In questi giorni tanto si è letto di quanto ha coinvolto l’AND (Accademia Nazionale di Danza) nel caso che ha visto il Maestro Joseph Fontano portare avanti una vera e propria causa legale, in merito al Maestro Bruno Carioti in qualità di direttore dell’Accademia, vincendo il ricorso al Consiglio di Stato.
Ci siamo rivolti direttamente a Fontano per fare un poco di luce su una vicenda che risale a molto tempo prima e che nonostante i risvolti burocratici complessi, che il Maestro Fontano ha seguito con scrupolosa attenzione, interessa il mondo della danza e il senso serio e corretto con cui si dovrebbero trattare le questioni tecniche nel mondo artistico in generale. Chi ha voglia di comprendere, partendo dal principio, le ragioni e i passaggi di questa vicenda troverà sicuramente in questa intervista risposta ai propri dubbi.
Che cosa l’ha spinta a sostenere un compito complesso e anche poco gradevole come un procedimento giudiziario? Oltre alla certezza di essere nel giusto ovviamente. È stato sostenuto dai colleghi docenti dell’Accademia?
Partiamo dal principio… nel 1997 fui eletto dal corpo docente come il futuro Direttore dell’Accademia Nazionale di Danza (con votazione consuntiva), e poi, successivamente approvato dal Consiglio di Amministrazione (procedura in vigore in quell’epoca) e ovviamente mi sono subito messo all’opera in grande serenità insieme ai colleghi per riorganizzare un nuovo avvenire per l’unico istituto Statale dedicato alla danza in Italia. Ma, quasi subito, questo percorso è stato interrotto come un fulmine al ciel sereno. Il Ministro della Pubblica Istruzione, allora On.le Berlinguer, ha nominato in “via definitiva” la ballerina Margherita Parrilla come Direttore dell’AND. Non avrei mai immaginato, che questa battaglia potesse durare quasi 20 anni.
Sono italo-americano, nato a New York, e conosco e possiedo il valore della democrazia, è nei miei geni. A volte si confonde quello che si vorrebbe fare con quelle che sono le normative da seguire invece in una democrazia contemporanea seguire le leggi è fondamentale. Esse sono la base per la libertà di ciascuno di noi.
La nomina della Parrilla fu un atto amministrativo per il quale ho combattuto, procedendo mediante un ricorso contro la nomina, in quanto io stesso ero stato già proposto al Ministro dal Consiglio di Amministrazione come prossimo direttore. Ho perso il ricorso per alcuni cavilli burocratici e per una normativa che dava potere al Ministro nel poter nominare in via definitiva una figura per “Chiara Fama” (d.lgs. n. 1236 del 1948).
Negli anni a seguire ho notato, insieme ad altri docenti, che la nuova direzione era oramai molto autoreferenziale, ma per via di una serie di fatti amministrativi, di cui non ho nessun interesse ad entrare in merito, la Parrilla è stata dismessa dal suo ruolo di direttrice, finalmente con una nomina di una commissione ispettiva e di un commissario. Quindi, arriva il Commissario, il M° Bruno Carioti. Solo Dio lo sa quanto ho lottato che l’AND avesse la possibilità di riprendere una strada maestra e poter diventare nuovamente un istituto d’eccellenza. Ma non è stato cosi!
Il M°Carioti (come si può evincere dagli atti che abbiamo ricevuto e letto n.d.r.) ha fatto il commissario per un anno, ma al momento delle elezioni per il nuovo direttore, ha scritto il regolamento, ha indetto le elezioni e si è presentato come candidato. Insomma qualcosa per me estremamente insolito.
Cosi i miei “geni” mi dicevano che qualcosa non andava. Di colpo mi viene in mente la legge del 1948, e la proclamata frase che per poter dirigere l’Accademia Nazionale di Danza bisognava essere un compositore di danza di rilievo (art. 6, comma 2, del d.lgs. n. 1236 del 1948).
Questo va oltre le simpatie o le antipatie che si possono avere per una persona, o pensare che potrebbe fare un buon lavoro o un cattivo operato nel dirigere questo istituto, ma la cosa fondamentale erano prima di tutto i requisiti, e il M° Bruno Carioti, compositore di musica e docente di solfeggio, non era certamente un compositore di danza. Ma nel frattempo tra la legge del 1948 e oggi sono state approvate molte altre leggi e normative. Sopratutto quella del 1999 che stabilisce che l’AND fa parte del comparto di Alta Formazione (AFAM). Con questa riforma l’AND rilascia diplomi di primo e di secondo livello che hanno un riconoscimento pari ad una laurea (ma non è proprio una laurea). Inoltre, dà la possibilità ai docenti di poter eleggere il proprio Direttore d’istituto.
Al momento che la Parrilla era stata dismessa dalle sue funzioni come direttrice, e il Ministro ha dato via alla procedura per le nuove elezioni, tutto doveva filare alla perfezione per l’AND. Invece no, come già detto sopra, il commissario ha indetto le elezioni però con il suo regolamento. NON solo, dopo una diffida da parte di alcuni docenti e dal sottoscritto di non aver preso in considerazione la “taglia leggi” del 2009 di Calderoli che confermava la legge istitutiva dell’AND cioè quella del 1948, si va alle elezioni con il regolamento stilato da Carioti stesso, dove non venivano specificati in alcun modo i requisiti specifici per essere eletto direttore, insomma non una parola riguardo la danza. Carioti viene eletto.
Subito dopo la diffida e le elezioni, faccio ricorso contro Carioti al TAR. Viene subito adoperata la sospensiva nei suoi confronti, cioè in attesa della sentenza, lo stesso non può essere nominato direttore.
