fbpx
News

‘Jessica and me’: Cristiana Morganti si sdoppia nel titolo per recuperare l’unicità del suo ‘Io’ di oggi.


Cristiana Morganti da tempo (1993, ruolo di solista) ballerina nel Tanztheater Wuppertal dell’indimenticabile artista Pina Bausch, vi lavora ancora oggi, dividendosi fra gli innumerevoli impegni di prestigio a Parigi e a Roma, come insegnate e coreografa.

Ricordiamo la sua stessa partecipazione ai film “Parla con lei” del 2001 e “Pina” del 2011. Perché, in effetti, il legame con la danza e lo spirito della grande artista Pina Bausch sono vividamente intersecati alla sua stessa visione della forma espressiva teatrale e del suo vissuto interiore.

Aveva creato uno spettacolo in omaggio alla Bausch nel 2010 “Moving with Pina”, ora torna con un proprio autoritratto in parte parlato in parte danzato (9-10 aprile 2015).

Ecco forse la parola è predominante in questo caso, a discapito di quella danza unica dove la gestualità delle mani, soprattutto, influenza il movimento in scena.

Gradevolissima la riflessione su se stessa, con una dose di umorismo che spinge al sorriso, quasi al riso liberatorio, accurata la messa in scena degli effetti speciali che sostengono i dialoghi che poi sono monologhi (Jessica, sua compagna di scuola reale, è un espediente per chiacchierare).

La vita si dipana in teatro, sapendo che è anche quella vissuta fuori, a partire dal dietro le quinte.

Simpatica ora, ora toccante e ricercata. Nelle luci, nelle proiezioni in linea con un modo nuovo di ripensare al teatro, inteso come lo “stare in scena”, su di un palcoscenico con il pubblico che ti fissa e aspetta qualcosa.

“Lei vuole che io danzi, oppure che io parli?”, chiede lei stessa a uno spettatore. Come chiede un accendino per mostrare l’arte del fumare secondo Pina. Secondo quell’ideale di eleganza e meticolosa cura del gesto, senza che questo sia imbrigliato in una tecnica rigida e costrittiva.

Quella per cui ora la gamba in arabesque non sale più, nonostante lo sforzo, la tensione, la postura siano corretti. Ci scherza, esemplifica, sorride e poi seria come un clown che passa dal pianto al riso  così rapidamente.

Infiamma i tulli del costume bianco; si spoglia un poco, ma il “nudo totale” no! Quello no! Dice. anche se per la danza contemporanea va tanto di moda, ci ironizza su. E tiene la scena dosando i momenti nella loro diversa intensità.

https://youtu.be/HwNxFODetnw

(ph. Antonella Carrara)

Related Posts