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Pensavo a me. Ho sempre tante persone e fatti su cui concentrarmi che talvolta mi dimentico da qualche parte. Qualcuno mi recupera al volo, come una borsetta. Più o meno in questa vignetta, dietro alla Marghe sprint in scarpette rosse (notare), mi penso. E’ tutta la vita che inseguo qualcosa o seguo qualcuno, come se non potessi farne a meno, con una consapevolezza troppo relativa forse per capire appieno che sono io, me medesima, che esisto così. Bene scoprirlo lentamente è ciò che è accaduto con ‘Marghe&Stef’, che è anche strano perché se io sono così ‘relativa’, diciamo, lei è una cometa. Per mia fortuna ha una ricorrenza nel tempo più umano che cosmico.

Adesso che si è aperta la stagione ufficiale dei CONCORSI (ci sono tutto l’anno, ma questo è un periodo intenso), lei, che viaggia veloce e leggera, è arrivata e mi ha acchiappata al seguito, trascinandomi in un posto così freddo che pensavo non avrei più smesso di tremare, un TEATRO, per inciso. Condizioni estreme: digiuna e senza un caffè. Immagino che proviate una morsa di dolore, vero? Niente zuccheri, niente caffeina, 400 danzatrici, non so quante coreografie e scuole… Non avevo fogli e neppure quella pila rosa che aveva lei per far luce. Che invidia! (Per i giudici maschi era blu). Comunque io dovevo guardare ballare, se richiesto esprimere il mio parere, e poi dire due parole sul palcoscenico; quindi il mio problema era un triangolo basilare: caffè, pipì e microfono. Sono sopravvissuta e tutto ha funzionato. Margherita è professionalmente sempre molto sul ‘pezzo’ e il mio vicino di poltrona mi ha gentilmente offerto una spalla su cui riposare, a un lieve cenno di cedimento (forse più di uno); ma ho resistito stoicamente, pur apprezzandolo molto. Da cui deduciamo solo delicatamente che ai concorsi la sofferenza e la stanchezza sono distribuite equamente fra i partecipanti, così come la gioia e la delusione alla fine con le premiazioni.

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Ora che Stef vi ha ampiamente narrato la situazione, passo a spiegare con precisione e accuratezza di un impiegato delle Reali Poste Britanniche, cosa NON FARE a un concorso, (cioè poi fate cosa vi pare, ma non venite a lamentarvi da noi!).
0- La prima regola è costruire le coreografie per i vostri interpreti:
Questa è in assoluto la cosa più importante e tutti gli altri consigli sono sottopunti. Lo sappiamo che alcuni di voi sono bravi coreografi, (è senz’altro più difficile fare una coreo per degli allievi che per dei professionisti), dimostratecelo facendo cose appropriate per i vostri studenti. Lavorate su di loro, non su voi stessi: lo faceva Balanchine senza peraltro farsi nessun torto e diventando piuttosto famoso (vero?).

1- LA MUSICA. Allora la sensazione che si ha, stando in giuria, è che stiate usando TUTTI lo stesso cd: musica elettronica, con una linea melodica al violoncello o violino, ottavino, scacciapensieri siciliano. Un solo strumento che miagola ossessivamente. C’è tanta bellissima musica al mondo, che penso abbia fatto molti sgarbi ad altrettanti insegnanti di danza, visto che non è minimamente considerata. Un po’ di ricerca musicale, orsù!! Le musiche più gettonate sono in oltre:
– Per il classico / neo classico: simile Rondò Veneziano (che musica barocca già sarebbe troppo)
– Per il contemporaneo: musichetta elettronica come si diceva, oppure canzoncina fresca e spensierata di Adele (per gli assoli va moltissimo, fa pessimismo cosmico, ma è orecchiabile), come dirò meglio nel prossimo punto.
– Per hip hop: hit del momento di pregiudicato nero scappato in Giamaica con i gioielli di famiglia con fusion latino… Titolo del brano, “Perdona, madre, mi vida loca”.
Sì! IO CI SCHERZO; PERO’….

1 bis- LA MUSICA. Se avete un gruppetto di dodicenni, evitate, vi preghiamo umilmente, di farle danzare sulla hit del momento che parla della situazione drammatica di una donna e madre, che è stata lasciata da sola con quattordici figli, mentre il marito è in galera per furto con scasso! Sì, lo so che è in inglese ma si capisce eh!!? Questa regola si lega indistricabilmente alla precedente e alla seguente.

2- Fate in modo che IL TEMA della coreo sia appropriato all’età dei vostri danzatori. L’aumento dell’IVA, la moneta unica, lo sciopero dei metal meccanici, l’ermeneutica, la vaso dilatazione che avviene per mezzo delle droghe leggere, la solitudine di una madre lasciata come detto…… Ecco davvero, NO! Semplicemente perché loro quella roba lì la devono interpretare: “Ciao, mi chiamo Martina, ho 11 anni e mezzo e presento un pezzo sulla malasanità dopo manipulite”. DAIIIIIIII!!!!

3- LA COMPOSIZIONE. Okay, vi dò questa notizia: la coreografia non è solo passi e sequenze. ESSE VANNO POI COMPOSTE! Andrebbe creata una tela, costruita una struttura dinamica complessa, fatta possibilmente di momenti più veloci, altri più di respiro. Coreo tipiche che vediamo ai concorsi: musica – 25 ragazzine dentro in gruppo – passipassipassi – uscita (al limite posa). Fine. NEXT PLEASE. Vi spiego perché al punto…

4- LO SPAZIO E IL TEMPO. I concorsi hanno spesso a disposizione palchi grandi, dunque usate lo spazio. Muovete il gruppo; cosa c’è di interessante in una mandria che entra e pesta l’uva sul posto, se neanche siamo in tempo di vendemmia? Considerate il fatto che se fate uscire e poi rientrare le persone, sono strasicura che nessuna verrà rapita dietro alle quinte, borseggiata di scarpe e costume, rapinata del bancomat. Muovete l’aria, agitate lo spazio.
Non andate MAI oltre i 3′, sono più che sufficienti.
Se no, è inequivocabilmente sequestro di persona.

5- I COSTUMI. Sono ragazzine, ma proprio le calze a rete? Optate per la semplicità. Lasciate che si veda bene il movimento, valorizzate i corpi, non fate spendere capitali alle famiglie. Ho visto cose inenarrabili, che se lo sapesse il National Geographic ne farebbe subito un documentario. Piero Angela ancora non se ne fa una ragione.

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6- LA NON-REGOLA, MA ACCORATO SUGGERIMENTO.
I concorsi sono occasioni di confronto, sono occasioni per esibire le proprie qualità e il livello tecnico raggiunto dopo mille sforzi, sono emozionanti e spesso gratificanti assai; alla luce di questi fatti costruite il vostro balletto insieme ai danzatori in modo da renderlo davvero un loro lavoro. Non dico lo debbano fare proprio tutto, ma date responsabilità e fiducia che sarà ripagata in indipendenza e freschezza nel pezzo.
Veloggiurotuttoattaccato!
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Ecco io ho vissuto tutto in prima persona. In platea e dietro le quinte, sul palcoscenico, fra i fiori e i selfie…. Leggete attentamente perché l’analisi della Marghe non fa una piega e lei è implacabile, LEI che possiede una visione prismatica sia della vita sia della danza. Vi immaginate qualcuno rigido come un merluzzo sgelato per l’occasione?
Marghe ed io abbiamo intuito due cosucce: bisogna conoscere bene ciò che si fa. Bisogna avere qualcuno che sappia spiegartelo altrettanto bene.

Margherita Mana e Stefania Sanlorenzo

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