Arriva in AND il secondo commissario, la Prof.ssa Giovanna Cassese. Dopo alcuni mesi il TAR da ragione a Carioti, lui s’insedia in AND. Io ancora non convinto di quello che avevo letto e documentato faccio ricorso al Consiglio di Stato. Il Consiglio di Stato non accoglie la sospensiva, ma la gravità della situazione. Il 21 gennaio 2016 il Consiglio di Stato si riunisce in Camera di Consiglio e il 28 giugno 2016 deposita nella Segreteria del Consiglio di Stato la sentenza che da ragione ad ogni tesi da me esposta. Il M°Carioti insieme a 21 docenti nonché il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca oltre all’AND sono condannati anche al risarcimento in denaro.
Il M°Carioti è condannato per conflitti d’interesse e di non avere i requisiti per ricoprire il ruolo di direttore dell’Accademia nazionale di danza non essendo un compositore di danza di rilievo.
Per rispondere invece alla seconda domanda no, non sono mai stato sostenuto dai docenti dell’AND, ma solo da un piccolo gruppo di docenti che hanno da sempre, come me, nel cuore il bene per l’AND e per gli allievi che intraprendono un percorso difficile ma al tempo stesso straordinario. Ma soprattutto pensiamo che solo con le normative e con le leggi si può avere una vera democrazia nel mondo, e che per dirigere un’Accademia di danza è fondamentale conoscere a fondo la danza e l’Istituto stesso.
L’Accademia Nazionale di Danza non è una scuola privata, ha delle normative e una mission ben precisa da seguire, una lista infinita di leggi e di rapporti istituzionali da mantenere. NON è adatta a una figura semplice di docente o di danzatore. L’AND ha bisogno di una persona che conosce il funzionamento dell’Istituto, che ha vissuto nel mondo del lavoro e che è un compositore di danza.
Ora, che lei sappia, come si muoverà l’Accademia, e con quali tempistiche, per risolvere il problema?
Adesso il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca dovrà nominare un terzo Commissario. Tale figura dovrà riportare ordine nell’AND e in breve tempo indire nuovamente le elezioni per il Direttore, come richiesto dalla sentenza. Spero che i tempi siano veloci, ma si sa, la burocrazia in questo paese si muove sempre in modo molto lento. Spero presto che l’AND possa riprendere il suo percorso verso l’eccellenza e la serenità.
Quali sono gli umori adesso in Accademia e fra voi docenti? Soprattutto fra chi da anni e’ un pilastro dell’Accademia.. Alla luce di quanto è emerso, si sentirebbe di accettare questo incarico?
Non sono uno che fa pettegolezzi, e non è nel mio stile mettermi in primo piano, quindi ho vissuto questa “conquista” col profilo basso, come del resto ho tenuto tutta questa vicenda fino a questo momento. Non ho chiesto al Giudice, pur avendo i requisiti, di diventare il direttore dell’AND. Molti hanno pensato questo, ma le persone, non leggono le sentenze e non sanno come funziona un iter giuridico. Ho fatto un’azione come cittadino qualunque, ho chiesto solo di rispettare la legge, è un mio diritto.
Non si era mai sentito che un Commissario si scrive il regolamento, indice le elezioni e poi si presenta come candidato. Quindi, la condanna a Carioti per conflitti d’interesse, è più che giustificata.
Per dirigere questo istituto bisogna conoscere la danza, ma sono sicuro anche che questo ruolo faccia gola a tanti. Ovviamente tutti i docenti che hanno sostenuto Carioti sono scossi da questo esito (e posso comprendere cosa vivono) però ora dobbiamo veramente “voltare pagina”.
Dirigere l’AND non è come dirigere una compagnia, o chi ha solo il compito di organizzare il saggio finale della scuola. E’ un lavoro complesso che comporta la conoscenza della danza, ma anche quello di conoscere le normative vigenti, conoscere la scientifica e la didattica della danza e sapere guidare la mission di un istituto anche a volte in contrasto con le idee delle altre persone. In questo lavoro non possiamo sempre immaginare che tutti possano essere soddisfatti. Ho detto una volta “non tutte le scelte in democrazia sono quelle giuste”. Però qualsiasi tipo di scelta deve essere fatta in democrazia, con delle regole che designano il percorso, e non da tante idee di persone che seguono un ragionamento autonomo. Anzi, se si facesse un referendum popolare io sarei d’accordo, ma anche in questo caso ci sono delle regole, mentre qui si tratta di leggi. Spero dopo questa vicenda che i docenti dell’AND possano capire cosa significa la democrazia, e soprattutto essere artisti con la A maiuscola. Non ho nessun rammarico e non ho nessuna voglia di recriminazioni, e non voglio una vendetta personale nei loro confronti. So che con il mio comportamento di essere stato corretto e trasparente. Ho subito da parte di molti colleghi violenze verbali e gestuali per me inaudite, dimostrando una totale mancanza di intelligenza e di educazione, ma soprattutto non rispettando il loro essere artisti, e quindi privilegiati.
Io ho vinto, ma vado avanti come sempre per la mia strada, cercando continuamente di migliorare. Riconosco di aver imparato molto da questa esperienza, è un po’ quello che dico sempre ai miei allievi che seguono i corsi dei bienni, “il migliore docente impara dai propri allievi”.
Fare il Direttore dell’AND? Si, sono pronto già dal 1997 per dirigere questo Istituto, e ho ancora tanta ancora voglia di farlo, ma soprattutto ho i requisiti richiesti dalla legge oltre a quelli artistici. Se i docenti AND hanno davvero a cuore il bene dell’Istituto e degli allievi devono mettere da parte le loro problematiche personali. Potrei anche presentarmi, si, potrebbe accadere… altrimenti “Ad Maiora”.