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Michela Priuli è la candidata selezionata per il bando di 600 BEATS, la vetrina dell’edizione 2024 di Danzainfiera per giovani coreografe/i di età compresa tra 18 e 35 anni. Nata dalla collaborazione tra Pitti Immagine ed EurAsia Dance Project International Network con il supporto di UniCredit e diretta dal coreografo Stefano Fardelli, 600 BEATS ha presentato al pubblico della rassegna i progetti dei finalisti venerdì 23 febbraio, con una performance presso la Sala della Ronda della Fortezza da Basso  di Firenze. 

 

“Tra le belle ed interessanti proposte che abbiamo portato per la selezione finale, abbiamo scelto il talento coreografico e quindi la proposta artistica dell’italiana Michela Priuli”, commenta Stefano Fardelli. “Tra le cinque finaliste, ha portato live in scena a Firenze il duetto Roots, danzato con Barbara Allegrezza, e presentato una interessante nuova idea artistica che si basa sulla mitologia indiana. La Priuli, selezionata per le tre residenze     artistiche di questa edizione di 600 BEATS, potrà lavorare a questo nuovo progetto solistico con uno degli EurAsia Dancer parte di EurAsia Dance Project. Le residenze, che inizieranno nelle prossime settimane, saranno in Italia e in Belgio, sostenute e organizzate in collaborazione con Balletto di Siena, Kaos Balletto di Firenze e Shoonya Dance Centre of Ghent. Seguiremo con attenzione tutto il processo di creazione di Michela Priuli nei prossimi mesi, e che tutti avranno occasione di vedere nella prossima edizione di 600 BEATS a Firenze nel 2025”.


Un successo, come quello della manifestazione che in tre giorni, dal 23 al 25 febbraio ha ottenuto oltre 18 mila presenze di appassionati dell’arte coreutica. “Abbiamo cercato di dare visibilità e attenzione concreta a chi della creazione coreutica vuole fare il suo lavoro – afferma Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine, organizzatrice della rassegna: abbiamo dedicato questo evento alle/ai coreografe/i emergenti per incoraggiarli nella produzione e offrire occasioni di crescita professionale. Tutto ciò è stato reso possibile anche dalla collaborazione con UniCredit, main partner dei saloni Pitti, da sempre impegnata a sostenere il talento e la formazione delle giovani generazioni”.

 

UniCredit, infatti, ha fortemente voluto e supportato la realizzazione di 600 BEATS, un progetto che offre un’importante occasione di crescita professionale ad una promessa italiana della creazione coreutica. Ciò attesta l’impegno del Gruppo anche a sostegno e promozione di attività culturali, artistiche e sportive. Iniziative che costituiscono un motore di sviluppo sociale ed economico delle comunità, alzando il sipario sul talento e la bellezza del nostro Paese e ispirando le persone ad essere più creative, ottimiste e aperte. Ciò è in linea con l’obiettivo principale di UniCredit nel percorso che la vede determinata a diventare la banca per il futuro dell’Europa: sbloccare il potenziale delle persone, delle imprese e delle comunità fornendo loro le leve per il progresso.


Il bando di 600 BEATS ha avuto un forte riscontro e gli organizzatori hanno ricevuto candidature da Italia, Francia, Spagna, Gran Bretagna, Armenia, Messico e India fino a portare a Firenze cinque finalisti.

Il progetto ha sottolineato anche il merito degli altri candidati: le EurAsia Scholarships per i tre anni di programma online IODC (Canada-UK), unico programma triennale sulla composizione e sulla  coreografia regolamentato e accreditato dal governo del Regno Unito, sono state assegnate ai due coreografi candidati più giovani ma molto talentuosi sia come danzatori che come creativi Simone Cristofori ed Elisa Cloza. Due promesse della danza contemporanea nostrana, molto forti tecnicamente e che hanno portato sul palco di Firenze una presenza scenica ed una qualità di movimento molto matura, nonostante la loro giovane età, e di cui sicuramente sentiremo parlare in un prossimo futuro.

 

Menzioni speciali per Matteo Vignali/Vidavé e la spagnola Julia Nicolau, entrambi coreografi professionisti già presenti sulle scene internazionali, per i loro lavori proposti completamente diversi, ma entrambi di elevata qualitá artistica e tecnica.

Matteo Vignali/Vidavé ha portato in scena il sofisticato duetto Figure Coreografiche, danzato con Noemi Dalla Vecchia: un lavoro che fa trasparire chiaramente la cifra stilistica dei Vidavé e quindi il lavoro di ricerca sulla qualità del movimento che entrambi, Matteo e Noemi, lavorano da anni insieme per la loro Compagnia. Da menzionare anche l‘approfondita ed interessante ricerca antropologica sulla Bolivia che Vignali ha svolto ed esposto di fronte alla Commissione riguardo la progettualità per la nuova idea artistica proposta per le residenze di 600 BEATS.     

Julia Nicolau ha portato un lavoro molto personale, Meursault, che combina la ricerca del movimento alla ricerca sul suono, accompagnato da un’ottima padronanza e qualità nell’esecuzione sia nella danza di Julia e sia  nella parte musicale suonata live, sempre dall’autrice.

Il dossier di Julia, presentato per accedere alle residenze, è ispirato alla cultura messicana, e prende spunto da un’esperienza privata con una progettualità artistica proposta basata su emozioni e punti di vista di vissuto personali.

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