori VR. Le tre repliche hanno una capienza massima di otto spettatori per ogni turno. Per prenotare inviare una mail a organizzazione@korper.it indicando il numero di persone e l’orario della replica alla quale si intende assistere.