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di Eleonora Gorgoretti

Con la presentazione del balletto “L’histoire de Manon” si è concluso domenica 20 Maggio il ciclo di incontri teorico – pratici previsti dal progetto “I coreografi, i ballerini e noi”, organizzati dal Teatro dell’Opera di Roma per permettere al pubblico di avvicinarsi agli spettacoli presenti in cartellone prima della visione a teatro, sotto la guida dalla giornalista e critica di danza Leonetta Bentivoglio.

L’histoire de Manon” è un balletto coreografato da Kenneth MacMillan su musiche di Jules Massenet, riarrangiate da Leighton Lucas, rappresentato per la prima volta alla Royal Opera House di Londra il 7 Marzo 1974 e danzato dalle grandi stelle del balletto dell’epoca Antoinette Sibley, nel ruolo di Manon Lescaut, Anthony Dowell, nel ruolo di Des Grieux e David Wall, nel ruolo di Lescaut.

Manon è una giovane ed attraente ragazza divisa tra l’amore per il seminarista Des Grieux e l’amore per il lusso e per i bei vestiti e che, sotto la guida dal fratello Lescaut, viene ceduta per denaro ad un ricco protettore. Un giorno Manon rincontra il suo vecchio amore Des Grieux, mai dimenticato, e lo convince a barare a carte con il suo protettore per vincere del denaro e fuggire via insieme, ma l’inganno viene scoperto e i due vengono deportati in Louisiana, la ragazza arrestata come prostituta. Qui Manon suscita le attenzioni del carceriere che, in una scena molto cruda, riesce a violentare la ragazza prima di essere scoperto ed ucciso da Des Grieux. La giovane ora è finalmente libera, ma, talmente stremata e febbricitante, muore tra le braccia del suo amante.

La giornalista, durante il breve racconto della coreografia, spiega che la storia di Manon non è completamente frutto della fantasia di MacMillan, ma si rifà al romanzo dell’Abate Prevost “Histoire du chevalier Des Grieux et de Manon Lescaut”, che ha ispirato anche tre opere liriche, due dal nome “Manon Lescaut”, di Daniel Auber e poi di Giacomo Puccini e una dal nome “Manon” di Jules Massenes.

All’incontro di domenica hanno preso parte anche i due Maestri ripetitori Patricia Ruanne e Karl Burnett, che hanno rimontato la coreografia per i ballerini del Teatro dell’Opera e che hanno condiviso con il pubblico della mattinata le loro esperienze in merito a questo balletto di grandissimo successo. “Sicuramente la grande fama di “Manon” è dovuta alla bellezza della coreografia – racconta Patricia Ruanne – ma anche alla qualità del racconto, che nonostante sia ambientato parecchi anni fa, rimane comunque molto attuale e contemporaneo. MacMillan riesce a mettere in scena persone reali, sentimenti ed emozioni che toccano il pubblico ancora oggi, anche grazie ai temi molto forti e scabrosi che lanciava con i suoi lavori.”

Ricorda ancora la Ruanne, che debuttò a diciotto anni proprio con un lavoro di MacMillan, che lui era un uomo molto tranquillo e che aveva sempre le idee chiare sulle coreografie da preparare: “La cosa che più mi è rimasta impressa è la possibilità che concedeva ai danzatori di partecipare alla creazione della coreografia: non era un autore/dittatore, ma un Maestro con cui si poteva collaborare, che dava la possibilità a chi lavorava con lui di “creare insieme””.

Dopo il racconto della Ruanne, è intervenuto Karl Burnett a spiegare il pezzo di danza portato in scena durante la mattinata, interpretato da Susanna Salvi e Claudio Cocino, entrambi Primi ballerini del Teatro dell’Opera. L’estratto mostrato in sala fa parte del passo a due della camera da letto, all’interno della seconda scena del secondo atto, in cui i giovani danzano un binomio di amore e odio causato dai gioielli che il protettore aveva regalato a Manon e che lei non è disposta ad abbandonare.

Al termine della dimostrazione, la giornalista ha cercato di far entrare il pubblico all’interno del balletto, domandando ai danzatori le emozioni che si provano ad interpretare uno spettacolo di un così alto calibro. In particolare Claudio Cocino ha ribadito l’importanza del ruolo dell’uomo in “Monon”, che non si limita a fare da porter alla ballerina, ma rappresenta una parte fondamentale del balletto, ma è stata interessante anche la testimonianza di Susanna Salvi in merito alla scena della violenza: “Spesso mi capitava di non voler provare la scena, perché sembra così realistica che diventa difficile da portare a termine, anche se dentro di me so che è solo una finzione e non la realtà.”

A conclusione dell’incontro è stato proiettato in anteprima il filmato di presentazione di “Manon”, con estratti delle prove dello spettacolo che andrà in scena dal 25 al 31 Maggio 2018 e al quale prenderà parte in alcune date, nei panni della protagonista, Eleonora Abbagnato, ètoile dell’Opéra di Parigi e attuale Direttrice del Teatro dell’Opera di Roma.

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