Dopo il clamoroso successo ottenuto dal suo debutto nel West end londinese e in contemporanea con 5 paesi nel mondo, debutta in Italia Tutti Parlano di Jamie il musical, manifesto di una nuova generazione nel segno dell’inclusività, dall’11 marzo al Teatro Brancaccio di Roma.
Nato dal documentario della BBC del 2011 “Jamie: Drag Queen at 16”, storia vera dell’adolescente Jamie Campbell che nel paesino di Sheffield nel Nord dell’Inghilterra combatte con il sorriso la sua battaglia contro i pregiudizi, il pluripremiato musical Tutti Parlano di Jamie ha debuttato nel 2017 all’Apollo Theatre di Londra, raccogliendo un successo di pubblico e critica tale da diventare presto anche un film targato Fox, uscito nel settembre 2021 e ancora disponibile in streaming sulla piattaforma Amazon Prime Video.
Oltre all’Inghilterra dove è in scena da diverse stagioni, il musical ha debuttato con grande successo anche a Tokyo, Seul, Los Angeles e Sydney.
Per vestire gli scintillanti panni di Jamie è stato scelto, in accordo con gli aventi diritto inglesi, Giancarlo Commare, attore rivelazione delle ultime stagioni televisive e cinematografiche, dalla serie Skam Italia al film Maschile singolare, passando per Il Paradiso delle Signore e prossimamente nella serie Sky Original Romulus 2 e in quella di Rai1 Rinascere dove interpreterà Manuel Bortuzzo.
Ad interpretare Margaret New, la coraggiosa mamma di Jamie, la cantante e interprete di tanti musical Barbara Cola; nei panni di Hugo, alias la drag queen Logo Chanelle, è l’attore e doppiatore Marco Mannella, l’amica del madre di Jamie è l’attrice e affermata tik toker Ludovica Di Donato. La severa insegnante di Jamie è la cantante e attrice Lisa Angellilo, Pritti l’amica del cuore di Jamie è Benedetta Boschi, il bullo della scuola è Flavio Marullo. Umberto Noto interpreta il ruolo di una delle drag e del Padre di Jamie; le altre due drag del locale Legs Eleven sono Michele Savoia e Sebastian Gimelli Morosini.
Jamie è una storia di formazione moderna per una generazione alla ricerca della sua “vera” identità, che vuole affermare sé stessa al di là del genere, dell’orientamento sessuale e delle convenzioni sociali. Una storia, come già avvenuto per Billy Elliot, che parte da un piccolo paese inglese per portare la sua rivoluzione “gentile” in giro per il mondo.
Tutti parlano di Jamie racconta le vicende di Jamie, un adolescente abbandonato dal padre che vive una vita serena e spensierata nella tranquilla Sheffield. Va a scuola, come tutti i ragazzi della sua età, ma a differenza loro, Jamie ha un sogno ambizioso: essere libero di esprimere sé stesso anche attraverso abiti femminili.
Non è solo la scelta di voler diventare una Drag Queen, come crede all’inizio, a renderlo “diverso”, ma soprattutto la voglia di normalità nella diversità, come scoprirà alla fine. Ogni persona è unica e irripetibile… è il “glitter sopra il grigio di città”.
Supportato dall’amorevole madre Margaret, dalla sua migliore amica Pritti e da un mentore eccentrico (Hugo – Loco Chanelle), Jamie scopre il gusto della libertà: la libertà di essere se stessi. Tra una professoressa un po’ dura (Miss Hedge), una “zia” particolare (Ray, la migliore amica della mamma), il bullo della scuola (Dean) ed una classe di compagni scatenati, Jamie si avvierà al ballo di fine anno con una sola idea in mente: presentarsi come la migliore e più reale versione di sé, distruggendo convinzioni e costrizioni e abbattendo il muro più alto e duro di tutti, quello del giudizio.
Jamie non è uno studente “diverso”, ma un concetto, un seme, un’idea che vuole instillarsi nella mente di tutte le persone. Jamie non vuole sbandierare il suo orientamento sessuale, ma solamente essere libero di indossare abiti che lo rappresentino: abiti considerati femminili. Non ha paura della gente e di quello che potrebbe pensare e combatte i bulli col sorriso.
Lo spettacolo mette in scena, nel classico stile del Musical Theatre, un testo divertente e commovente con canzoni pop e coreografie originali che spaziano tra diversi generi; uno stile fresco ed immediato che, grazie alla sua forza ed energia, riesce a travolgere il pubblico con il suo messaggio di inclusività e libertà.
Le musiche originali composte da Dan Gillespie Sells, leader della band inglese “The feeling” attiva dalla seconda metà degli anni ’90, rispecchiano il movimento pop progressive di quegli anni, miste al nuovo soft-rock, creando un’alchimia di musica e testi che catturano immediatamente il pubblico. “Puro pop britannico” come il compositore ama definire la colonna sonora di Jamie, con qualche riferimento a band della scena pop inglese anni ‘80 come i celeberrimi “Frankie Goes to Hollywood”.
Le coreografie attingono da diversi generi: dal vogueging e waacking degli anni ’60/’70 con movenze glamour e femminili alla street dance dei ghetti dai tratti più mascolini. Stili apparentemente lontani in un dialogo volto a celebrare le diversità e a comunicare qualcosa di nuovo e unico come Jamie.
Viola Produzioni, detentrice per l’Italia dei diritti dello spettacolo, per mettere in scena questo testo ha aspettato questo preciso momento storico, con un tessuto sociale pronto per poter comprendere i messaggi importanti racchiusi fra canzoni e risate.
La produzione italiana è l’unica autorizzata dall’originale anglosassone a mettere in scena una versione dello spettacolo completamente nuova dalle scene ai costumi, dalle coreografie alla regia, senza però intaccare l’integrità di musica e testo.
Per l’occasione sono state messe insieme le figure artistiche più rappresentative del settore e le più adatte ad un musical come Tutti parlano di Jamie, il collaudato cast creativo delle produzioni del Teatro Brancaccio: i costumi sono stati affidati a Francesca Grossi, (Rapunzel il musical, La Regina di Ghiaccio il musical, Aggiungi un posto a tavola, Aladin il musical geniale, La piccola bottega degli orrori). Le scenografie sono firmate dal pluripremiato Alessandro Chiti (Rapunzel il musical, La Regina di Ghiaccio il musical, Aladin il musical geniale).
La direzione musicale è del Maestro Dino Scuderi, direttore musicale di tanti musical italiani come Jesus Christ superstar, Salvatore Giuliano, La piccola bottega degli orrori oltre che compositore di musiche per il teatro e il cinema. Grande spazio è dato alla creazione coreografica che fa approdare al musical Laccio già direttore artistico di The Voice of Italy e di X Factor. La regia dello spettacolo è affidata a Piero Di Blasio, già regista de La Piccola Bottega degli Orrori, che per primo ha creduto nel progetto, gestendo anche i rapporti tra la produzione inglese e quella italiana.