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VENERDI’ 21 AGOSTO 2015, un’attenta lettrice della “Rubrica: Danza/Assonanze-Dissonanze”, che esce sempre di venerdì sulla pagina di www.iodanzo.com, ha trovato un’assonanza davvero speciale, tanto da convincermi a parlarvene in un articolo a parte.

Mi preme sempre sottolineare che la Rubrica del portale non cerca abbinamenti a senso unico.
Certo gioca su richiami visivi, intuitivi, rimandi emozionali; ma alle volte è il linguaggio o il rimando a qualcosa che va al di là dell’appaiamento fotografico, ciò che è interessante scoprire e che potrebbe essere diverso per ciascuno di noi.

Quella è la vera “assonanza”.
La “dissonanza”, spiegai non è propriamente l’esatto contrario, ma ci ritorneremo.

Dunque mi riferisco alla foto di una ballerina solista in body effetto nudo e velo di organza rossa e di una minuscola farfalla bianca ma il cui corpo impercettibile ha una posa analoga, in cui le ali hanno puntinature rosse e nere. Nere come il fondale che sfuma in qualche modo in entrambe le fotografie: armonia data dalla grazia e dall’eleganza, richiamo di colori come effetti sonori nella mente, leggerezza della stoffa e del volo del piccolo insetto.

La ballerina Margherita Mana risponde con un nome: LOIE FULLER.
Perché?

Loie Fuller fu una musa ispiratrice di una tecnica di danza innovativa allora e così attuale oggi. Incredibilmente attuale, credetemi!

Eppure nacque e morì in questo lasso di tempo: il 1862 e il 1928.
Era americana, morì a Parigi.
Perché?
Ottenne un incredibile successo in Europa, ancora prima che Isadora Duncan fosse conosciuta e amata nella sua affascinante estrosità.

Loie Fuller fu un’artista nel senso più completo e profondo del significato: aveva l’arte dentro di sé.
Attrice e ballerina…
Esordio a Chicago nel 1868, poi New York, Parigi, Londra, Berlino, Atene…

Credeva nel forte impatto visivo del movimento del corpo, che poteva nascere casualmente (come quell’istante in volo della nostra farfalla), ma essere potenziato nel suo dinamismo percettivo.
Ed eccoci qui, luci e suoni (pensiamo alle tecnologie di oggi) e soprattutto tessuti e colori erano i mezzi che scelse per esprimere se stessa nella danza.

Cambiò il senso del balletto classico: i costumi, le scene, gli effetti che vibravano con il movimento del corpo divennero preponderanti.
Nel link “Danse Serpentine”, ripresa dei fratelli Lumiére, 1897, ‘muto’ e colorato pezzo per pezzo, si comprende quello che ho pensato di raccontarvi. https://youtu.be/O8soP3ry9y0

Il link più attuale moderno è una ripresa della tecnica e dello spirito da parte di Jodie Sperling.

Stefania Sanlorenzo

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