Ok, lo dico subito e fuori dai denti e chiedo alla Stef di starmi vicino perché questa è grossa e temo ripercussioni: i saggi di danza sono occasioni per gli allievi di assaporare il piacere di danzare una coreografia in scena.
Ecco ora l’ho detto! Non dovrebbero servire a niente altro. Invece non è quasi mai così.
Ora, se la Stef continua a sostenermi per un gomitino e a versarmi bicchieri d’acqua, vi dico come dovrebbe essere il nostro saggio ideale, tenendo come assunto ciò che ho (abbiamo, vero Stef?) eroicamente dichiarato tre righe più in su.
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Prima che la Marghe parta vi devo precisare che io sono la voce fuori campo… perché lei mi ha avvertita, certo, ma io le ho detto che tutte e due stavamo correndo dei rischi; solo che l’ho fatto dopo avere imprudentemente acconsentito all’idea che era la stagione giusta per parlare di SAGGIO DI DANZA-SPETTACOLO DI FINE ANNO. E qui già l’Universo ha subito uno di quei fenomeni strani: il battito d’ali e lo tsunami in parti opposte del mondo emerso.
Indicibilmente più introspettiva pensavo alle diverse aspettative del saggio rispetto a TUTTI coloro che vi partecipano: allieve/i, insegnanti, amici, famigliari (dal neonato alla nonna). Ho pensato ai mazzi di fiori, alla bolgia, al caldo, alle lacrime perché si perdono un sacco di cose ai saggi, anche le bambine più piccole, i body, l’acconciatura, il tutù… perciò ti strizzeranno in uno di riserva o ti cuciranno addosso quello della tua compagna decisamente più in carne.
Poi ho realizzato che i tempi sono cambiati (da quando io facevo il saggio come allieva….) e che sono cambiata anche io. E qui con la Marghe ce la giochiamo alla pari: noto tutto, dalle punte dei piedi stese o no, dalle file ben fatte, dalle entrate e uscite calibrate, all’omogeneità dell’insieme. Sfoglio “il saggio” come pagine di un libro e percepisco a pelle l’atmosfera e le emozioni, che amo nell’equilibrio e nella giusta dose di creatività. Giusta, per un saggio, ohibò!
“Andiamo Marghe? Sosteniamoci a vicenda…”
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1) Innanzitutto scegliete un tema, non deve essere per forza una storia, (non la Divina Commedia, per pietà) ma aiuterà per dare una logica; se riusciste a legare tutto con una linea estetica non solo narrativa sarebbe il top. Ricordate che dovete inserire tutti i gruppi, compresa la ginnastica posturale delle signore della terza età. A fronte di ciò: AUGURI.
2) Ponete particolare attenzione alla selezione musicale (no Julio Iglesias mixato a Brahms). Attente alle canzoni più in voga magari presenti nelle pubblicità; non vogliamo che mentre guardano la propria figlia danzare, le mamme pensino di aver dimenticato la ricarica del cellulare, oppure di non aver comprato lo yogurt, VERO?
3) Cercate un posto che possa contenere sia il pubblico sia le allieve comodamente, evitando pigia pigia dietro le quinte che possono creare problemi di sicurezza (agibilità) e sicuramente intoppi organizzativi.
4) Curate i particolari, questo darà sicurezza ai piccoli danzatori e insegnerà loro che è un’occasione importante, che tutto conta sul palcoscenico. Una scarpetta mal allacciata, un ciuffo di capelli fuori posto sono sintomi di poca attenzione e questo non è pedagogicamente consigliabile. Occorre un lavoro di équipe altamente organizzato. Fate scorta di “fiori di bach.” (rilassanti, non profumati).
5) Fate fare ai vostri allieve/i cose alla loro portata. Cose che avete ampiamente studiato durante l’anno. Mandateli in scena sereni da un punto di vista tecnico. Non è mai bello cadere, oppure traballare, davanti all’intera famiglia; magari la nonna non se ne accorge e ha scambiato l’unico maschio del corso per la propria nipotina, ma non è comunque un buon motivo per complicare la vita alla malcapitata ballerina, che ha già come disgrazia una nonna con problemi di diottrie! (Facciamo un esempio facile, Marghe, le punte! C’è un momento per i corsi di classico, in cui si inserisce lo studio delle punte…. Non necessariamente quell’anno dovranno essere indossate al saggio).
