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Come in un viaggio a zig-zag nel tempo si può guardare ai lavori della Compagnia Zappalà.

L’ultimo, “La Nona”, è stato presentato su www.iodanzo.com recentemente; oggi l’insieme dei danzatori (normalmente sono in 12), del loro coreografo e regista Roberto Zappalà e di tutti i collaboratori, essenziali per la messa in scena di uno spettacolo, stanno portando in tournée alcuni dei pezzi del loro repertorio, frammenti ideali di una ricostruzione del pensiero e della arte scenica che connota la compagnia: danza, musica, teatralità e ricerca, riscontrando notevole consenso.

Acclamati in Polonia e poi in Germania nel mese di giugno 2015, rientrano in Italia per due appuntamenti importanti. Il primo a Vignale Monferrato (Alessandria), 10-11 luglio e poi a Catania, nella loro città, nella loro terra: la Sicilia, 24-25 luglio.

Per ripartire, però, avendo successivamente ad attenderli la possibilità di esibirsi ancora all’estero, in Corea (29-31 luglio 2015).

Pertanto alle nuove creazioni: La Nona, Vestire lo Spazio, Lava Bubbles, tutte 2015, si accostano le pièce che negli anni hanno visto svilupparsi e connotarsi il lavoro intellettuale e artistico di Roberto Zappalà, spesso in collaborazione, per la drammaturgia, con Nello Calabrò, e ovviamente, dei danzatori della sua Compagnia.

Questi sono i lavori presentati ora anche all’estero.

  • “Naufragio con Spettatore”, che riprende emozioni dal saggio di Hans Blumenberg, ed è un lavoro del 2010: la parte introduttiva di “Odisseo”, brano dell’anno successivo. https://youtu.be/E6uggrJ58uw

Ulisse è e non-è: il suo personaggio omerico o dantesco, rivisto nella modernità, rimane emblematico, ma sempre connesso all’idea del viaggio, quello di una vita che traccia un percorso.

Il simbolo dell’uomo e della necessità di muoversi, esplorare… e ricordare e tramandare e comprendere. Ma anche fuggire per non tornare. Soffrire per sperare. Accogliere o alzare barriere.

Il Mediterraneo è lì ieri e oggi, palcoscenico naturale.

Non è possibile non vederli: profughi, migranti, fuggitivi… Naufraghi, appunto, in alto mare: vite fra i flutti, fame sofferenza sfinimento ricerca salvezza o solo vuoto?

  • “Instrument 1-scoprire l’invisibile” https://youtu.be/jzeUfcXrWWw (2007), è invece la prima tappa di un percorso tematico che lega la danza al suono. A un suono alla volta: primo strumento “lo scacciapensieri” (termine dialettale per il marranzano).

In verità anche in questo caso si parte per un viaggio, metaforico, ma con un suo percorso territoriale che idealmente disegna una mappa. La Sicilia è la terra e i suoni sono anche i suoi luoghi, reali o mentali, tutti da scoprire.

  • Un ‘Assolo’ tratto da “Oratorio per Eva” (dicembre 2014), è interpretato da Maud de la Purification, danzatrice francese, circondata da solisti di importanti compagnie internazionali, che si muovono nello spazio intorno a lei, come attraversandolo, e accompagnata dal violino.  Eva è la prima donna, la prima madre. Reca in sé il seme della sofferenza e della vita. E’ la danzatrice ora in scena come è l’essere donna anche oggi, nella realtà, spesso difficile o crudele.

Attraverso questo ideale viaggio nel tempo coreografico, si giunge alle creazioni attuali.

  • “Vestire lo spazio” e “Lava Bubbles”.

Si tratta di due lavori ancorati al luogo specifico. Il primo alla cittadina di Vignale, al Palazzo Callori che li ospiterà e che sarà trasformato e mascherato per ricreare suggestioni del luogo stesso.

Il secondo torna alla terra da cui sono partiti; il riferimento al vulcano e al suo magma è evidente. La danza è inserita nella città.

Quindi ancora una volta il concetto alla base della coreografia ricrea danza e musica nel contesto paesaggistico specifico cui è legata o da cui nasce.

Il ribollire del magma è fermento di una città viva che rinasce nell’arte, cui l’arte da’ una voce diversa per esprimersi.

  • In Corea, invece, Maud de la Purification e Gaetano Montecasino interpreteranno “Romeo e Giulietta -La sfocatura dei corpi” https://youtu.be/fBAO0xM5Wx8

Torniamo indietro nel tempo, al 2006, a un diverso Romeo e Giulietta, nonostante la musica di Prokofiev ce lo rammenti, insinuandosi fra J. Cage e i Pink Floyd.

Il problema della “sfocatura” è un problema di distanza, che rende “appannata” la realtà. Distanza  fra ciò che siamo e sentiamo e ciò che la società ci impone di essere? E più è elevata la distanza più si crea distacco, spaccatura, tormento.

Quanto può essere straziante?

Una vita, un amore, una morte.

Stefania Sanlorenzo

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