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Riccardo Maccaferri, classe ’91, è un concentrato di simpatia, gentilezza e passione per musica, e per il musical nello specifico. Intervistarlo è piacevole quasi quanto vederlo esibirsi nel nuovissimo Romeo & Giulietta – Ama e cambia il mondo, dove interpreta Benvolio, cugino ed amico di Romeo.

Fin da bambino mostra una spiccata attitudine per la musica, dedicandosi inizialmente allo studio della batteria e interessandosi poi anche a chitarra e pianoforte. Nell’aprile del 2011, decisa ormai la sua passione, entra a far parte del cast del decimo anniversario di Notre Dame de Paris di Riccardo Cocciante, che l’ha tenuto impegnato fino maggio 2012. Nel Febbraio 2013, insieme a 3 colleghi del Notre Dame de Paris, debutta a Ferrara con uno spettacolo intitolato “Omaggio a Cocciante” che riscuote molto successo.

Hai iniziato come musicista; quando hai capito che la tua strada era il canto?

All’età di 3 anni sono salito su un palco e ho iniziato a suonare la batteria di un ragazzo che suonava in un gruppo in piazza, iniziando subito ad andare a tempo. Capirai che rimasero tutti un po’ stupiti! Poi arrivo da una famiglia che amava la musica, mio padre ha sempre cantato e io lo accompagnavo nelle sue serate quindi m’ha passato lui la passione per il canto. Poi ho iniziato a studiare più approfonditamente la batteria con Gian Paolo Lancellotti (il primo batterista dei Nomadi) e ho iniziato a studiare canto, la mia passione principale. Salivo sul palco quando cantava papà e cantavo Io Vagabondo insieme alla band. Alle superiori poi sapevano tutti benissimo che non vedevo l’ora di finire per seguire al 100% il mio sogno, così finita la scuola ho avuto la fortuna di entrare nel cast del Notre Dame de Paris, nel decennale, quando c’è stato il cambio totale del cast ed ho realizzato un sogno;  i miei erano fanatici di Riccardo Cocciante, infatti mi hanno dato il suo nome per ricordarlo, e anche io l’ho sempre amato. Per me è stata una gioia immensa fare quest’opera che vedevo quanto avevo 10 anni, anche due volte al giorno!

È stato semplice il passaggio da cantante a performer?

Assolutamente no. Devo infatti ringraziare tanto il Notre Dame perchè mi ha cresciuto, è stata la mia prima vera scuola a livello di interpretazione, di movimento. La moglie di Cocciante poi mi ha spronato tutti i giorni con le sue correzioni di postura, di movimento. È stata bravissima.

Sei uno dei performer di musical più giovani in questo momento. A chi ti ispiri?

Devo esser sincero, essendo giovanissimo non ho visto proprio tutti i musical del mondo però mi ricordo di esser rimasto davvero molto colpito dall’interpretazione di Ramin Karimloo nel 25° anniversario del Fantasma dell’Opera a Londra. Lui ha lavorato in moltissimi musical e in lui ho visto proprio lo studio del personaggio portato a livelli inimmaginabili…mi ha davvero colpito.

Come ti sei preparato per interpretare Benvolio?

Allora prima di tutto bisogna informarsi molto, leggere tutti i testi di Shakespeare anche se non riguardano Giulietta e Romeo, poi sicuramente grazie all’aiuto di Giuliano Peparini e di tutti i compagni e colleghi riesci a migliorarti ogni giorno. Dai un’impronta tua e magari anche decisiva! Ogni giorno scopro di poter tirare fuori sfumature diverse. Ogni personaggio nel teatro, anche se non è protagonista, può raccontare davvero tanto. Per fortuna ognuno ha il suo momento in quest’opera, non vi sono personaggi minori. Poi io spero sempre che non sia banale quello che faccio.

Quanto aiuta un cast unito a superare la stanchezza delle moltissime repliche che dovete affrontare? 

Il legame serve moltissimo a superare la fatica. Come ho già detto “sono pagine d’oro del diario della mia vita”. Ogni giorno vi è un confronto e la possibilità di avere uno scambio di opinioni e di idee, di sostenersi. Se devi passare periodi di stanchezza e magari di rabbia è una vera fortuna lavorare con persone come loro; è motivo di crescita e mi dà la forza in un lavoro che sembra rose e fiori ma è tutt’altro, è stancante (anche se bellissimo). Purtroppo in Italia è ancora più difficile, infatti sto rimanendo davvero sempre più scioccato dal vedere così tanti giovani a teatro per questo spettacolo! Ragazzi dai 5 ai 20 anni che tornano più di una volta, conoscono tutte le canzoni a memoria… non me lo aspettavo! Sono felicissimo e speriamo continui così!!

Giulia Toselli

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