6) Date loro brani coreografici da interpretare adatti alla loro età e inclinazione. Nessuno è Lady Gaga a dieci anni! Guardatele, ascoltatele, parlateci, scegliete qualcosa per ogni gruppo che sia la loro storia, oppure una che abbiano piacere di raccontare. Componete gruppi omogenei per età e soprattutto per lavoro svolto; a nessuno piace sentirsi indietro rispetto agli altri. Inoltre un gruppo affiatato si sostiene e supera bene lo stress. Aumentate la dose da comprare di fiori di bach.
7) Dietro ogni insegnante c’è un Jiri Kylian mancato/non riconosciuto? Tenderei a escluderlo, ma questo non significa che non sappiate fare creazioni piacevoli e fantasiose. Una prece: occhio al tempo. Vedi punto 8.
8) E’ un saggio, NON UN SEQUESTRO DI PERSONA! Non si può tenere 3/4 ore delle persone chiuse in un teatro a vedere gente che balla (a meno che voi non siate PINA Bausch). Credetemi non è piacevole; ho assistito a gravi incidenti diplomatici tra il pubblico con arrivo delle forze dell’ordine. Sì, poi mio cugino è uscito su cauzione… (Ecco io ho delle vere e proprie crisi di insofferenza acuta!!! Perciò ho pagato la cauzione metà con Marghe).
9) Non dovete dimostrare nulla ai genitori. Si renderanno conto da soli della felicità dei propri figli. Sì lo sappiamo, ci sarà sempre chi viene a lamentarsi che la figlia non si vedeva abbastanza. Chiedetegli di venire a vedere una lezione la prossima volta, sono sicura che molte insegnanti saranno contente di fare periodicamente lezioni aperte.
10) Ricordatevi che è un saggio!!! Lavorate sui costumi in maniera creativa, tanti riciclano quelli degli anni passati per non pesare sulle tasche dei genitori che di saggi ne hanno a bizzeffe: Inglese, chitarra, canto in falsetto, fumetto, ceretta ascellare, per citarne solo alcuni. L’esecuzione della coreografia è importante, basta anche un body che valorizzi il fisico, la possibilità di movimento e una certa coerenza con gli altri brani in programma.
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Come dicevo questo sarebbe il nostro saggio ideale. Creativo, non dispendioso, non breve ma neanche troppo lungo, adatto alle possibilità delle allieve. Deve assolutamente diventare un momento unico, in cui si mostrano ai propri cari le competenze acquisite durante un anno di lavoro. Che sia una festa! Se poi volete vedere uno spettacolo di danza vero, portate i vostri ballerini in erba a teatro, lasciate che riconoscano la sensazione di stare in scena vedendo dei professionisti. Credete a me e alla Stef, sarà per loro ulteriore motivo di crescita e una carezza all’autostima.
Noi ve l’abbiamo detto.
M & S (Margherita Mana e Stefania Sanlorenzo)
Post Scriptum: Quando è il momento giusto per iniziare a studiare le punte?
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Ogni ULTIMO MERCOLEDI’ DEL MESE, la rubrica ‘Marghe e Stef’, si connoterà in modo differente: “Chiedilo a Marghe e Stef”. Questi articoli saranno rivolti più alle scuole di danza. Ci piacerebbe che arrivassero da voi dei suggerimenti, tipo questo sulle “punte”, che vi abbiamo anticipato per dare il via.
Possiamo chiarire qualche dubbio o scoprire insieme un poco di curiosità. E’ un modo per interagire fra voi, ballerine/i che studiate, i vostri insegnanti e noi. Che ne dite? Voi ci mandate le vostre domande e noi usciamo con un articolo dedicato, cercando di rispondervi.
Allora il tema per il prossimo appuntamento lo avete già… Vi aspettiamo sulla pagina Facebook di www.iodanzo.com (numerosi!),
grazie