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Il 16 luglio 2015 la Compagnia Francesca Selva sarà in scena con il brano coreografico OPPIO presso La Fabbrica del Vapore a Milano, ore 21.00.

Si tratta del nuovo allestimento di un pezzo presentato per Avignon Off 2013, magistralmente fatto suo dalla danzatrice Silvia Bastianelli (ph: by Jean Claude Schepers), su coreografia di Francesca Selva e regia di Marcello Valassina.
La Compagnia di danza di Siena è in tournée come ospite nella rassegna Ariella Vidach – AiEP.

Il rosso attira sempre lo sguardo. Richiamo di immagini e percezioni diverse coglie l’attimo della visione che poi è ipnotizzata dal movimento.
Questo dicono gli scatti del fotografo, questo la ricerca del passo di danza, la gestualità dell’interprete, la carica emozionale della danza contemporanea.
Quando la danza è arte e l’arte è tutto ciò che ci circonda e ci avvolge di emotività profonde e ricercate, allora la coreografa Francesca Selva rielabora con una netta personalità l’impulso creativo, sia che sia stato cercato (un libro, un mito, una partitura, un gesto, un istante), sia che sia accaduto per caso.
La vita è un percorso, la danza è un percorso nell’arte e nella cultura; a un certo punto possono incontrarsi e creare qualcosa che comunica seppur con difficoltà.

In un’intervista di alcuni anni fa sottolineava la difficoltà di fare e far capire come l’intreccio culturale che sta dietro la danza sia tutt’altro che scontato (oltre al lavoro lungo e complesso per diventare danzatore…). Attenta, con incisiva critica, verso la realtà italiana, viene da una lunga e incredibile carriera all’estero. I suoi lavori sono intrisi di questa ricchezza conoscitiva oltre che della sua personale volontà di fondere messaggi di fonti diverse nel gesto danzato.

Il papavero è un fiore delicatissimo, dal lattice delle sue capsule si ricava l’oppio: la dimenticanza.

Il rimando letterario è a Demetra che perduta la figlia cerca nell’oppio la sopportazione al dolore.
La danza è di un intimo sentire di un corpo avviluppato dal sonno, dall’oblio come da una veste leggera simile ai petali del fiore. Ma con quell’amara e traditrice consapevolezza che sotto si è nudi.
Spogli, cioè privi di una vera capacità di accettazione: al risveglio tutto è come è. Dolore.

Le scelte dei costumi, delle luci, delle scene, oltre alla coreografia e regia d’insieme, portano nell’interpretazione della danzatrice, in modo struggente ma lieve, a questa consapevolezza del reale, come di una gabbia che ti imprigiona fra le tue angosce e le tue paure. Non si rimuovono… Si possono ingannare, avvolgendole nella dimenticanza.
Ma è un inganno.

(ph:“Papavero rosso”, quadro a olio, Lucia Sommavilla).
https://youtu.be/UowqhI8Q4-Y (link di 4 anni fa)

Stefania Sanlorenzo

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