di Eleonora Gorgoretti
Si è tenuta giovedì 10 Maggio la conferenza stampa di presentazione dell’evento Focus young mediterranean and middle east choreographers 2018, organizzata da Elisabetta Castiglioni all’interno della Sala Rocca del MIBACT, a Roma.
L’evento, arrivato già alla sua seconda edizione, ha lo scopo di promuovere il lavoro di giovani coreografi della danza contemporanea del Mediterraneo e del Medio Oriente e favorirne l’incontro e lo scambio culturale con i coreografi del territorio italiano.
Ad introdurre l’evento è stata Donatella Ferrante, Dirigente del Ministero dei beni e delle attività Culturali e del Turismo, che ha dato una motivazione alla scelta di ospitare giovani coreografi arabi, presentandola come un’iniziativa che non nasce dal nulla ma da una serie di passaggi fatti dagli operatori presenti all’evento e dalle istituzioni, tra cui il Ministero, che hanno investito in progetti di confronto tra culture diverse. “Questo è sicuramente un progetto di grande qualità – spiega Alessandro Pontremoli, storico di danza – ma anche un osservatorio importantissimo dal punto di vista dell’estetica. Qui si trovano artisti che hanno studiato in Francia ma il cui stile è legato alla loro terra d’origine e soprattutto alla loro vicenda geografica personale, che è sempre contestualizzata in situazioni di grandi difficoltà quali guerra, conflitto e sofferenza”
Un progetto importantissimo quindi, che nasce già negli anni 2000 da un’idea di Gerarda Ventura, Direttrice artistica dell’Anghiari Dance Hub, e da altri operatori europei italiani che si interrogavano sull’esistenza di una danza contemporanea nel mondo mediterraneo. “La risposta fu ovviamente positiva – spiega proprio Gerarda Ventura – e notammo che la maggior parte dei coreografi del mondo arabo che volevano studiare danza si rivolgevano all’Europa o agli Stati Uniti. Tutto questo ci portò a incontrare degli artisti della coreografia che muovevano i primi passi e che adesso sono i maestri della danza contemporanea del mondo arabo, i quali stanno ora restituendo ai giovani coreografi dei loro paesi tutta l’esperienza acquisita”.
Tra gli artisti che il Focus promuove quest’anno si trovano Mithkal Alzghair (Siria), Seifeddine Manai e Radhouane El Meddeb (Tunisia), Radouan Mriziga (Marocco), Jadd Tank e Bassam Abou Diab (Libano), Shady Abdelrahman e Ibrahim Abdo (Egitto), con un’apertura, rispetto allo scorso anno, anche all’Iran e al Pakistan, attraverso i coreografi Sina Saberi e Suhaee Abro. “La cosa interessante che ha generato il Focus e che caratterizza in particolare questa edizione – conclude Gerarda Ventura – è stato lo scambio, in quanto quest’anno non sono stati solo gli italiani ad ospitare i giovani coreografi del Mediterraneo, ma è avvenuto anche il contrario”
Una new entry del 2018 alla collaborazione dell’evento è Piergiacomo Girella, Direttore del Teatro Comunale di Vicenza, che durante la conferenza ha parlato di questo progetto come di una rete che unisce tanti operatori e tanti eventi, stimolando riflessioni e soprattutto desiderio di incontro tra gli artisti del nostro territorio con quelli del Mediterraneo. La parte finale della conferenza stampa è stata dedicata alla presentazione del lavoro vero e proprio dei coreografi e della loro danza attraverso le parole di Roberta Nicolai, Direttrice artistica del Festival Teatri di Vetro: “Non è facile quest’anno circoscrivere l’ambito poetico/estetico degli artisti che il Focus presenta. L’anno scorso si parlava delle danze popolari, mentre quest’anno all’interno delle coreografie contemporanee è il pavimento che assume un’importanza fondamentale”. Secondo la Nicolai, il Focus ha fatto un passo in avanti rispetto allo scorso anno, perché molto del lavoro viene dall’alfabeto arabo, dalla grafia, dal desiderio di lasciare tracce sul pavimento, in modo che il significato della danza che gli artisti creano sia chiaro a tutti. Gli artisti di quest’anno in particolare sono riusciti a lasciare tracce indelebili, tanto che “La Francia in scena” ha deciso di promuovere e sostenere l’Italia nella realizzazione di questo progetto. A spiegarne le motivazioni è Chloé Siganos, addetta culturale dell’Ambasciata di Francia in Italia: “Il fatto che oggi tutti i professionisti della danza collaborano insieme in un progetto così difficile è fondamentale e per noi aiutare l’Italia a valorizzare questi artisti che nella loro terra d’origine incontrano seri problemi nello svolgere il loro lavoro è di primaria importanza”.